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R Recensione

9/10

Common

Be

 Un contrabbasso a scalfire il beat: parte "Be", parte il sodalizio tra Common e Kanye West. Il 24 Maggio 2005 esce infatti il primo album di Common per la G.O.O.D. Music di West, label fresca fresca di registrazione appena un anno prima. Da qui in poi, collaborazioni a non finire, featuring reciproci, attestati di stima vari e altri due album a lanciare la G.O.O.D.. Da qui in poi, hip-hop venato soul per palati nostalgici.

  Riperdiamoci dunque tra le strade di una east-coast anni '90, niggas con l'enorme stereo sulla spalla, movimenti ondulatori, sospensioni Mustang modificate: il mood è tutto, il mood è questo. Soffermiamoci su "Go", quel beat sparato subito a mezzo sospiro, gli echi di John Mayer sullo sfondo, una batteria in levare, Kanye West a marcare l'imperativo del titolo come fosse mantra o preghiera. "Illmatic" di Nas è il punto di partenza, ma questa volta a suggerire l'idea di metropoli meno verbi e più musica nel mezzo, oltre che un velo più aristocratico nel sound, meno ghetto-routine: "Chi City" è forse quella che più si avvicina al capolavoro di Nas, con quel suo incedere tra il monologo urbano e lo scratching per gradire, dannatamente old-skool. C'è poi "It's Your World", tutta overdose di esistenzialismo, con quello stacco stupendo introdotto dal piano a metà canzone in cui Pops spoglia l'album del suo senso scandendo "Be, be here, be there, be that, be this/Be grateful for life, be grateful to life/Be gleeful everyday, for being the best swimmer among 500,000/Be-nign, be you, be mom's mean pie, be little black sambo With bad hair..." fino al bellissimo "Be...eternal" finale respirato appena, e quasi omaggio alla quasi omonima "The World Is Yours" dello stesso Nas. Ma parlavamo di malinconia, all'inizio, e "They Say" è tutto uno struggersi di base cristallina, batteria dispari, lounge appena effettata, Kanye West e John Legend a spartirsi la magia tra toni bassi e alti, rappin' roccioso e cantato soul.

 E poi due capolavori, tanto per ricordare chi siede in produzione: c'è la mano di West dietro "Faithful" e "Testify", entrambe tripudio di arrangiamenti e manifesti soul senza tempo: la prima, quasi a riproporre i bagliori talkbox di "Two Worlds" ("The College Dropout", 2004), sale sul piedistallo delle voci e ne custodisce i miraggi a tutte le linee del cantato (quasi gospel il finale, bellissimo); la seconda è un incanto tanto sobrio nella struttura quanto magnetico all'ascolto, asserviti all'ipnosi senza fine di un sample semplice e tuttavia efficace e tremendamente sexy ("Before you lock my love away, before you lock my love away/Before you lock my love away, before you lock my love away/Please let me testify..."). In "Be" di Common c'è tanto altro, field recordings in (finta) presa diretta tra le strade e i ghetti ("The Corner"), oceani di melodia purissima riscaldati dal magma di un rapping dolce e romantico ("Love Is"), mini jazz-session tirate fuori dal cilindro ("Real People")... e insomma, una creatività senza limiti come è difficile trovare in altri dischi hip-hop dei '00 (la corte di West, appunto). Un album sensuale, sinuoso, straripante, per l'Olimpo dei più.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
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loson 8/10

C Commenti

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loson (ha votato 8 questo disco) alle 19:08 del 24 novembre 2012 ha scritto:

Ne avevo parlato da qualche parte nel forum, credo... Comunque sia, disco superbo. Fra i più grandi album hip-hop della scorsa decade, anzi. Bellissima la recensione (vanta una scorrevolezza che io non avrò mai), in particolare l'analisi di "Go". Fil, sei la vera anima r&b si sdm, continua così.