V Video

R Recensione

9/10

Frank Ocean

Channel Orange

Mentre mi accingevo a scrivere la recensione di Channel Orange, la pagina bianca chiedeva insistentemente: “E ora da dove si parte?”; poi mi sono detto che poiché tutto il mondo sembra più interessato al personaggio Frank Ocean che alla sua musica, conviene che anche noi paghiamo il più presto possibile il tributo al tanto amato gossip facendo una breve introduzione dell’artista che abbiamo di fronte. Frank Ocean ha 24 anni. E’ uscito alla ribalta come membro di quella gang di teppistelli omofobi che è l’OFWGKTA, capeggiata dall’odiosissimo Tyler,The Creator. Tentare di trovare un nesso tra Ocean e personaggi del genere è impresa disperata: essi divergono anche sulla prima cosa che dovrebbe accomunarli; Frank Ocean, infatti, fa musica, gli altri no. E poi, vogliamo parlare della bellissima lettera messa in rete prima dell’uscita del disco? in cui Frank confessa, con un candore e una delicatezza inaspettati, che il suo primo amore è stato un ragazzo, diciannovenne come lui (la storia risale a quattro estati fa), incontrato chissà dove e poi mai più ritrovato, ma presente nella memoria come un sostrato imprescindibile della sua sensibilità. In quella lettera c’è davvero tanto del Frank Ocean uomo che ritroviamo in Channel Orange: c’è l’ingenuità di un ragazzo che scopre il mondo femminile trovando un linguaggio diverso dal suo,c’è la comprensione e il senso di fratellanza per gli esseri umani tutti (in fondo, dice Frank, siamo tutti sulla stessa barca), e poi c’è il senso di smarrimento nel mondo, tra viaggi interminabili e frequentissimi (sensazioni che ritroviamo in “Lost”, presente in questo disco), condizione necessaria per chi si trova da un momento all’altro sulla strada del successo. E Frank la sua strada se la sta costruendo con tanti sacrifici: è stato dietro le quinte per tanto tempo, ha scritto canzoni per gente come Beyoncè e Justin Bieber, ma poi finalmente è arrivato il suo momento: prima il mixtape nostalgia, ULTRA, acerbo sì, ma con canzoni incredibili come Novacane, e poi le collaborazioni in Watch The Throne, bellissime, tanto che alla fine è stata lui la vera star in un disco di due colossi in quel momento non a un livello esaltante. Channel Orange arriva dopo tutto questo  bagaglio di esperienze fondamentali per l’evoluzione artistica di Ocean, e forse inizia a delineare un profilo definito di una personalità finora un po’ confusa (ma dopo tutto si tratta di quella confusione sentimentale, di quel turbinio di emozioni che perturbano l’animo di ogni ragazzo). Ora possiamo pure passare al disco.

Che l’r’n’b stia vivendo un momento di grazia è innegabile, se non nelle sue manifestazioni più palesemente mainstream, appiattite su standard melensi e vacui, di certo in quelle che mettono d’accordo una buona fetta del grande pubblico e una discreta schiera di estimatori del mondo indie. Qualche esempio? Gli ultimi lavori di The-Dream, brillanti riprese di un suono synth-funk à la Prince, lo splendido Take Care di Drake, ancora fresco nelle orecchie, sorprendente nel suo delineare un affresco sonoro e lirico negativo e depresso; in territorio indie, poi, si è fatto un gran parlare di The Weeknd, che se non ha convinto (almeno il sottoscritto) sulla lunga distanza, ha dimostrato di avere nella manica assi niente male. E non dimentichiamoci sul versante femminile di un colosso come The ArchAndroid. Le premesse di un disco come Channel Orange somigliano in certo qual modo a quelle che fecero da preludio al capolavoro di D’Angelo, Voodoo (2000): allora il new soul era il suono del futuro, la produzione di Timbaland gettava scenari illuminanti per molti, e D’Angelo si inserì in questo contesto così fertile realizzando un disco che suonava al tempo stesso avanti rispetto a tutto eppure come slegato dalla contemporaneità. Il suono era scomposto e sperimentale come poteva esserlo quello di una base di Timbaland, ma esso era ricavato da una strumentazione effettiva, dall’errore umano, tanto da risultare a tratti sporco, ostico, e profondamente sperimentale. Channel Orange è un disco strano: strano perché probabilmente rappresenta l’innalzamento dell’asticella, setta lo standard attuale dell’r’n’b, diventerà un disco indispensabile a cui fare riferimento, eppure suona come se Frank Ocean non avesse acceso la radio negli ultimi dieci anni.

