Shine 2009

Our Nation

Non è molto popolare essere europeisti ora. Fa quasi primi anni ’90, quando il Topolino regalava la carta di identità europea ai suoi giovani lettori e Giochi Senza Frontiere faceva scoprire le meraviglie nascoste di ciascun paese ai fedeli fan di Ettore Andenna. I finlandesi Shine 2009, d’altronde, a dispetto del nome, continuano a essere molto primi anni ’90, sicché questa euforia filo-vecchio-continente non stona affatto con il loro sound, così come non stona con il loro citazionismo il kitsch un po’ autoparodico (ma non saprei fino a quanto: forse involontariamente) della copertina, dove regna una buffa accozzaglia di cliché finnici (mancano le zanzare e i piloti).

Rispetto all’esordio, questo “Our Nation” diminuisce un po’ i rimandi balearici, pur rimanendo ancorato a un dance pop come-se-fosse-il-’92, mentre aumentano gli addentellati alla tradizione pop scandinava, talché sembra, qua e là, di avere a che fare con i Kings Of Convenience remixati dai Saint Etienne (“Older”, con educati ammicchi jungle), in un trionfo di melodie solari lontanissime dall’immaginario suomi che abbiamo noi mediterranei (“Eurozone”, dove spicca il riuso dei sample, di nuovo, in modo molto Novanta).

Ne esce un lavoro sfacciatamente easy listening, che vaga tra un lounge rilassato (“No Thanks”) e una soft dance da M People resuscitati (“Good Times”) o in stile The Embassy, pieno di chitarre acustiche che tengono il tempo tra cori femminili d’antan (“Love, Love, Love”) e tandem linguistici decisamente old fashioned (“Suomen Sydan”: metà in finlandese metà in inglese). La faccenda funziona, fila con leggerezza e non senza un tocco di eleganza, lascia qualche melodia azzeccata e se ne va nella bellezza nostalgica di un piano bounce con beat nascosto sottopelle (“Our Nation”) che non vale ad aggiungere gli Shine 2009 tra gli orgogli finlandesi da esportazione ma quanto meno a segnalarli per qualche ascolto disimpegnato.