Air
Talkie Walkie
Forse per gli Air il ruolo di "electric performers" stava un po' stretto. E allora il duo francese abbandona quella elettronica un po' psichedelica di "10.000Hz Legend" che aveva lasciato l'amaro in bocca a molti, forse per l'inadeguato confronto con il precedente "Moon Safari", album della serie "come questi se ne fa uno e basta".
E questo "Talkie Walkie", terzo lavoro per gli Air se escludiamo l'esperienza cinematografica di "Virgin Suicides" e il reading con lo scrittore Baricco, ammica con nostalgia proprio alle atmosfere rarefatte di "Virgin Suicides" allontanandosi sempre maggiormente dall'album di debutto. Le prime note di "Venus" lasciano intendere le sfumature dolci del disco che sfociano nel primo singolo "Cherry Blossom Air", un elettro-pop molto ben fatto e accattivante, frutto dell'incredibile abilità negli arrangiamenti del duo francese.
Per la prima volta nella loro carriera gli Air non si servono di vocalist esterni. Tutti i brani del disco sono cantati da Jean-Benoit Dunckel con quel suo affascinante cantao inglese con l'accento francese. Un disco caratterizzato da un minimalismo elettronico che dipinge atmosfere notturne, fragili e che dimostra la grande maturità compositiva raggiunta dal duo, ormai distante dalla preziosa ingenuità di "Moon Safari".
Non saprei dire se questo è un pregio o un difetto, fatto sta che questo "Talkie Walkie" è un disco elegante, ben curato e che non fa rimpiangere i precedenti capitoli di questa storia francese. Piuttosto ne aggiunge un nuovo, nuovamente diverso dai precedenti. L'importante è saperlo apprezzare al meglio.
Tweet