Tralasciando la validità commerciale di sganciare come primo singolo un pezzo di 10 minuti complesso e mutageno come Pyramids, operazione che anche un Kanye West ha compiuto con Runaway (pezzo che tra l’altro condivide notevoli somiglianze con la canzone di Ocean), qui sono proprio le composizioni a rivelare uno spirito spiccatamente vintage e quasi anacronistico. Pezzi come Sierra Leone e Pilot Jones, così eterei, così stratificati tanto da ricordare la Flyin’ High di Marvin Gaye, sono impensabili per la quasi totalità degli artisti r’n’b attuali. Dimenticate i sample grossolani di nostalgia, Ultra. Channel Orange è un disco suonato. Divinamente. Le orchestre di Bad Religion s innalzano e ridiscendono seguendo il flusso delle emozioni; il risultato? Da brividi. La voce di Ocean, bellissima, fragile, che sembra spezzarsi da un momento all’altro, colpisce in modo diretto, come una confessione a cuore aperto (scenario creato dal testo stesso della canzone, un doloroso sfogo personale rivolto al silenzioso e comprensivo taxi driver). Sweet Life, spudoratamente wonderiana, scivola leggiadra su una linea di basso vorticosa e su poche frasi di chitarra dal sapore esotico (ottimo lavoro alla produzione di Pharrell) per poi deflagrare in un chorus vitale sostenuto da una magnifica sezione di fiati. Super Rich Kids, dal canto suo, fantastica sui sogni e le problematiche della gioventù insistendo su un elegante quanto ossessivo stomp pianistico (azzeccata la ripresa, all’interno del brano, di “Real Love” di Mary J Blige, che qui suona profondamente personalizzata). Il brio che può derivare dalla raffinatezza e dalla giocosità melodica di “Lost” o dai controtempi jazzati di “Monks” (quasi una “1 Thing” riaggiornata al 2012) è controbilanciato dalla sofferenza meditativa di una canzone incredibile come “Pink Matter”, evanescente, sofferta, per metà quasi brano a cappella, e poi sinuosa jam pych-rock su cui si inserisce una bellissima parte rappata firmata Andrè 3000. Crack Rock, forse il brano più oscuro, indaga sul degrado causato dalla dipendenza dal crack su un incededere drum’n’bass irresistibile.

Ancora due parole su Pyramids: essa funge chiaramente da punto centrale e focale di tutto l’album, comprendendo al suo interno un po’ tutti i diversi stili affrontati altrove; vero e proprio capolavoro, la canzone si divide tra parti synth-funk con chitarra steel, ballad r’n’b romantica con deliziosi cori in Autotune, sezioni strumentali dal sapore psichedelico, con parti vocali che cambiano in continuazione il proprio baricentro melodico.

L’analisi mirata dei singoli brani non rende comunque l’idea della grandezza dell’operazione musicale compiuta in Channel Orange. E’ un album che non vale la somma delle sue parti, va ascoltato e giudicato nel complesso, riconoscendo anche la funzione dei vari interludi: in un disco così spumeggiante e variegato, gli intermezzi costituiti ora da suoni 8-bit e sigle da Playstation, ora da abbozzi incompleti di canzoni, ora da dialoghi stradali sul valore del denaro, fungono sia da cornice ambientale in cui situare l’album, sia da ripescaggio di una dimensione psicologica che Ocean tenta di recuperare: i giochi, la strada, i divertissment infantili.

I testi rivelano poi un’introspezione di rara finezza; citiamo giusto alcuni versi per comprendere la levatura interiore di Ocean: la meditazione di Pink Matter esplora i lati nascosti dell’incoscio (What do you think my brain is made for? Is it just a container for the mind?); Bad Religion si interroga sul senso delle religioni e del loro rapporto con il suo io tormentato da un amore represso (If it brings me to my knees, its’ a bad religion. This unrequited love to me it’s nothing but a one man cult); la dipendenza dalla droga è un altro tema spesso esplorato, ma è Pilot Jones a sintetizzare tutto secondo uno spirito che ancora ricorda Flyin’ High (In the sky above the birds, I saw the sky like I never seen bifore you).

