V Video

R Recensione

8/10

Glass Animals

Zaba

Io non ho letto “The Zabajaba Jungle”, racconto per bambini di William Steig (creatore anche di Shrek) che ha ispirato i Glass Animals per il loro sound, ma mi piace immaginarlo come una sorta di “Nel Paese delle Creature Selvagge” dalle tinte dark. Soprattutto perchè il primo incontro coi Glass Animals è stato con il video di “Exxus” (presente nell’EP “Black Mambo” e criminalmente esclusa dall’album di esordio) dove dei beat sinistri comatosi si sposavano alla perfezione con le sovrapposizioni vocali di matrice folk, accompagnati da allucinatissime animazioni in stop motion.

La realtà non dev’essere così distante da quello che immagino, se diamo credito a ciò che ascoltiamo: l’esordio del quartetto di Oxford, prodotto da Paul Epworth (Bloc Party, Chapel Club, The Rapture) è un viaggio di esploratori britannici che si infiltrano fra la vegetazione e i ritmi esotici. Gli Alt-J in veste di Indiana Jones, i Foals col machete che tagliano i rami insidiosi, i Wild Beasts signorili a cavallo di un elefante. Il passo è a volte quello lento e cadenzato di un “trip-hop della foresta”, a volte è quello di un afro-pop sciamanico in un canovaccio capace di richiamare alla mente dai Massive Attack ai Vampire Weekend, per dettagli, attitudini, sfumature. Parole d’ordine, in ogni caso, esotismo e ritmo (una posizione di partenza simile ai compatrioti Troumaca).

La voce di David Bayley è un ibrido fra la sensualità di Thorpe dei Wild Beasts e lo pseudo-flow di Newman degli Alt-J, che tende a momenti più da un lato che dell’altro. Colpisce la capacità di creare veri e propri mantra vocali, ricercati sillaba per sillaba, la cui crescita è affidata ai dettagli sonori, rifinitissimi, fra fruscii ambientali, versi di animali, percussioni e interventi delicati di elettronica che mostrano una produzione eccellente e un’idea sonora decisamente matura per un esordio.

Addentriamoci allora in questa giungla, con “Flip” in cui già si rivela la formula, il passo circospetto, i rumori selvaggi che cedono il posto ad una corsa col cuore in gola “I wanna go back, I wanna go back”. L’incontro perfetto fra i numi tutelari Wild Beasts e Alt-J lo si trova in “Black Mambo” prodotta con ancora più meticolosità per essere inserita nell’album, sinuosa, lenta, il basso lascivo, il falsetti finali androgini. “Pools” ricama sul world latente di "Taro" tirandone fuori un arazzo più colorato e più ritmico.

La prima parte dell’album mette in fila uno dopo l’altro dei pezzi da 90, ma per quanto sia difficile scegliere, l’orecchio non può che posarsi su “Gooey”, giustamente estratto come singolo. E’ un downtempo dalla linea vocale sensuale e dalle percussioni subaquee, un R’n’B carnale decorato da tastiere aeree. Il verso si trasfigura nel bridge e nel ritornello in un effetto ipnotizzante, i cambiamenti quasi impercettibili eppure fondamentali.

L’ossessione erotica dei Wild Beasts è portata a livelli patologici “Ride my little Pooh bear, I wanna take a chance”. Cosa?

Nel cuore delle terre selvagge la danza tribale “Walla Walla” scomoda i Radiohead nel break di batteria. Ci si avventura in un antro ammaliante, i ritmi calano, “Hazey” è un downtempo dei più prossimi al R’n’B, “Wyrd” attacca come i Massive Attack ma finisce in un ritornello sudaticcio dalle tentazioni radiofoniche. “Cocoa Hooves” gioca col pop vintage su scenari lounge, ci si allontana sempre di più dai lidi art-pop in “JDNT” (a me continuano a venire in mente i Morcheeba, ma prendetelo con le pinze).

Anche se la luce filtra tra le fronde degli alberi, il lato più affascinante resta quello misterioso, profondo e oscuro, dove degli occhi famelici stanno in silenzio ad osservare.

Il pop inglese è vivo, ha scritto sopra “arty”, grosso come una casa e continua a fagocitare generi e stili come da tradizione; i Glass Animals sono solo l’ultimo dei nomi. Qualunque sia il sentiero che intraprenderanno, dovessero addirittura riuscire ad attraversarla indenni questa foresta, sono pieni di risorse e noi, come le belve, staremo lì appostati ad aspettare la prossima mossa.

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Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 7 voti.
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4AS 7/10
JetBlack 6,5/10
REBBY 8/10
andy capp 8,5/10

C Commenti

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fabfabfab alle 9:35 del 16 luglio 2014 ha scritto:

Questo lo provo subito...

4AS (ha votato 7 questo disco) alle 13:17 del 9 ottobre 2014 ha scritto:

Esaltante a livello di singoli, forse un tantino monotono in tutta la sua durata. Un EP sarebbe stato una bomba.

Cmq promossi, proposta davvero interessante. Sono curioso di vedere gli sviluppi successivi...

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 10:34 del 19 maggio 2015 ha scritto:

Al tirar delle somme il mio preferito tra i dischi d'esordio del 2014.