R Recensione

7/10

Coldplay

Viva La Vida (Or Death And All His Friends)

Avevamo imparato ad amarli con Parachutes (2000), gioiellino alt-pop diventato punto di riferimento per molte band (inglesi e non) di questo decennio. Ci avevano fatto soffrire e piangere con A Rush Of Blood To The Head (2002), da alcuni ritenuto un passo falso ma in realtà una spettacolare esposizione di intimismo tragico e commovente. Poi X & Y (2005), primo vero passo falso universalmente riconosciuto: il suono che si appiattiva, perdeva lucentezza e diventava mero pop plastificato scontato e sufficiente per vincere ancora nelle classifiche di Mtv ma del tutto inadeguato a scaldare i cuori dei più critici.

E allora eccoci con Viva la vida, che se non fosse per la parentesi che segue sembrerebbe quasi un annuncio di svolta spirituale o edonista. Per l’occasione Chris Martin, reduce dalla valanga di critiche per X & Y, chiama a sé il guru Brian Eno, uno che ha messo le mani in pasta un po’ ovunque nella musica che conta (Roxy Music, Talking Heads, U2, David Bowie, Ultravox, No Wave, Peter Gabriel, Devo).

Eno ha individuato il problema di X & Y in una eccessiva manomissione digitale e ha cercato di spostare i riflettori sul vero contenuto delle canzoni, su quello che lui definisce la “vita musicale”, ricercando un impatto più sincero e meno perfezionista. Al di là della filosofia artistica il lavoro concreto di Eno porta a due conseguenze di particolare rilievo: un suono più aperto alla musica world e un radicale sconvolgimento della struttura-pop del gruppo. Addio ai facili ritornelli e al formato classico dei Coldplay, chiuso in cantina il cantato in falsetto e largo a schemi che nelle intenzioni di Eno dovrebbero tendere al progressive.

E in effetti è quello che sembra accadere in 42 che dopo una partenza in stile A rush of blood to the head sfrutta una struttura funambolica in cui il pianoforte elegiaco lascia improvvisamente il passo dapprima a un impianto wave dalle chitarre aspre, poi a un pop accelerato e fluido fino al finale in cui il brano ripiega su sé stesso tornando alla malinconia iniziale. L’effetto di una struttura progressive circolare è in effetti soprendente per un gruppo che ha trionfato nel mondo con semplici motivi pop lineari. Il gioco viene ripetuto con minore radicalità ma con uguale successo in Death and all his friends che parte in maniera blanda dal binomio voce-piano prima di attaccare con una chitarra ora girovaga ora illuminante con un assolo eccellente.

I rimandi world spuntano qua e là e contribuiscono spesso a dare un valore aggiunto a brani la cui scrittura sarebbe invece tutt’altro che brillante. È il caso di Cemeteries of London, pop avvolgente che gode di un suono stratificato e denso (ottima ancora una volta la chitarra di Buckland) su cui Martin si traveste da cantastorie. È anche il caso di Lost?, splendida accoppiata di organo ficcante e percussionismo tribale che avrebbe benissimo potuto uscire dalla penna di un Thom Yorke particolarmente ispirato.

Il cerchio si quadra con Yes, ballata esotica e psichedelica che viaggia letteralmente tra violini rustici, motivi world e chitarre orientali prima di mutare faccia e di sfociare in una seconda parte che unisce lo shoegaze con degli U2 energici e filtrati.

Bono e compagni risuonano nelle orecchie anche nello splendido strumentale Life in technicolor che intreccia impeccabilmente chitarre, synth e base ritmica in una progressione avvincente.

Non mancano i momenti di spensieratezza come la frizzante Strawberry swing e la prima parte di Lovers in Japan/Reign of love, shoegaze in sottofondo mentre ritmi pop80s prendono il sopravvento.

È il suono denso in grado di riempire ogni spazio il segreto dei rinati Coldplay. Tuttavia non sempre le ciambelle escono col buco e alcuni brani sono lì a dimostrarlo: Viva la vida è tanto zeppa di archi da assumere fattezze epiche esagerate. E nonostante tutto ciò sembra la cosa migliore di un brano che, povero di idee e melodie incisive, non sa far altro che ripiegare su inutili coretti da stadio nel finale.