Insomma, Channel Orange è il coming of age di Frank Ocean, il disco che non solo lo porta sull’Olimpo della scena r’n’b, ma che apre prospettive grandiose anche sul suo futuro, che è appena cominciato.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 25 voti.
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salvatore 8,5/10
gull 5,5/10
ozzy(d) 7,5/10
andy capp 2,5/10
max997 7,5/10
Cas 7/10
hiperwlt 5,5/10
loson 7/10
plaster 7,5/10
REBBY 6/10

C Commenti

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Ubik alle 1:33 del 20 luglio 2012 ha scritto:

Ascoltato una volta, bellissimo. Rimando per il voto, ma tra i migliori di quest'anno sicuramente. In alcuni punti ricorda maledettamente D'Angelo.

loson (ha votato 7 questo disco) alle 9:38 del 20 luglio 2012 ha scritto:

Disco e recensione davvero mooolto belli. C'è qualche cedimento, gli intermezzi sono troppi, ma nel complesso è un lavoro ottimo, dal feeling "organico", caldo, dove gli inserti a 8-bit e gli orpelli elettronici non intaccano una solida base soul. Lui canta divinamente,e i suoi testi sono fra i più intriganti e compiuti del panorama R&B. Molto azzeccato il riferimento a "1 Thing" a proposito di "Monks", la cui ritmica convulsa - e vagamente influenzata dal go-go - può giustamente essere accostata al groove assassino del brano-simbolo di Amerie. Altre canzoni da capogiro: la "d'angeliana" "Crack Rock", l'ovatta angelica di "Sierra Leone", il pop cristallino di "Lost" e, ovviamente, il maxi singolo "Pyramids" che si affianca, per qualità, all'indimenticabile "Novocaine" dell'anno scorso. Le tre tracce finali, invece, mi dicono poco. Ci sono ancora margini di miglioramento, insomma. D'altronde il ragazzo è giovane, da lui ne sentiremo ancora delle belle.

loson (ha votato 7 questo disco) alle 9:39 del 20 luglio 2012 ha scritto:

Ah, per il voto ripasso ma siamo sul 7,5...

salvatore (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:24 del 20 luglio 2012 ha scritto:

Disco davvero straordinario. Mi ha completamente stregato sebbene non sia ancora riuscito a capire in quale misura, visto che il genere non è proprio il mio pane quotidiano... Senza ombra di dubbio, una delle cose più belle ascoltate quest'anno (peccato - come dicevo già nel forum - per qualche intermezzo di troppo di cui mi sfugge il senso)! E la recensione è davvero notevole. Tornerò per il voto (che sarà alto) e magari per qualche considerazione in più quando lo avrò digerito ben bene...

gull (ha votato 5,5 questo disco) alle 1:30 del 21 luglio 2012 ha scritto:

Con questo voto mi avete fatto venire la curiosità di ascoltarlo. A me sembra un prodotto piuttosto ruffiano in cui non si rischia nulla. Tutto molto classico (a volte ai limiti del plagio), da poter piacere subito e soprattutto ad un pubblico vasto. Una comoda, rassicurante, musica per gli amanti del genere, che sin da subito potranno assimilarlo. Lui comunque ha una certa capacità di scrittura ed alcuni pezzi li trovo notevoli esempi di come anche in ambito mainstream si possano produrre buone cose. "Bad religion", ad esempio, mi sembra proprio riuscita.

Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 16:24 del 21 luglio 2012 ha scritto:

Bel disco, nulla di trascendentale, nessun fenomeno, ma apprezzamenti onesti a macchie sparse: "Bad Religion", tra questi, ma soprattutto "Thinkin Bout You" e "Pyramids" (!). Troppi intermezzi, ribandendo il concetto di Los, punti morti evitabili e giri a vuoto, ma la scrittura e il cantato rimangono buoni per tutto l'album. Ampi margini di miglioramento per il futuro e artista da tenere in considerazione.

