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R Recensione

10/10

Serge Gainsbourg

Histoire De Melody Nelson

Serge Gainsbourg? Chi il francese? Quello del brano scandaloso?

Fate la prova con chiunque abbia avuto tra i 15 e i 35 anni nel 1969, vi sarà impossibile trovare qualcuno che non abbia mai ascoltato il brano. E' sconcertante, l’unica hit mondiale di Gainsbourg se la litiga con Yesterday dei Beatles in quanto a popolarità, sì perché Serge Gainsbourg, che in Francia è una istituzione sin dai suoi esordi fine anni ’50, è conosciuto al grande pubblico quasi esclusivamente per il mega-singolone Je t’aime…moi non plus in duetto con Jane Birkin, praticamente un inno all’amplesso la cui traduzione potrebbe creare qualche imbarazzo ancora oggi.

È sulle ali di questo favore popolare che l’anno successivo Gainsbourg inizia a lavorare ad un concept album di grande ambizione e che finirà per essere unanimemente riconosciuto come la sua opera primaria.

Histoire de Melody Nelson è registrato tra Londra e Parigi tra l’aprile ’70 e il febbraio ’71, è la narrazione dell’incontro tra un uomo di mezza età ed una candida sensuale minorenne (Melody Nelson appunto, interpretata dalla splendida Jane Birkin ritratta anche in copertina).

I fari di una Rolls-Royce avanzano nella notte tra le viuzze inquietanti di una periferia, quando l’uomo alla guida perde il controllo dell’auto urtando una bicicletta, la prima immagine che l’occhio fotografa è la gonna rialzata sulle mutandine bianche della ragazza a terra.

- Come ti chiami?

- Melody

- Melody come?

- Melody Nelson

- Melody Nelson ha i capelli rossi…del loro colore naturale.

È con l’incontro dei protagonisti che si apre l’album, i sette minuti e mezzo di Melody fremono nelle chitarre distorte e nelle svisate blueseggianti memori della lezione Velvet Underground, svincolate da ogni freno di legge e di pudore, tenute basse nel missaggio sono il pilastro ideale su cui poggiare le lussureggianti linee vocali di Gainsbourg, basso e batteria lavorano di fino e gli archi arrangiati da Jean-Claude Vannier sono scintille di luce abili ad evidenziare i momenti salienti dell’incontro tra i due, per poi svanire rapidamente.

Ballade de Melody Nelson ha la delicata inclinazione di un orecchiabile twee pop ante litteram, ed è qui che l’autore delinea l’incontrollabile flusso di equivoca passione che lo anima, mentre il minuto e mezzo per soli archi di Valse de Melody lascia trasparire la vena disillusa di un uomo maturo in bilico tra ragione e sentimento.

Ah! Melody è una garbata ballad di chitarra arpeggiata, arricchita dal soffio di un corno francese di grande effetto, qui si palesa l’ossessione malsana dell’uomo confuso ed incapace di assorbire un eventuale distacco.

In L’Hotel Particulier si consuma l’atto sessuale tra giochi di specchi e colonne stile rococò, la descrizione ambientale di Gainsbourg è maniacale, il mood del brano è quello di un erotic-thriller movie, gli accordi stoppati di chitarra funk sono sopraffatti da break di piano ed archi, la voce…suadente ed in primo piano…satura i woofer in tutta la loro ampiezza, lasciando rapidamente spazio allo strumentale En Melody, un liberatorio rock-blues post-coito.

Cargo Culte è una rivisitazione accresciuta del brano d’apertura, concettualmente è la traccia dove si consuma la tragedia dopo il distacco, Melody torna a Sunderland con un volo 707, l’uomo rifacendosi idealmente ad un antico culto tribale della Nuova Guinea, augura il disastro aereo alla ragazza, alimentando così la folle illusione che questo sia l’unico modo di poter riavere il suo “amore inadeguato”.

In Histoire de Melody Nelson sono condensati trenta minuti di pièce teatrale nei quali rock, funk, blues, crooning e pop sinfonico si fondono in un melting pot di una bellezza intuitiva senza precedenti, il tutto distillato con passione, perversione e dissolutezza: l’irrinunciabile tratto emblematico di Gainsbourg ....e dello spirito dell’estasi.

V Voti

Voto degli utenti: 9,2/10 in media su 19 voti.
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loson 10/10
rael 9/10
krikka 9/10
DavideC 10/10
ozzy(d) 10/10
REBBY 9,5/10
gramsci 10/10
Lepo 10/10

C Commenti

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loson (ha votato 10 questo disco) alle 9:12 del 19 settembre 2008 ha scritto:

a masterpiece

Genialità (e viziosità) allo stato puro. Musicalmente avanti anni luce. Da avere assolutamente.

P.S. Paul's the master! ;D

fabfabfab (ha votato 10 questo disco) alle 9:26 del 19 settembre 2008 ha scritto:

Grandissimo disco. Grandissimo Gainsbourg.

Giusto per capire il personaggio:

REBBY (ha votato 9,5 questo disco) alle 11:15 del 22 settembre 2008 ha scritto:

Mi aggiungo al coro: capolavoro

ozzy(d) (ha votato 10 questo disco) alle 21:05 del 7 agosto 2012 ha scritto:

10 secco, gainsbourg uno dei pochi francesi che mi stanno simpatici. la prima traccia è da orgasmo in tutti i sensi, bravo paul!

nebraska82 (ha votato 9,5 questo disco) alle 10:09 del 31 dicembre 2012 ha scritto:

disco immenso e a dir poco influente ( il beck di "sea change", tanto per fare un nome). l'hotel particulier è fantastica, anche se più che a "colonne in stile rococo'" in realtà fa pensare a uno squallido alberghetto sulla tangenziale...

Paolo Nuzzi (ha votato 10 questo disco) alle 18:55 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Capolavoro assoluto. Punto e basta e complimenti vivissimi al recensore.

FrancescoB (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:24 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Il mio 8,5 dell'epoca non rende onore a un lavoro epocale, forse sono stato condizionato dal fatto che Gainsbourg sembra aver pubblicato solo questo disco. Mentre a mio avviso la sua discografia è maestosa e quasi senza sbavature, io venero tutti i primi lavori, e arrivo a "Lemon Incest".