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R Recensione

7,5/10

Mello Music Group

Persona

La musica pop vive ormai a rimorchio del prefisso "hip". Partito dai ghetti e dai sobborghi urbani, l'"hip-hop" si è trasformato in un linguaggio universale, e una volta raggiunta questa diffusione di massa, il genere stesso ha cominciato a produrre una serie di sottogeneri, un numero infinito di "distinguo" derivanti da caratteristiche sonore sempre più varie. E' un processo naturale e inevitabile come la ramificazione di un albero che cresce. Pensate a cosa è diventato il "rock" e confrontatelo con quello degli anni '50. Oggi l'hip-hop vede presenti le proprie caratteristiche in gran parte della musica cosiddetta "mainstream", e da questo traguardo ottiene la possibilità e la volontà di smarcarsi, di creare scene nazionali in tutto il mondo, di tornare all' "old-school", di generare mostri di successo come Lil Wayne, pezzi da novanta come Kanye West e geni come Kendrick Lamar, di confluire nel jazz, di corrompere il rock e di alimentare la propria creatività in un sottobosco di piccole etichette indipendenti. 

Una delle più note e attive label indipendenti degli ultimi dieci anni è probabilmente la Mello Music Group. La M.M.G. nasce tra i cactus e le rocce di Tucson, in Arizona, per volere di Michael Tolle, un ragazzone bianco, appassionato di hip-hop, dj e collezionista di vinili. Michel si ispira non solo al mondo hip-hop, ma anche a etichette jazz come la Blue Note e soul come la Motown. Un progetto ambizioso nel quale confluiscono da subito le idee del rapper Dudley Perkins e dei produttori Oddisee e Apollo Brown.

"Persona" è una fotografia del collettivo che anima il M.M.G. e al tempo stesso una vetrina aperta verso il futuro dell'etichetta e dell'hip-hop indipendente. Ci sono praticamente tutti, giovani leve e vecchi leoni intenti ad alternarsi tra produzione e microfoni. Ed è sempre è comunque un bel sentire: battuta lenta e sperimentalismo, old-school e strumenti acustici, samples creativi e arrangiamenti sofisticati. Il tutto amalgamato alla perfezione e in grado di creare "un suono" riconoscibile e riconducibile all'etichetta, pur nella diversità dei numerosi artisti coinvolti: il già citato Oddisee (completamente sua la splendida "World to the wise", condivisa con Phonte l'apertura di  "Requiem", mentre in "Celebrity Reduction Prayer" attutisce l'aggressività delle liriche di di Open Mike Eagle), il suo compare (nei Diamond DistrictyU nelle scarne battute di "Homicide" (prodotta da Nottz), il navigato producer Apollo Brown (che fornisce le basi per Ras Kass in "PNT" e per sua santità Masta Ace in "Troubles"), i vecchi leoni Kool Keith (accompagnato dal giovane producer L'Orange in "Sometimes I Feel") e Gift of Gab dei Blackalicious (sempre con L'Orange in "Circles Around Circles"). E ancora altre giovani leve dell'hip-hop undergorund (Quelle ChrisRapper Big PoohExile) tutti riuniti in questo "manifesto" a dimostrazione che, se il rock non è morto, l'hip-hop è più vivo che mai.

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