AbsolutEdo (ha votato 6 questo disco) alle 23:39 del 22 luglio 2012 ha scritto:

Buono il disco anche se penso che la sua uscita sia stata forzata su principalmente due brani ("Thinkin Bout You" e "Pyramids"), per il resto trovo che lo stile di voce di Frank Ocean tra il Soul e l'R&b possa dare delle ottime basi per futuri album.

Franz Bungaro alle 9:30 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Non pensavo di trovare questo tipo di musica da queste parti. La prima impressione ascoltando l'album è che si tratti di quella musica che ascolti quando entri nel bar figo che ha il maxi schermo sintonizzatto su "radio 105 e 5 uan nescion uan stescion" e che ti serve le noccioline sudate assieme al crodino/spritz. Ma è la prima impressione. Provo ad approfondire, magari è solo la prima impressione. Mi metto alla ricerca del motivo del 9.

Dr.Paul alle 14:45 del 24 luglio 2012 ha scritto:

non pensavi? è l'hype del momento, dovunque trovi voti dal 7.5 in su. anche per me cmq non vale una cicca, se devo ascoltare mainstream mi butto su altro.

Franz Bungaro alle 15:07 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Qualcosa mi dice che se non ne avesse parlato, ed in quei termini (9.5), il "Forcone", non se lo sarebbe filato nessuno...io però non mi faccio dettare l'agenda musicale da Pitchfork...in questo caso però non dò giudizi in merito preferisco ascoltare bene prima (e provare a confutare le prime sensazioni)...sempre che ce la faccia a farlo...possibile poi che certa musica io non la gradisca, ma sia ugualmente di altissimo livello...un livello che però non mi appartiene.

Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 16:07 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Gioele ha prenotato la recensione prima che uscisse su Pitchfork.

Franz Bungaro alle 16:34 del 24 luglio 2012 ha scritto:

ok ok, non è una polemica a prescindere la mia...ma è proprio che questa musica a me non piace (e mi sono trattenuto, nella prima stesura di questo commento ero stato più scurrile! )...sa di patinato americano con bicipiti pompati oliati in video dove la fotografia sembra curata da Duccio di Boris ("smarmellata"), e la musica è studiata a tavolino dagli ingegneri dell'industria discografica stile X FActor....insomma, qualcosa che va bene per lo shobiz americano...non per noi europei, che siamo meglio di loro in gusti musicali (fino a quando non cadiamo nella tentazione di emularli a tutti i costi, finanche nelle recensioni musicali, e nei relativi giudizi). Dare 9 a questo tipo di album (come ho visto fu fatto anche con l'ultimo di Kanye West (guarda caso lì Pitchfork diede 10!!!) mi sa di forzato e derivativo. E' come se un amico di Bolzano recensisse in dialetto salentino un album degli Alla Bua (il mio gruppo preferito di pizzica!) solo perchè nel Salento loro sono osannati...ma c'è qualcosa che non torna. Ripeto, e sono sincero, può essere che sia io a non comprendere a fondo le potenzialità di Frank Ocean, come di Kanye West, Beyoncè, Bibier e compagnia bella...so troppo antico forse! Yo Yo Yo

Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 16:48 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Guarda, credo che possiamo fermarci alla tua prima frase: questa musica non ti piace. Così come non ti piacerà mai West, The Weeknd, Drake, oppure Ocean e D'Angelo, hai poco da farci (come io mi devo tenere lontano km dal reggae e dal metal). Però non fare un calderone esagerato buttandoci dentro pure Bibier e Beyoncé, visto non c'azzeccano proprio nulla.

PS: anche nel caso di Kanye West - visto che mi hai tirato in ballo - Pitchfork c'entrò pochino: ti basti sapere che manco l'avevo letta la loro recensione.

