London Grammar
If You Wait
Oddio, Florence Welch ha già pubblicato un nuovo singolo?! No, un attimo, sto sentendo delle tonalità diverse.. chi diavolo è?
Questa è stata la reazione al primo ascolto di "Wasting My Young Years", singolo di punta dell'album d'esordio dei London Grammar, trio art-pop inglese formato da Hannah Reid, Dot Major e Dan Rothman. Immaginatevi di poter fondere insieme la potenza vocale di una Florence Welch con il timbro malinconico di Elena Tonra: quello che ne verrà fuori sarà proprio la voce di Hannah.
Ciò che colpisce improvvisamente è proprio il fatto che si sta parlando di un album d'esordio; i tre ragazzi hanno infatti alle spalle un furbo EP ("Metal And Dust") con il quale si sono fatti inizialmente conoscere ad una fetta di ascoltatori, per poi tentare il tutto per tutto con questa opera. Quello che emerge dall'ascolto di If You Wait è sicuramente la volontà della band di colpire immediatamente l'ascoltatore con un album omogeneo e con uno stile ben definito che permette subito di inquadrare il genere di appartenenza: un art-pop plasmato con intelligenza e profonda attenzione ai particolari, nel quale ogni passaggio di qualunque canzone è curato nei dettagli, mostrando inevitabilmente la loro mirata ricerca di perfezione stilistica.
Come già detto l'art-pop fa sicuramente da padrone, affiancato però da sonorità soul e soprattutto ambient, tant'è che il paragone con gli XX diventa quasi inevitabile. Mentre infatti la voce (strumento in più per il gruppo) rimanda a Florence And The Machine e ai Daughter, gli arrangiamenti ricordano proprio il trio indie-pop britannico.
L'esaltazione dell'ascoltatore viene a crearsi dalla capacità di questi tre ragazzi di colpire le corde emozionali fin da subito: Hey Now, la traccia di apertura dell'album è la porta che lentamente si apre permettendo all'ascoltatore di entrare nell'universo malinconico di "If You Wait", trascinandolo con sé in modo gentile e pacato.
Sembra impossibile capire come tante tracce così ben riuscite possano far parte dello stesso album, a maggior ragione quando si tratta di un album d'esordio. Ancora più difficile è capire come abbiano potuto creare un vero e proprio mondo acustico fatto di malinconia e afflizione nel quale anche l'ascoltatore meno attento e più ingenuo si perde entrando in una sorta di trance. Ed ecco Stay Awake e Shyer che arrivano puntuali a chiudere quella porta e mostrare l'ambiente circostante: qualunque nota non è messa lì per puro caso, ogni strumento fa il suo compito e il complesso ne risulta davvero soddisfacente.
Gli arrangiamenti aumentano leggermente velocità con Wasting My Young Years, una delle canzoni più coinvolgenti di questo 2013, con un ritmo che cresce fino al ritornello, per poi ripartire languida e tranquilla fino ad esplodere nuovamente nel finale. Epica.
Le undici tracce convincono individualmente, ma è nel collettivo che si esaltano, creando una perfetta amalgama ed omogeneità. Compaiono così altre tracce sempre secondo lo stesso filone ambient-pop: la seguente Sights può essere tranquillamente vista come una celebrazione della splendida voce di Hannah, che riesce qui ad esprimersi in tutte le sue forme e trasformare la canzone in un epico melodramma di oltre quattro minuti, mentre in Metal & Dust, primo singolo estratto, si divertono a giocare con effetti elettronici ben costruiti, qualche rima e una lenta batteria che scandisce il calore riscaldante del ritmo, con gli archi a chiudere la composizione in modo magistrale.
Sebbene siano presenti tre ballad basate su giri di piano quali Interlude (Live), Nightcall e la titletrack, che sembrano distaccarsi leggermente dalle melodie dell'album con lo scopo di non annoiare ed evitare la ripetitività, purtroppo alla lunga l'album rischia di stancare un po' perché delineato su binari eccessivamente simili.
Ovviamente questo non toglie la positività di un esordio che, oltre a far ben sperare, non lascia l'amaro in bocca al termine dell'ascolto ma, al contrario, trasmette un senso di completezza che pochi altri sanno dare.
PS: da non dimenticare l'album in versione deluxe, con l'aggiunta di brani altrettanto validi, tra i quali spicca Darling Are You Gonna Leave Me, che si distacca dalla ormai nota melodia dell'album, con un ritmo più veloce e movimentato.
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