V Video

R Recensione

7/10

Kandle

In Flames

Ve li ricordate i 54-40? No? Ma come no? Beh non li ricordo neanche io, anche perché non credo di averne mai sentito parlare. Comunque erano un gruppo rock canadese che, quantomeno in patria, ottennero un buon successo per tutti gli anni ’80 e ’90. Il leader della band era Neil Osborne, una specie di Neil Young panchinaro che adesso fa il produttore e il tecnico del suono. Ed è proprio in questa nuova veste che si sta attualmente occupando di lanciare sul mercato discografico le sue due belle figliolette Coral e Kandle

Le due ragazze ci hanno prima provato insieme con il nome di The Blue Violets, poi hanno deciso di prendere strade diverse. Che entusiasmo, eh? E invece, quando ormai non ti aspetti più nulla da questa storia di “figli di papà di provincia”, ecco che il debutto di Kandle Osborne prende a schiaffi la tua supponenza e i tuoi pregiudizi. 

Prodotto da papà Neil, caratterizzato dalle chitarre di Sam Goldberg dei Broken Social Scene e spinto dalla circostanza favorevole di un paese (il Canada) che ha ormai ottenuto l’attenzione di tutto il pubblico musicale del mondo, “In Flames” è un disco molto piacevole, che arricchisce una scrittura semplice e immediata con arrangiamenti precisi che colorano di nero il rock di “So Bad”,  allargano lo spettro blues di “Winter” o aggiungono chitarre alla ballata soul “Control Me”. Su tutto, una sensibilità pop perfettamente in linea con i tempi (“Baby”, in collaborazione con Coeur de pirate) e poi Kandle che, novella Lana Del Rey virata blues, ammicca (“Protector”), seduce con foto in bianco e nero (“Sweet Dreams”), fuma una sigaretta appoggiata al bancone di un bar (“Not up to me”) e, senza cercare di stupire con effetti troppo speciali, indovina quasi tutti i brani in scaletta. Una cosa che probabilmente non è mai riuscita neanche a papà. 

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.