Franz Bungaro alle 18:18 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Beyonce e Bibier li ha tirati in mezzo l'autore della recensione. Mi sono limitato a riprenderli. Credo però sia proprio questione di genetica. Perchè io amo il reggea e sono cresciuto a pane e Metallica... Meglio così, risolto l'arcano. Posso dire che questa musica non mi piace perchè non mi piace, non perchè non la capisco!!! Meno male!

paolo gazzola alle 18:59 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Poi, giuro, la smetto: ma Franz, con quel nome lì non puoi mica fare esempi tirando in ballo Bolzano e il Salento... Comunque sono con te: anche per me questa è roba teribbile che non riesco proprio ad approfondire. C'è chi ne sa più di me e apprezza, va bene così. E non c'entrano neppure orientamenti generali, ognuno è un caso a sè: io sono allergico al reggae, amo il metal, non i Metallica però, e l'ultimo Beach House mi piace moderatamente, come tutta la loro produzione.

bargeld alle 20:17 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Si vede che siamo amici Paul, sembra di sentir parlare me eheh! L'unica differenza è che io c'entro anche col citato Salento (ma non sono ormai da tanto un cultore della 'pizzica')... Mi fido comunque del giudizio di Sforza e Losi, di gran lunga più competenti di me in quest'ambito. Peraltro Matteo, se mi argomentasse con la sua allucinante dovizia qualsiasi inopportuna disciplina (chessò, il cannibalismo), credo che mi convincerebbe a praticarla nel giro di una notte.

salvatore (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:41 del 24 luglio 2012 ha scritto:

I due dischi a cui Pitchfork quest'anno ha dato i voti più alti (Beach House e lo stesso Frank Ocean) sono probabilmente i due dischi che ho, per il momento, maggiormente apprezzato... Evidentemente sono troppo influenzabile

sfos, autore, alle 22:35 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Cosa mi tocca leggere, per giunta da salentini come me, aho ma che andate dicendo? Pitchfork di qua di là, ma chi se ne frega di quel sito immondo? Sono capaci anche di non farmi piacere dischi che adoro tipo questo con le loro recensioni incentrate sul vuoto e utili solo ad amplificare l'estetica dell'hipster di oggi. A me sembra che quelli che tirano Pitchfork in mezzo a tutto siano poi quelli che ne sono più ossessionati. Fregatevene di meno, ascoltate i dischi e se vi va, stroncateli pure, ma non mi venite a mettere in mezzo queste sterili disamine, please Detto ciò Frank Ocean è quanto di più lontano ci sia dall'estetica dei pettorali unti, è proprio un altro mondo. E con Biener e Beyoncè non c'azzeccca nulla, ha solo scritto dei testi per loro ma paragonarli sul piano musicale è folle, dai.

bargeld alle 23:05 del 24 luglio 2012 ha scritto:

Oh, non io! Nemmeno so come si scriva picforc!

salvatore (ha votato 8,5 questo disco) alle 10:10 del 25 luglio 2012 ha scritto:

"A me sembra che quelli che tirano Pitchfork in mezzo a tutto siano poi quelli che ne sono più ossessionati"... Come se lo avessi scritto io!!! Inoltre credo che il sito, utilizzato in modo consapevole e critico, possa essere solo utile. Un certo tipo di snobismo a priori - della serie: se una cosa funziona è perché non ha alcuna qualità; e noi siamo alternativi (che parola orrenda), di nicchia e blablabla - lo trovo PERICOLOSAMENTE deleterio...

Franz Bungaro alle 9:51 del 25 luglio 2012 ha scritto:

Ho scatenato un vespaio...non volevo! Ho ammesso che il problema sono io, in quanto questa musica non mi piace. Ammetto che "Bad Religion" è bellissima...ma l'album è anche altro, e fa specie vedere come sia messa in vetrina il pezzo che si discosta dal leit motiv dell'album che è altro..è quest'altro proprio non mi piace, probabilmente non perchè non è bello ma perchè non nei miei gusti (come non troverete mai nei miei gusti David Guetta, i neomelodici, la musica da rave party, la musica leggera italiana da esportazione, purtuttavia ammettendo che ad altri possa piacere tanto!). Quindi, io mi faccio un'endovena di AC/DC stamattina che proprio non carburo...per Franco Oceano ci sarà tempo! ciao ragazzi, nessun rancore..

P.S. Ammazza quanti salentini!

