R Recensione

9/10

Benoit Pioulard

Precis

E' interessante notare come il post rock, filone di punta dei tardi anni '90, sia stato protagonista, in questi primi scampoli di nuovo millennio, di una trasformazione progressiva e imprevedibile, in tutte le sue mille anime e incarnazioni, da quella più chitarristica e organica, a quella più elettronica ed eterea. Interessante notare anche come parte dell'intransigenza e della ieratica circolarità degli inizi abbia ceduto il posto ad aperture più o meno nette verso una maggiore sensibilità melodica: basti pensare alle sinfonie disturbate di Godspeed You Black Emperor! e Mono, all'introduzione del cantato nei dischi dei Mogwai, alle ultime uscite del versatile David Pajo, sia con gli Swans che con dischi solisti sempre più vicini al cantautorato.

L'ala più elettronica del non movimento si è pian piano avvicinata alle sonorità glitch, più o meno pop, ed etichette storiche del genere hanno allargato e diversificato il loro catalogo.

Emblematico il debutto sulla lunga distanza di Benoit Pioulard, alias Thomas Meluch, già nelle fila della cult band post rock Esmae. Il disco si intitola Précis ed esce per la Kranky, storica etichetta americana dal suono isolazionista e minimalmente oltranzista, antesignana del glitch più algido con band come Labradford e Pan American. Si parla di anni ma pesano come secoli ...

Non tragga in inganno il cosmico minimalismo de La Guerre De Sept Ans, omaggio ai tempi che furono e alla memoria dei maestri Kraut, il cuore del disco sta altrove, come si svela già dalla seconda traccia, ballata sonnacchiosa in cui i suoni siderali passano in secondo piano, (rimarranno comunque presenza costante per tutto il disco) e si affacciano suoni più organici, una voce prima, una chitarra, seppur nascosti dietro una coltre nebbiosa di rumori e riverberi.

Ext. Leslie Park è una splendida ballata folk, cantata galleggiando nelle profondità del cosmo, Triggering Back è un gioiellino di indie folk, vicino alle prodezze armoniche degli Shins.

Alan & Dawn è semplicemente commovente, un folk pop col cuore lacerato da progressioni struggenti degne del migliore slowcore, memore dell'afflato epico dei maestri GSYBE.

Corpus Chant innesta un cantato pensoso sull'avanguardia neoclassica del maestro Max Richter, Palimend e Sous La Plage rieccheggiano i passaggi più seriosi e lineari della Beta Band, Hirondelle è un'incantevole filastrocca pop anni '60.

Si chiude in bellezza, col post rock struggente e circolare di Patter e la splendida Ash Into The Sky, quasi un apocrifo dei migliori Kings Of Convenience, un pò meno folk e un pò più spaziali.

Il futuro del pop passa (anche) di qui.

V Voti

Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 3 voti.
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marcus 9/10
target 6/10

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