R Recensione

7/10

Brian Wilson

That Lucky Old Sun

Se i Beach Boys (o quello che ne rimane) sono ormai una macchietta patetica guidata dal solo Mike Love, il genio di Brian Wilson sembra aver ritrovato lentamente lo smalto dei tempi d’oro da quando nel 2002 portò in tour “Pet Sounds” accompagnato da una giovane band che non aveva nulla da inviare ai beach Boys originali.

Due anni dopo seguirono addirttura due album: la raccolta di inediti  “Gettin' In Over My Head” (più che discreta) e lo splendido “Smile”, il disco dei Beach Boys che non vide mai la luce del giorno. Il 2005 è l’anno di “What I Really Want For Christmas” raccolta di canzoni natalizie eseguite con gusto sopraffino.

È quindi con una certa trepidazione che si attendeva la nuova fatica del vecchio Brian soprattutto  quando è trapelata la notizia che all’album ha collaborato il geniale Van Dyke Parks (co-autore di "Smile") e che il nuovo materiale sarà il terzo concept album del nostro; senza contare che il tutto verrà licenziato per la Capitol Records, storica etichetta dei Ragazzi di Spiaggia.

Superato lo shock per la terribile copertina, sin dalle prime note ci si sente subito a casa con polifonie di matrice tipicamente Beach Boys ed arrangiamenti barocchi . Il primo brano vero e proprio è “Morning Beat” che sembra uscire dalle session di “Pet Sounds”, ma con un sound più asciutto. La successiva ed agrodolce “Forever My Surfer Girl” ripesca ancora più indietro al periodo “Summer Days (and Summer Nights!!) “ e “Today” con un gioiellino di pop tutto da sgranocchiare.

Dopo questo buon inizio segue una doppietta meno riuscita come l’evitabile e rindondante “Live Let Live” e la (volutamente?) kitsch “Mexican Girl” con tanto di fisarmoniche, sezione di fiati, percussioni, chitarre latine e break centrale in spagnolo.

Si torna su territori più consoni con “California Role” e soprattutto “ Oxygen To The Brain” con le sue ripartenze e con strati di arrangiamenti quasi fiabeschi a cui segue la ballata d’altri tempi “Midnight's Another Day” un gioiellino pop che pochi possono permettersi.

I due brani posti in chiusura sono il boogie bizzarro “Going Home” e la ballata retrospettiva “Southern California” che esordice così “I had this dream singing with my brother, In harmony supporting each other” dove la voce invecchiata, ma ancora emozionante di Brian ci rimanda alle dolci melodie della delicata “Caroline No”.

Nonostante l’album rimanga lontano dalla magia di “Pet Sounds” e “Smile” questo “Lucky Old Sun” è un’ulteriore conferma, se ce ne fosse la necessità, dell’abilità compositiva di Brian “lucky old son” Wilson e della sua maestria come arrangiatore e di questi tempi non è poco.

V Voti

Voto degli utenti: 6,1/10 in media su 4 voti.
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REBBY 6/10
ThirdEye 4,5/10

C Commenti

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REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 11:14 del 27 ottobre 2008 ha scritto:

American easy listening svolto con una certa dose

di classe da un musicista stravecchio che ha

influenzato numerose generazioni di statunitensi

e che ancora oggi, a ben ascoltare, "è presente"

in varie nuove uscite di artisti talvolta molto

acclamati, qualcuno anche dal ns. sito. Non è

proprio il mio genere, ma sono comunque sorpreso

del fatto che, a parte Giacomo, nessuno abbia

quotato e/o commentato questo album. Consiglio

l'ascolto almeno di California role/That lucky

old sun e Can't wait too long (io ho questo

titolo, nella track di Vikk credo sia Been too

long).

Paolo Nuzzi (ha votato 7 questo disco) alle 14:37 del 10 dicembre 2015 ha scritto:

Eccomi, all'epoca non ero ancora iscritto e non potevo commentare. Buon disco, di certo anni luce da quell'abbagliante capolavoro che è "Smile". Un buon bignamino di ciò che uno dei più grandi talenti pop di tutti i tempi è capace di fare, e non è poco.