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 10:15 del 25 luglio 2012 ha scritto:

da Frank Ocean agli AC/DC ? Bravo. così passi dalla padella alla brace! eheh

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 10:42 del 25 luglio 2012 ha scritto:

Su "Nostalgia, Ultra" mi ci ero buttato al volo, a causa della splendida copertina (questa fissazione per l'arancione anni '70...) e su segnalazione di un amico "espatriato" che me lo indicava come "l'erede di Michael Jackson" (all'epoca appena passato a miglior vita). Sarà per questo motivo, ma io nella (splendida) "Bad Religion" sento chiaro chiaro un frammento melodico di "Another Part of Me" di M.J... Il resto del disco però è all'altezza solo in alcuni punti ("Pyramids"), mentre in alti è troppo "leccato" per i miei gusti ("Forest Gump").. mi fa quasi rimpiangere le "stramberie assortite" del vecchio Mixtape... Non male comunque, in ambito mainstream (chenonvuoleesseretroppomainstream) fa il paio con Lana del Rey...

ozzy(d) (ha votato 7,5 questo disco) alle 12:11 del 30 luglio 2012 ha scritto:

classico disco estivo per pucciare il biscotto, suono davvero sensuale e canzoni sbarazzine che ti entrano in testa in un attimo. che volere di più a luglio? bravo sfos!!!

salvatore (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:29 del 17 settembre 2012 ha scritto:

Finalmente sono riuscito a comprarlo - mi chiedo perché sia uscito così in ritardo in Italia - così ho potuto scoprire la bellissima bonus track "Golden Girl", all'altezza delle cose migliori dell'album (che non si contano). E anche gli intermezzi hanno trovato il loro senso alle mie orecchie... Non avessi un debole per la casa sulla spiaggia, sarebbe il mio disco dell'anno. E tornando indietro ci metterei un nove senza alcun indugio!

Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 22:10 del 8 ottobre 2012 ha scritto:

E comunque, più la ascolto e più rimango estasiato da "Pyramids": piccolo miracolo, canzone da 10 secco.

salvatore (ha votato 8,5 questo disco) alle 23:10 del 8 ottobre 2012 ha scritto:

Fil, hai ragione Pyramids e un piccolo capolovoro! Ma io confesso di rimanere estasiato anche da Thinkin Bout You, Sierra Leone, Sweet Life, Super Rich Kids, Crack Rock, Pyramids, Lost, Bad Religion, Pink Matter, Forrest Gump e da Golden Girl... La mia cultura musicale in ambito R&B/Soul è davvero limitata (sebbene ultimamente stia cercando di recuperare un tantino) - quindi l'affermazione che segue va presa con le pinze - ma, nel suo genere, è il disco più bello che abbia mai ascoltato!

forever007 (ha votato 4 questo disco) alle 11:28 del 22 dicembre 2012 ha scritto:

Ovviamente la recensione è molto bella e quasi mi hai fatto cambiare idea su un album ed un cantante che francamente trovo poco originali (sono poco popolare dicendo questo, lo so): è paragonabile come voce e stile ad altri mille cantanti americani.Ok, i testi sono molto più decenti degli altri che fanno lo stesso stile, e ok canzoni come pyramids potrebbero per la loro lunghezza apparire poco commerciali, ma è una parvenza che resta tale, dal momento in cui è iper-mainstream sia dal punto di vista vocale, che da quello strumentale (un beat continuo che solo a volte cambia) e per questo sembra una qualunque canzone della Keys o di Kanye West. Anzi tutte le canzoni dell'album sono così, non sono per nulla diverse dalle altre: spiegati il perchè del voto, vi prego. La storietta della sua vita invece è molto bella mi stava per scendere quasi una lacrimuccia

rdegioann452 (ha votato 8,5 questo disco) alle 12:42 del 23 dicembre 2012 ha scritto:

questo disco è mainstream perché ha avuto successo o ha avuto successo perché è mainstream?? perché magari fosse passato inosservato questo disco ti sarebbe piaciuto di più. (non voglio dire che debba piacerti, ma dargli 4 è assurdo)

rdegioann452 (ha votato 8,5 questo disco) alle 12:42 del 23 dicembre 2012 ha scritto:

questo disco è mainstream perché ha avuto successo o ha avuto successo perché è mainstream?? perché magari fosse passato inosservato questo disco ti sarebbe piaciuto di più. (non voglio dire che debba piacerti, ma dargli 4 è assurdo)

forever007 (ha votato 4 questo disco) alle 10:47 del 26 dicembre 2012 ha scritto:

