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R Recensione

7,5/10

Drake

Take Care

Piccoli genietti r'n'b crescono. Giusto un anno fa abbiamo assistito alla definitiva consacrazione dell'illuminatissimo Kanye West – in realtà soltanto l'ennesimo capitolo della sua sfarzosa bibbia dell'hip-hop, opera somma scritta fin da "The College Dropout" tra basi accattivanti, ritornelli esplosivi, suoni sempre più moderni, eccellenti collaborazioni (recuperate right now il Common di "Be", album-meraviglia uscito per la GOOD records di West) testi camaleontici e via così, una valanga impressionante di bozzetti creativi (in ordine sparso, ma da dove cominciare: "Champion", "Wonder", "Runaway", "Heartless", "Stronger", "We Don't Care", "Touch The Sky", "All of The Lights", "Murder to Excellence", "Why I Love You"...). E ora il suo discepolo, il fratellino minore, il padawan Drake, un lento e costante passaggio di consegne come era stato a suo tempo tra Jay-Z e Kanye West, culminato nel loro caso con la scrittura a quattro mani del riuscitissimo (again) "Watch The Throne". L'eredità volgare, in ogni caso.

 Ma mentre lì volgare faceva rima con un gusto vagamente kitsch, l'hip-(h)opera lussuosa e tanto barocco tradotto in musica, qui volgare riprende il suo significato originario e ci prende per mano per territori tanto diretti e sporchi nei testi quanto sensuali e densamente soul, condensati subito nel piano evanescente e nella voce libidinosa di "Over My Dead Body"; un sound più soul che nel precedente e primo "Thank Me Later", che qualcosina aveva pur accennato anticipando certi bozzetti più intimisti (una "The Resistance" che starebbe comodissima in questo "Take Care"), ma che principalmente si era rivolto alla canzone formato-hiphop (non a caso l'hit "Find Your Love", sintesi dell'album). Un cambio strutturale profondo, quindi, nel passaggio dal rap a certo r'n'b di matrice più soul, che adempie al compito più importante e gravoso per i secondi album del caso: migliorare la scrittura. E qui, in "Take Care", le canzoni sono scritte semplicemente in maniera divina, trascritte a fuoco con calamaio e penne d'oca.

 A differenza di West, il nostro Drake non cerca soluzioni troppo articolate, parte da un beat semplice, essenziale, eppure efficacissimo, e da questo costruisce il fondo per fraseggi rap a varie frequenze (il caso "Shot For Me", tutto schiocchi digitali e tom delle drum machines; il martellante beat di "Crew Love", featuring The Weeknd, altro testimone battezzante). Paradossalmente, a lungo andare, è proprio la hit "Take Care", ft. Rihanna, l'unica a stancare, forse: il duetto con Drake non regge benissimo, e pure la base caraibica presa in prestito a Jamie XX e Gil Scott-Heron (di cui possiamo sentire qualche eco in lontananza) non riesce da sola a impreziosire la canzone. Ma per fortuna ci pensano brani scintillanti come "Headlines" a illuminare il tutto: base in crescendo costante, Drake che snocciola cazzate sui soldi che non aveva più ("Yeah, I be yelling out money over everything, money on my mind/Then she wanna ask when it got so empty/Tell her I apologize it happened over time") e il gioco è fatto. Poi ancora "Underground Kings" – chitarra ridondante sullo sfondo mentre Drake si presenta come il Re sotterraneo della città – il gospel tascabile di "Lord Knows", splendido per come intreccia armoniosamente coro in acuto, base elettronica e fraseggi rap, il raccoglimento di "Cameras / Good Ones Go", spazio-relax ricreato da un loungissimo The Weeknd (prima) e Drake (dopo). E di nuovo, sempre meglio: l'accoppiata spettacolo "We'll Be Fine" plus "Make Me Proud": la prima, capolavoro d'impasto tra basi luccicanti dei synth e autotune sovradosato per un r'n'b gioiello, la seconda, magnifica sincope-manifesto tra cantato e basi pressanti ("I'm so, I'm so, I'm so, I'm so proud of you" è strofa perfetta), a cui si aggiunge il rap irruento (e poi dolce) di Nicki Minaj. La coda dell'album s'immerge invece nell'amniotico, presenta il Drake più raccolto, più strettamente soul: "The Real Her", effetti rewind e voce rarefatta; "Look What You've Done", un inedito pianoforte ma forse qualche languidume di troppo; "Doing It Wrong", sul synth velato affidato a Stevie Wonder, un cantato che riprende i versi stanchi e romantici del The Weeknd post-coito ("When a good thing goes bad it's not the end of the world/It's just the end of a world that you had with one girl") e un'armonica che prende lentamente il largo sul finire.

