R Recensione

3/10

Keane

Perfect Symmetry

I Keane sono l’antipop. Apriamo così con questa affermazione sacrosanta una stroncatura che appare doverosa, inevitabile e anche prevedibile alla vigilia dell’ascolto. Si partiva prevenuti? Certo che si partiva prevenuti! Non si può negare infatti che per quanto si cerchi di essere critici e oggettivi il famoso gustibus influenzi in maniera decisiva il recensore. E il giudizio del suddetto in questo caso è alquanto impietoso nei confronti di uno dei gruppi più deleteri degli ultimi anni sfornati dalla corte di sua maestà britannica.

Ancor più nocivi perché non dichiaratamente mainstream ma in bilico tra Mtv e limbo alternative più o meno di nicchia, anche se chiaramente più spostati verso le charts. Come dire piaciamo alle ragazzine e proviamo a buttare l’amo nel laghetto dei nerds musicali che bazzicano soulseek. Più o meno quello che riescono a fare i Coldplay, anche se partendo da presupposti opposti (dall’underground al successo di massa). E il termine di paragone non è scelto a caso vista la spudorata influenza che Martin e soci hanno avuto sui Keane. La differenza ovviamente è che i Coldplay, seppur tra alti e bassi, un minimo di classe e talento ce l’hanno, mentre dischi come Hopes and fears (2004) e Under the iron sea (2006) non sembrano proprio dei gioielli innovativi di questo decennio.

Perfect symmetry se possibile riesce a fare anche peggio, lanciandosi in una versione dei Coldplay danzereccia appena spolverata di indie e con molti rimandi al wave-pop di una volta. E riesce anche a sorprendere notevolmente con l’intrigante new pop funkettaro di Better than this, nonché con il delicato sapore ‘80s in cui il cantato di Tom Chaplin, altrove insopportabile, acquista uno spessore notevole. Ma sono fontane nel deserto, e il cerchio si chiude con l’attacco vivace di Again & again, ultimo caso di new pop scintillante che riesce a combinare suoni ben curati e un cantato enfatico avvincente.

Il resto è alquanto deprecabile, e parlarne equivarrebbe a sparare sulla croce rossa. Ma da buoni cecchini perversi non si resiste alla tentazione di denigrare violentemente il pop barocco, patinato, vuoto e stracarico di Lovers are losing e Pretend that you’re alone, così come l’avulsa Perfect symmetry, sfarzosa, pomposa e priva di ogni idea che sia degna di nota. Ci si aggrappa a tre accordi di piano e a coretti proto-glam tra cui spuntano riflessi dei peggiori Queen, come nella moscissima Playing along.

Oppure si scade in un modello canoro che sembra arrivare laddove cantanti come Paul Banks e Matt Bellamy hanno solo lasciato intravedere qua e là: esasperazione epica inserita in un’intollerabile enfasi vocale. Laddove insomma sono giunti i Killers da un pezzo (forse da sempre). L’ugola che si apre per ricercare la potente perfezione e che si arrampica su decibel sempre più alti e sostenuti, pensando di essere originale o particolarmente suadente (Black burning heart, Spiralling).

E piovono gli sbadigli invece, raggiungendo picchi di produzione industriale nelle pessime ballate You don’t see me (praticamente gli U2 periodo How to dismantle an atomic bomb, cioè i peggiori di sempre) e nella conclusiva Love is the end. Ecco non so se l’amore sia effettivamente la fine ma sicuramente Love is the end è la fine di uno strazio, e non può che acquistare punti per questo suo dolce merito di calare il sipario su uno spettacolo pietoso.

V Voti

Voto degli utenti: 4,7/10 in media su 9 voti.
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Andrew 8/10
luca.r 1/10

C Commenti

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swansong alle 17:29 del 12 dicembre 2008 ha scritto:

Semplicemente, insopportabili!

non lo voto perchè, a parte il singolo (orribile!), non l'ho ascoltato. Ma mi sento di quotare "a scatola chiusa" il pensiero dell'ottimo Alessandro, anche alla luce dell'unico album che possiedo (Hopes and Fears, e tanto mi basta...)

