R Recensione

7/10

Mira Calix

Eyes Set Against The Sun

Con il suo penultimo lavoro Skimskitta (escludendo il successivo mini cd Three Commissions e Push Door to Exit, realizzato sotto il moniker Alexander’s Annexe), Chantal Passamonte, alias Mira Calix, ci aveva fatto intravedere un allontanamento dai canoni puramente Warp, ma non ci aveva dato ancora l’impressione di aver trovato un suo linguaggio personale, un modo di comporre musica che ne evidenziasse i tratti distintivi.

Con l’ultima fatica Eyes Set Against The Sun, ciò in parte sembra essere avvenuto.

L’introduzione della voce come uno degli elementi principali e portanti dell’intero disco, è sicuramente la dimostrazione di un’originalità che qui, più che nei lavori passati, raggiunge il punto più alto.

Atmosfere eteree, un mondo sospeso nel vuoto dove gli “errori” glitch scolpiscono il suono, che a sua volta si adagia perfettamente su di un ripiano solido, creato attraverso una dimensione notevolmente più acustica: queste sono le prime impressioni che ci suscita questo intreccio tra reale e fittizio.

Sembrano però non essere state dimenticate del tutto le origini, di cui la Passamonte si ricorda e dalle quali trae ispirazione con citazioni Autechriane (Umbra/Penumbra, The Way You Are When) e un incedere elettronico, il più depresso possibile (The Stockholm Syndrome).

C’è posto addirittura per certo pianismo a là Webern (Eeilo), che ruba momentaneamente il ruolo alla parte vocale, quasi a volerne far sentire la mancanza.

Un disco dalla struttura decisamente avanguardista, ma che muove i suoi passi in una direzione votata a rendere l’ascolto immediato e non complesso, quasi a voler lanciare un messaggio alle ideologie più conservatrici, come ad affermare che da qualche tempo anche chi suona un computer può e deve essere considerato un musicista.

Mai come qui starebbe bene un riferimento a ciò che Iannis Xenakis espresse nell’ormai lontano 1971: “Con l’aiuto dei computer, il compositore diviene una specie di pilota di una navicella spaziale in viaggio attraverso lo spazio del suono, attraverso galassie soniche che precedentemente potevano soltanto essere avvistate attraverso un sogno lontano”.

Chi ha orecchie per intendere, intenda.

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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