 Un album completo, diremmo in tre parole. Ma Drake ne snocciola molte di più, e non solo: costruisce canzoni che reggono, basi che acchiappano, versi che intrigano: ora che anche lui ha trovato il suo testimone – The Weeknd o porn-dubstep o hipster-porcherie – possiamo goderci con più calma una maturazione che non tarderà ad arrivare. Fiducia e apprezzamenti.

V Voti

Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 7 voti.
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loson 8/10
ozzy(d) 7,5/10
sfos 8/10
antobomba 8,5/10

C Commenti

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loson (ha votato 8 questo disco) alle 11:08 del 12 agosto 2012 ha scritto:

"Marvin's Room" è forse il trip più oscuro e meravigliosamente desolante degli ultimi dieci anni di R&B. L'album, senza tanti giri di parole, è il vertice dell'R&B del 2011. Il sound è portentoso, omogeneo, minimale e pulsante (il produttore principale Shebib è maturato tantissimo). Le canzoni si srotolano come un flusso continuo che mi ricorda, con le sacrosante differenze, il procedimento di un Barry White: creare piccoli concept "smooth soul" vellutati e sinuosi, anche se il mood generale del disco è malinconico se non lugubre (ecco lo psicologismo velato di autocompiacimento di un Kanye West). In quasi ogni brano c'è sempre un elemento (un beat, una frase di tastiera, una rima, un sample) che mi scioglie. La comparsa di Rhianna nella Title Track è sconcertante: invece che enfatizzare cantabilità o groove, la (ex?) rossa sembra ritagliarsi piccole oasi di dolore assoluto, dove le luci si spengono (curioso che per "Turn Off The Lights" di Kanye, a dispetto delle liriche, il suo ruolo fosse invece di "incitare alla battaglia", e quindi di enfatizzare l'epicità), arrivando al paradosso di spezzare - in senso positivo - ritmo e tenuta generale della canzone. Ripeto: album strepitoso. Bravo Fil, mi ha fatto piacere vederlo recensito su sdm.

Filippo Maradei, autore, alle 14:04 del 12 agosto 2012 ha scritto:

Gran bel commento, as usual: la title-track continua a non convincermi, ma sul resto brilli su tutto. E grazie dei complimenti. Sai che c'è? Toccherebbe un po' arricchire la parte r'n'b del sito, ancora scarseggia troppo. Next step: "Graduation" di West. Mi dai una mano tu con (tutti) gli altri? xD

AbsolutEdo (ha votato 7,5 questo disco) alle 1:06 del 13 agosto 2012 ha scritto:

Hehe che ti dicevo Filo, lo sapevo che Drake avrebbe avuto successo, come ti dicevo il forum seppur molto ricco di contenuti manca tutta la fascia Rap e R&B; sarebbe bello che vedessi recensiti i Grandi (si,con la G maiuscola) come 2Pac e Notorious B.I.G chissà se Drake e Kanye sono solo l'inizio...

Filippo Maradei, autore, alle 1:26 del 13 agosto 2012 ha scritto:

Oi caro, qual buon vento. Dacci tempo e vedrai che miglioreremo anche quella fascia lì: l'autunno prima e l'inverno poi metteranno una gran voglia di scrivere, puoi contarci. A presto!

Giuseppe Ienopoli alle 18:45 del 14 agosto 2012 ha scritto:

... mi sembra di sentire il parroco del mio paese!(?) ... sempre sia lodato ... il mio paese! ... don Filippo, mi raccomando a Lei ... abbia pure in gloria e in cura il progressive rock, anch'esso meritevole di attenzione e deficitario nel regno di SdM!! P.S. ... ha notizie di quelle pecorelle smarrite di Beirut? ... quando usciranno dalla bassa marea?? ...

ozzy(d) (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:22 del 16 agosto 2012 ha scritto:

ho messo 7,5 come voto, non risulta? ufff

Filippo Maradei, autore, alle 13:25 del 16 agosto 2012 ha scritto:

No, colpa mia, pardòn, non avevo notato. Bravo, me sei piaciuto.

ozzy(d) (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:29 del 16 agosto 2012 ha scritto:

volevo solo citare il mitico balo che dopo italia gernania disse che in cuffia ascoltava solo drake, quindi bisogna ascoltarlo per forza ghghghgh

simone coacci alle 14:30 del 16 agosto 2012 ha scritto:

Lo credo bene! Balo ci legge sempre.

Lezabeth Scott alle 19:18 del 17 agosto 2012 ha scritto:

"Marvin's Room" e il pezzo di Rihanna sono da playlist assoluta!

FrancescoB alle 13:58 del 22 luglio 2013 ha scritto:

Il disco è molto bello, parte sornione e decolla alla grande. La pecca: qualche lungaggine di troppo, che non suona sorretta da adeguata ispirazione. Rispetto a West, qui si manca qualche bersaglio in termini di montaggio creativo: Kanye non annoia neanche con i dodici interminabili minuti di "Last Call", qui invece ogni tanto l'impasto è meno di impatto.