La scelta di eliminare ogni tipo di pop easy-listening diventa controproducente non appena il livello della produzione cala leggermente: la seconda parte di Lovers in Japan/Reign of love si perde in un’angusta elegia senza nerbo mentre il singolo Violet hill poggia su un cantato e dei chitarroni che non mostrano spunti creativi degni di nota.

Nel complesso comunque il risultato è più che soddisfacente e si può essere lieti del ritorno eccellente di un gruppo che nel bene e nel male è ormai nella storia di questi ‘00s. L’impressione però è che si debba ringraziare la linfa creativa di Brian Eno se non abbiamo dovuto sorbirci uno scialbo seguito di X & Y.

C Commenti

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Cas (ha votato 7 questo disco) alle 12:15 del 20 giugno 2008 ha scritto:

la cosa che più ho apprezzato di questo disco è che si pone indiscutibilmente come un album rock. poi sicuramente segna anche un bel passo avanti per i coldplay...però è stato un pò troppo pompato. insomma, condivido a pieno il voto peasy

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 9:13 del 2 luglio 2008 ha scritto:

Io ci ho provato anche questa volta, ma niente da fare.

Lupetto (ha votato 5 questo disco) alle 10:24 del 18 luglio 2008 ha scritto:

A me non convince e sono un fan dei coldplay, almeno fino a X&Y, ricordo quando ascoltavo i suoni di parachutes nella mia cameretta...e adesso per le mani mi trovo una band che vuole sono stare al centro dell'attenzione, nulla di male, ma le canzoni non sono di qualità, non mi piace nè la copertina, nè il titolo, o forse ha bisogno di moltissimi ascolti e alla fine dell'estate avro' cambiato idea, per ora è mediocre.

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 15:42 del 18 luglio 2008 ha scritto:

A me convince. Dopo il passo falso (non per le loro tasche) di XY riprende l'evoluzione di

questo gruppo, che sarà pure mainstream, ma sa

toccare le mie corde giuste. Punti deboli la

title track e il singolo, Violet hill. Consiglio

la versione con bonus track tra cui le acoustic version di Lost e Lovers in Japan.

Lupetto (ha votato 5 questo disco) alle 15:43 del 18 luglio 2008 ha scritto:

si ho anche quelle che sono davvero ben fatte... ma il plagio per viva la vida è spudorato.. e ha abbassato pesantemente il mio giudizio!

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 14:38 del 27 agosto 2008 ha scritto:

Mi hanno costretto ad ascoltarlo quest'estate... mi piace ancora meno di prima.

Brian Storm (ha votato 8 questo disco) alle 17:24 del 10 novembre 2008 ha scritto:

bello ma noisoo

mmh... album che ho ascoltato per una settimana intera e poi riposto nello scaffale.

Nulla supera A rush of blood...

Paranoidguitar (ha votato 8 questo disco) alle 9:55 del 24 novembre 2008 ha scritto:

Un 8 per l'impegno. I coldplay cercano sempre di spingersi un po' più in là del mainstream, ma quello che manca è il genio a mio parere.

Ci sono band che vogliono andare a 200 all'ora con una vecchia cinquecento. Non è questo il loro caso assolutamente. Loro vogliono andare a 200 all'ora con una 1200-1300. Per cui si sente che c'è qualcosa che non ingrana a dovere. Eno ha dato tanto alla musica ma a mio parere è in debito di ossigeno da parecchi anni. Dovevano rivolgersi ad altri produttori...risparmiavano nel budget e forse veniva fuori un disco ancora migliore

lev (ha votato 7 questo disco) alle 13:17 del 30 gennaio 2009 ha scritto:

beh, dopo la ciofeca di xy, questo sembra un capolavoro. forse lo hanno fatto a posta. comunque si tratta di un disco dignitoso, impreziosito da 2/3 pezzi piuttosto azzeccati.

johnny87 (ha votato 8 questo disco) alle 13:55 del 11 marzo 2009 ha scritto:

mi è piaciuto moltisimo questo ultimo disco dei Coldplay, soprattutto dopo il passo falso di X&Y.

tutte le canzoni sono ad un livello molto alto, ma la mia preferita è sicuramente Death and all his friends.

KidInTheRiot (ha votato 7 questo disco) alle 17:08 del 22 maggio 2009 ha scritto:

Se togliamo Viva la vida e Violet Hill, i due singoli di maggior successo, e magari insieriamo 2 o 3 pezzi da Prospekt's March, diventa un album ottimo. Così è tra il discreto e il buono..

