Clementino
Mea Culpa
Terzo disco solista e centro pieno per il rapper partenopeo campione del freestyle. Dopo un disco, splendido, pregno di old school e purismo rap come il precedente I.E.N.A., dopo lalbum Rapstar in coppia con Fabri Fibra, dopo la partecipazione al Festival di Sanremo ed il tour negli stadi con Jovanotti, Clementino torna con un lavoro con cui conferma da un lato le sue grandi doti di rapper, e dallaltro la sua maturità nella scrittura dei testi, che si avvalgono di basi strumentali sempre molto originali. E non potrebbe essere altrimenti, visto che al servizio delle rime di Clementino sfilano alcuni dei migliori produttori italiani, a partire da Fritz da Cat (da non perdere il suo nuovo disco appena uscito) che apre e chiude il disco con due brani tra i più riusciti di tutto lalbum Amsterdam e Il Re Lucertola.
E il brano iniziale, Amsterdam, ci porta subito nel mondo di Clementino: interamente immerso nellunderground rap da cui proviene, ma senza paura di uscirne e di contaminarsi con il pop, per conquistare il grande pubblico senza snaturarsi. Come dimostra il brano seguente, O Vient, storia di emigrazione. Clementino non dimentica il passato (ma anche il presente) della sua terra. Il tema dellemigrazione ritorna in Aquila Reale, dove racconta di una città con il sogno ricorrente di emigrare. Il suo è uno sguardo realistico e non retorico alle difficoltà di vivere al sud, descritte egregiamente in Pianoforte A Vela, dove dipinge un paese in ostaggio della camorra, in cui i ragazzi si ritrovano stretti tra spaccio, psicofarmaci, alcol, e malavita. E in Mea Culpa arriva anche il ricordo di Giovanni Falcone e Peppino Impastato. Parlare di camorra senza retorica, e con il linguaggio dei giovani, il rap, lunico linguaggio che oggi sembra arrivare diretto e immediato alla nuova generazione, è un merito che senza dubbio va riconosciuto a Clementino. Ma le periferie vivono le stesse situazioni ad ogni latitudine. Così Dalle Palazzine fotografa una panoramica dellItalia rap e delle sue periferie, dalla Barona di Milano alla Centocelle di Roma fino a Napoli, insieme a Marracash, Noyz Narcos, Ntò e Paura.
Clementino si dimostra coraggioso e intelligente nel cercare un punto di equilibrio tra le sue radici rap ed il pop. Dallincontro con Jovanotti nasce Fratello, hit single con Lorenzo che cita se stesso (Lombelico del mondo) con cui crea una canzone nuova partendo da una citazione. Anche questa è la forza del rap. Esperimento replicato in Buenos Aires / Napoli con i Negrita di Rotolando verso sud. Da segnalare anche i due tributi in conclusione del disco. Il Re Lucertola dedicato a Jim Morrison ed ai Doors (un testo davvero splendido) e Messaggeri Del Vesuvio con cui in un solo colpo omaggia le radici del rap italiano (Neffa e i Messaggeri della dopa) e due generazioni di rap napoletano, ospiti nel brano (tra gli altri, Shaone, Polo, Dope One ed il grande Speaker Cenzou).
Con Mea Culpa, Clementino si dimostra artista completo; non solo ottimo rapper ma anche grande interprete, capace di usare una musicalità orecchiabile, riuscendo in maniera naturale e convincente a stare a cavallo tra rap underground e pop, raccontando con il rap storie crude e reali con un approccio credibile e non retorico. Ed è questa alla fine la vera forza del rap oggi, che lo fa essere il vero erede dei cantautori. Bravissimo quando rappa in italiano, insuperabile quando lo fa in napoletano, Clementino è un vero numero uno.
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