Uno può essere Mainstream e non vendere gli album come Adele, ma quando il target della musica che fai è così ampio, sei mainstream.. io semplicemente non mi spiego le critiche così positive su un genere "già sentito" ed un cantante per nulla innovativo..quindi il voto è giustificato; e per la cronaca io , almeno rispetto a questo blog, conosco poca musica di nicchia, quindi se anche fosse passato inosservato questo Cd non me lo sarei neanche ascoltato e non avrei perso tempo

rdegioann452 (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:58 del 26 dicembre 2012 ha scritto:

a mio parere è come si suona e non cosa a stabilire se sei più o meno mainstream. se frank ocean è mainstream, usher che cos'è?

forever007 (ha votato 4 questo disco) alle 14:23 del 26 dicembre 2012 ha scritto:

infatti non ho detto che Usher è meglio, non mi permetterei mai!

Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 14:55 del 26 dicembre 2012 ha scritto:

Ma nell'era dei canali Youtube, di SoundCloud, di GrooveShark, della web-tv di Pitchfork... c'è davvero qualcosa che non è mainstream? E soprattutto: c'è ancora qualcosa che non fa commercio, ad oggi, in qualche modo? Io non credo. Credo che gli indie non siano più tanto indiependenti e che ormai tutto sia - bene o male - di dominio pubblico e quindi mainstream; quello che rimane di nicchia - magari qualche oscura band indie-folk, post-rock o chessò io - lo è perché non è riuscita a entrare nelle grazie del pubblico per mancanza di talento, è molto semplice. Questo per la questione sociale. Per il resto, non so, mi sembra tremendamente demodè parlare, tra le righe, di musica commerciale e musica colta: anche perché, se proprio vogliamo, cos'è la cultura se non opinionismo di massa vanitoso e di cattivo gusto? Verrebbe quindi da dire che tutta la musica, colta o commerciale, in quanto arte, è ruffiana, consolatoria, borghese, a prescindere. La questione quindi non è tanto dividere la musica in musica del popolino o del popolone, ma dividere l'arte tra comunicabile e incomunicabile. E purtroppo per noi, ad oggi, la musica risponde sempre alla prima categoria.

Sono le abbuffate natalizie a farmi stra-parlare, ovviamente.

forever007 (ha votato 4 questo disco) alle 15:05 del 26 dicembre 2012 ha scritto:

Molto democratico

rdegioann452 (ha votato 8,5 questo disco) alle 12:43 del 23 dicembre 2012 ha scritto:

godi popolo

sickseven (ha votato 9 questo disco) alle 16:41 del 10 febbraio 2013 ha scritto:

Confermo il 9. Lo sto ascoltando da circa un mese e mezzo e ancora non mi ha stufata. Forse l'unica che non avrei messo è Forrest Gump. Ma per il resto è un disco perfetto.

salvatore (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:21 del 14 aprile 2013 ha scritto:

Nuovo singolo, nuovo video: "Lost"! Forse il brano più radiofonico dell'intero album...

http://vimeo.com/63896903

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 10:08 del 15 aprile 2013 ha scritto:

Sarò franco, Oceano,

"no, non mi piacevi, ho solo pensato che fossi abbastanza cool per prenderti a calci" (Thinkin bout you eheh), ma il canale arancione è musicalmente molto vario (all'interno del genere di riferimento), apparentemente "colto" (lasciamo però stare i testi, per carità, me ne son letti a modo almeno cinque o sei, sono i soliti "pipponi" eh) e soprattutto nobilitato da una bella voce (indubbiamente),

La mia preferita è il gospel Bad religion (ehssi è una cattiva religione essere innamorati di chi non lo è di te), ma l'ascolto filato dell'album non è spiacevole, anzi direi scorrevole, per lo più gradevole e solo talvolta stucchevole (esempio, non a caso, Sierra Leone). Oddio "parlo come un pappone, bollicine nel mio champagne, fate suonare un po' di jazz, che io mi fumo un sigaro nella mia suite all'ultimo piano ... Dici che ce l'ho grosso, ma lo prendi lo stesso, cavalca cow-girl, anche se il tuo amore non è più gratuito come lo era una volta" ( la storia degli egizi l'ha imparata all'hotel Luxor di Las Vegas, che è una delle Pyramids in questione, un'altra pare essere il suo membro virile in stato di eccitazione ghgh)