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 18:58 del 22 maggio 2009 ha scritto:

Ma sì, anche per me è buono. Non ho mai amato particolarmente il gruppo, ma pezzi come "Lovers In Japan" fanno in effetti la differenza. 6,5.

Sor90 (ha votato 9 questo disco) alle 16:04 del 6 giugno 2009 ha scritto:

Lo trovo un disco davvero bello, è un evoluzione del sound dei Coldplay. Ma sbaglio o ogni album mi ricordano sempre più gli U2? Comunque X&Y non lo reputo così brutto, forse un pò forzatamente commerciale...

DucaViola (ha votato 6 questo disco) alle 7:38 del 18 luglio 2009 ha scritto:

Tutto sommato è un buon disco... l'unica cosa è che i loro album (a parte il primo) mi stancano presto. Sarà che alla fine non riescono mai a rinnovarsi in pieno, e quella morbidezza che li contraddistingue diveta per me un po' troppo eterea e ripetitiva.

Utente non più registrato alle 19:30 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

Disco un po' strano, all'inizio sei tutta contenta, le prime tracks ti trascinano e poi boh. Pare che Eno abbia detto ai Coldplay cosa fare e loro l'hanno fatto. Hanno perso un po' sè stessi mi sa. Non li 'sento' in quest'album.

DizionarioRock (ha votato 5 questo disco) alle 0:49 del 2 gennaio 2010 ha scritto:

disco molto sopravvalutato. arrangiamenti magistrali per coprire l'effettiva mediocrità

Bellerofonte (ha votato 7 questo disco) alle 12:19 del 3 aprile 2010 ha scritto:

A mio avviso difficile che raggiungano di nuovo i livelli di "A rush o blood to the head"

ROX (ha votato 7 questo disco) alle 10:50 del 4 gennaio 2011 ha scritto:

ho letto tutti i giudizi e non mi trovo pienamente d'accordo... è vero i primi due album sono bellissimi... ma a me questo piace assai... sarà il sound di Eno? Non lo so, ma è un disco che ho ascoltato molto anche con l'EP uscito in seguito

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 11:15 del 4 gennaio 2011 ha scritto:

Sicuro di averli letti tutti? A qualcun altro è piaciuto e la pensa più o meno come te...

ROX (ha votato 7 questo disco) alle 13:40 del 4 gennaio 2011 ha scritto:

RE:

si ho letto anche il tuo positivo... ma si discosta dal mio perché a me piace molto anche la title track

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 15:32 del 4 gennaio 2011 ha scritto:

Se è per quello per me non è granchè anche Violet hill. Ma non intendevo il mio giudizio. Dal tuo intervento poteva sembrare (mi era sembrato) che la maggior parte degli intervenuti non si fosse espressa positivamente su questo disco e rileggendoli (a cominciare dalla recensione) invece a me pare il contrario, al di la di qualche inevitabile distinguo. Vabbè ho pignoleggiato dai. Benvenuto Rox eheh.

ROX (ha votato 7 questo disco) alle 19:18 del 4 gennaio 2011 ha scritto:

RE:

evviva la pignoleria allora

grazie per il benvenuto

David (ha votato 3 questo disco) alle 17:56 del primo settembre 2012 ha scritto:

Gruppettino per ragazzine, ma tutto sommato meglio degli U2. Vabbè tutti son meglio degli Ucciù...

Mattia Linea (ha votato 10 questo disco) alle 14:13 del 18 agosto 2014 ha scritto:

In questo album non è presente una traccia al di sotto della perfezione. Ai tempi dell'uscita, fra Chris Martin e soci i rapporti erano molto tesi: soltanto il genio di Brian Eno poteva riappacificare i quattro musicisti, rinchiuderli in sala prove e incitarli a scrivere uno degli album più belli degli anni zero. In questo disco, i Coldplay hanno avuto il coraggio (non da tutti) di allontanarsi completamente dal loro vecchio stile musicale, melenso e soft. In "Viva La Vida Or Death And All His Friends", i quattro sperimentano nuove sonorità, a metà fra il pop, la musica orientale, il rock e la musica classica. Chapeau. Meraviglioso.

Lelling (ha votato 7 questo disco) alle 18:57 del 25 febbraio 2016 ha scritto:

Ma solo io trovo molto bello X&Y?