Marco_Biasio alle 21:09 del 12 dicembre 2008 ha scritto:

Sì, "Hopes And Fears" è veramente orrido. Ma non allargherei la stroncatura anche a "Under The Iron Sea", mediocre ma sufficiente, almeno per me. Questo non l'ho sentito ma mi fido della recensione. Abbondantemente.

Roberto Maniglio (ha votato 5 questo disco) alle 10:58 del 13 dicembre 2008 ha scritto:

La carriera mediocre dei Keane

I keane li ho seguiti e ascoltati con attenzione ad ognuna delle loro 3 uscite sulla lunga distanza; ascoltati nel periodo i cui sono usciti penso che onestamente Hopes and Fears rasenti tutto sommato la sufficienza, Under the Iron Sea sia davvero mediocre e quest'ultimo Perfect Symmetry poco più che mediocre.

Roberto Maniglio (ha votato 5 questo disco) alle 11:00 del 13 dicembre 2008 ha scritto:

Dimenticavo...

Bravo Alessandro: ottima la recensione.

Fata Zucchina (ha votato 8 questo disco) alle 19:18 del 15 dicembre 2008 ha scritto:

già già

Buona e bella recensione.

L

Andrew (ha votato 8 questo disco) alle 18:19 del 27 maggio 2009 ha scritto:

inutilità e superficialità delle recensioni...

Mi sono imbattuto per caso in questa "recensione" veramente istruttiva perchè dimostra l'inutilità delle stesse. Un giudizio basato solo su preferenze personali ha poco valore a meno che non si individuino parametri oggettivi, ma è possibile far ciò quando si discute di pop? No. Allora almeno le baggianate scriviamole concise. Rimanendo soggettivo ma conciso, ho ascoltato Perfect Symmetry in un periodo molto difficile della mia vita e i testi di spiralling e lovers are losing sembravano essere stati captati dalla mia mente.

"You take the pieces of the dreams that you have

You cut them up and spread them out on the floor

You're full of hope as you begin rearranging

But any way you look at this Looks like...The lovers are losing"

Arrangiamenti perfetti, melodie che non scontano l'assenza di chitarra elettrica e voce del lead singer (certo provato dall'alchool) risultano "catchy" a primo ascolto. I detrattori, oltre a non comprendere evidentemente una parola d'inglese, si accartocciano in una critica prevalentemente sterile che cerca di misurare un valore sulla base di scale inappropriate... ottimo POP

REBBY alle 9:14 del 28 maggio 2009 ha scritto:

inutilità delle recensioni

Il mio parere: una recensione non è inutile se si

ha intenzione di discutere, ovviamente da entrambe

le parti. Altrimenti capisco il tuo punto di vista

visto che non sei d'accordo con quanto scritto.

Dire contemporaneamente che non è possibile

individuare parametri oggettivi e che i detrattori

cercano di misurare un valore sulla base di scale

inappropriate è da "furboni": tutti vorrebbero la

botte piena e la moglie ubriaca (eheh)

Alessandro Pascale, autore, alle 11:16 del 28 maggio 2009 ha scritto:

certo andrew che se per tirarsi un pò su dalle delusioni della vita se ne esce fuori con i keane...insomma...

voglio dire con tutto il rispetto eh, ma anche il testo che hai citato io personalmente lo trovo banale, trito e ritrito, scontato, pieno di luoghi comuni, impersonale e piacione.

Probabilmente è un problema di sensibilità o di età (o di cultura letteraria), non c'è niente di male cmq, la critica testuale è ovviamente soggettiva. Però insomma c'è un limite a tutto...

Sugli arrangiamenti mi sono già pronunciato e ribadisco: pomposi, stracarichi, eccessivi, opulenti. Ma questo è probabilmente un altro mio limite, perchè ho sempre preferito l'immediatezza e il ruvido al levigato e raffinato. Certo però che non disprezzo a priori un siffatto stile, tant'è vero che ho già apprezzato e continuerò ad apprezzare gruppi pop con simili caratteristiche.

Insomma si parte sempre da un determinato punto di vista ma si è sempre pronti a cambiare idea se ce n'è motivo