Coldplay
Ghost Stories
Non è mai facile comporre un album quando hai milioni di occhi puntati addosso.
Né tantomeno quando il frontman della band (Chris Martin) dichiara la separazione dalla moglie ad un mese dall'uscita dell'album stesso. E quando l'anima gemella è Gwyneth Paltrow, allora l'hype non può far altro che aumentare. Ulteriormente.
Ah, non è facile neppure quando il tuo ultimo album pubblicato si chiama Mylo Xyloto, opera apprezzata da pochi e criticata da molti.
In effetti se le vanno un po' a cercare questi Coldplay, ma purtroppo sono proprio queste le pressioni che vengono a crearsi quando hai alle spalle 15 anni di carriera e milioni di copie vendute fra singoli, album ed EP.
Ghost Stories nasce così, concepito con lo scopo di essere una sorta di concept album figurato che riesce a complementare assieme due tematiche in un primo tempo diverse quali le problematiche dell'amore e il collegamento tra passato-presente-futuro. Ed è proprio il collegamento temporale che sta alla base del titolo: Non dobbiamo far condizionare il proprio futuro dai nostri fantasmi del passato. Non dobbiamo farci trascinare da essi, ma bisogna reagire ad ogni negatività che ci si presenta davanti ha commentato Martin.
Già dalla copertina (ad opera di Mila Fürstová) possiamo intuire il sound che pervade tutte le 9 (+1) tracce: un rock-melodico tranquillo, a tratti celestiale, e soprattutto minimalista. Si nota infatti un pesante snellimento nella produzione dei brani, che nel precedente Mylo Xyloto era davvero troppo esagerata, con l'inevitabile conseguenza di non poter distinguere più i vari strumenti utilizzati all'interno delle canzoni stesse. L'elettronica non è più invasiva, ma viene usata con disinvoltura e gli strumenti vengono finalmente messi in risalto.
Ciò che ne risulta è una fluidità maggiore e un senso di leggerezza che mancava in Mylo Xyloto: complice di questo cambiamento è stato il passaggio della produzione da Brian Eno a Paul Epworth.
Passando all'analisi tecnica dell'album, dobbiamo riconoscere ai Coldplay la grande abilità di riuscire a convincere sempre con la traccia di apertura, in grado di farti immergere nel singolare mondo dell'album di cui fa parte. Pensiamo a Don't Panic che apriva l'album d'esordio con un ritmo folk perfettamente riuscito, oppure Politik, un inizio in medias res dell'opera probabilmente più riuscita della band di chiara ispirazione Brit-Rock. O ancora la stupenda Life In Technicolor, intro dell'album dalle timbriche barocche, Viva La Vida Or Death And All His Friends. Questa volta il compito di immersione viene svolto da Always In My Head, lenta ballad dal ritmo caldo ed avvolgente circondata da cori angelici di sottofondo, il cui testo sembra proprio rimandare alla separazione di Martin con la Paltrow.
La canzone ci scivola addosso in modo rapido e magicamente siamo già all'interno della seconda traccia, nonché primo singolo pubblicato, Magic. La canzone si apre con degli effetti elettronici appena accennati che fanno da contorno ad un riff di basso, contagioso come il ritornello stesso, dalle timbriche R&B (da sottolineare l'influenza minimalista dei The XX).
Sebbene il sound di fondo delle varie tracce sia lo stesso, Ghost Stories è un ottimo album proprio perchè riesce a conciliare sotto un suono molto simile delle canzoni che inizialmente potrebbero sembrare così diverse da non essere state scritte nemmeno dallo stesso gruppo. Sto parlando infatti di Ink, brano indie-pop up-tempo dalle tinte cartoonesche e giocose, guidato da una semplice chitarra acustica e che sembra quindi distaccarsi un po' dai canoni che rivestono Ghost Stories.
Il brano più potente dell'album è però Midnight, un rivisitamento di un brano composto nel 2003 da Jon Hopkins chiamato Amphora, ma mai stato completato. Jon Hopkins ha quindi deciso di collaborare con i Coldplay per terminarlo definitivamente. E dobbiamo dire che la collaborazione è perfettamente riuscita. L'utilizzo di un vocoder di richiamo Bon Iver-iano per modificare la voce di Martin (e il suo falsetto) e l'aggiunta di piccoli effetti elettronici creano una melodia ambient che esplode letteralmente nella seconda parte, pervasa da sintetizzatori utilizzati con intelligenza. La resa live di questa canzone è ottima.
La canzone del ritorno agli esordi della band è Oceans, classica canzone di stampo Coldplay in cui gli unici suoni sono una chitarra acustica ed una batteria elettronica. Come secondo singolo è stata scelta A Sky Full Of Stars, in cui i membri hanno collaborato con il DJ svedese Avicii. Ai fan di vecchia data risulterà difficile digerire questa traccia permeata da synth e bassi, che strizza l'occhio all'EDM.
La traccia però più densa di emozioni dell'album è proprio quella finale, semplice proprio come il titolo: O, a simboleggiare che tutto ritorna, che non dobbiamo mai arrenderci. La vita è un cerchio all'interno della quale ad ogni cosa perduta ne corrisponde un'altra ritrovata. E' la canzone dell'ottimismo, della speranza. Dobbiamo quindi cercare di volare insieme a quegli uccelli che un minuto ci sono e quello dopo no: "One minute they arrive, next you know they're gone, they fly on" Il pianoforte svolge un ruolo fondamentale proprio sotto quest'ottica, la melodia ti coinvolge e il falsetto di Martin funziona. Il tutto termina con la ghost-track (in un album intitolato così doveva per forza di cose essere presente una ghost-track) Don't Ever Let Go, una chiusura serafica caratterizzata dalla voce di Apple, figlia del cantante.
Per un certo verso questo è quindi l'album di Martin, ma dobbiamo sottolineare come in Ghost Stories, rispetto alle precedenti pubblicazioni, venga maggiormente messo in risalto Guy Berryman. La presenza del bassista è infatti marcato in quasi ogni traccia, a differenza di quanto avveniva negli altri album.
La pecca più grande sono sicuramente i testi, che fatta eccezione per Midnight ed O sono tutti abbastanza semplici e adolescenziali, basti pensare alla strofa di A Sky Full Of Stars: Cause you're a sky full of stars, I'm going to give you my heart.
Tutto sommato il disco sembra funzionare bene, anche grazie all'omogeneità fra le varie tracce che danno l'impressione di essere davanti ad un vero e proprio concept album. Ovviamente questo Ghost Stories non farà gridare al capolavoro e forse non sarà neanche ricordato in futuro, ma confermarsi dopo l'avvento di migliaia di critiche negative nei confronti di Mylo Xyloto non era affatto semplice.
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