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R Recensione

7/10

Jarvis Cocker

Jarvis

Jarvis Cocker è noto ai più come frontman dei Pulp, band di punta del Brit Pop (anche se la band si era formata ben prima dell’esplosione del fenomeno) e splendido esempio di pop a cavallo tra decadentismo barocco e glam d’autore. La sua prima uscita in solitaria risale al 2003, con il disco Heavy Night With, uscito sotto la sigla Relaxed Muscle, un divertissement electroclash uscito quando il movimento sferrava i suoi ultimi colpi di coda.

Questa volta, invece,Jarvis Cocker fa sul serio e se ne esce con un disco solista, questo Jarvis (2006), che riprende molti degli elementi stilistici dei Pulp, filtrandoli però in un’ottica più cantautoriale: al suo fianco troviamo Steve Mackey e Richard Hawley (quest’ultimo a sua volta protagonista dal 2001 di alcuni splendidi dischi solisti ), rispettivamente basso e chitarra (turnista) del gruppo di Cocker. Stilisticamente è un pop leggermente più lineare e classico di quello che ha reso famosi i Pulp, una sequenza di ballate dotate di una fulgida grana pop e con il marchio dell’autore di razza ben impresso sul fianco: da una Black Magic che riecheggia alla lontana la mitica Crimson And Clover (Shondells) all’instant pop di From A to I e Heavy Weather, dalla ninna nanna di Baby’s Coming Back to Me al puro Pulp style di Don’t let Him Waste Your Time, passando per un paio di canzoni che potrebbero ben figurare nell’ultimo Badly Drawn Boy, come Disney Time e I Will Kill Again. Con conclusioni per certi versi analoghe a quelle tratte per l’ultimo di Gough: la classe c’è tutta, l’istinto pop è indubbio, e di cadute di tono e stile non ve ne sono, ma qualcosa sembra mancare.

Può essere bollato come un atteggiamento nostalgico dei tempi che furono, ma i Pulp, francamente erano un’altra cosa: Jarvis Cocker ha 43 anni suonati e non gli si può certo chiedere di fare il ragazzino, (anche se i Pulp non sono mai stati un gruppo particolarmente teen, anzi), semplicemente qualche rimpianto questo “debutto” solista, pur ottimo, lo lascia.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 13 voti.
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gigiuz 3/10
target 7/10
REBBY 7/10

C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 8 questo disco) alle 18:44 del 14 marzo 2007 ha scritto:

Ma no, dai...

A me non ha lasciato rimpianti, è un gran disco lo stesso!

gigiuz (ha votato 3 questo disco) alle 18:56 del 4 aprile 2007 ha scritto:

Tristo

Purtroppo Jarvis ha toppato, non riuscendo a uscire dal suo cliché, o dai suoi abiti e dalla sua personalità debordante

greg ranieri alle 14:59 del 27 aprile 2007 ha scritto:

Si lascia ascoltare, ma i pulp erano un'altra cosa.

Asidrec (ha votato 8 questo disco) alle 17:25 del 25 maggio 2007 ha scritto:

Niente male, e massimo rispetto per uno che ha conosciuto il successo (meritato) senza rincorrerlo dalle prime pagine del Sun, o merdate del genere!

Paranoidguitar (ha votato 7 questo disco) alle 14:26 del 20 novembre 2008 ha scritto:

j.c.

mi ha lasciato perplesso...nulla di particolarmente mostruoso

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 16:54 del 20 novembre 2008 ha scritto:

...Si però Fat children la sto godendo ancora.

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 17:09 del 18 aprile 2013 ha scritto:

riascoltato in questi giorni, è veramente un bel disco di eclettico cantautorato '00. se ne è parlato poco da queste parti...forse xche è stata una delle primissime rece di SdM (il sito non era molto popolato come oggi). mi piacerebbe sapere cosa ne pensano cultori del calibro di salvatore e mauro (magari alla luce di nuovi ascolti), insomma chi conosce il disco si faccia sotto....)

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 17:13 del 18 aprile 2013 ha scritto:

manca anche target all'appello, cose dell'altro mondo.....

target (ha votato 7 questo disco) alle 20:15 del 18 aprile 2013 ha scritto:

Eh, chettedevodadì, paul: domani mi metto il cd in macchina andando al ricevimento generale dei genitori, e poi ti dico. Quindi il giudizio potrebbe essere qualcosa tipo "Jarvis avrebbe potuto applicarsi di più", eheh.

salvatore alle 20:51 del 18 aprile 2013 ha scritto:

Eccolo, presente! Bello, Paolo, bel disco... Insomma pop di classe! Curato negli arrangiamenti e nella scrittura, con un pugno di belle canzoni. Dallo spudorato Brit Pop di "Don't Let Him Waste Your Time" a quello più vintage di "Heavy Weather". Le mie preferite sono, però: "I will kill again" che, nonostante la sua "britannicità" palese, mi ha sempre fatto pensare ad "After the Gold Rush" (intendo proprio la canzone) ed è quella che, ancora oggi, mi capita di ascoltare più spesso, quando fumo la mia ultima sigaretta prima di andare a letto; "From A To I" - forse la mia proferita -, con quel suo ritornello così semplice immediato semplice e lineare che uno si chiede perché nessuno ha pensato a scriverlo prima; la dolce e malinconica "Tonite". Mai piaciute particolarmente "Fat Children", un po' troppo sguaiata per i miei gusti, la funerea e un po' monotona "Disney Time", l'epica e sincopata "Black Magic" che però qualche bella intuizione melodica ce l'ha... Ah, bello pure il crescendo emozionale di "Big Julie", che fa un po' Duca Bianco... Insomma qualche piccolo momento di stanca, alle mie orecchie, che mi impedisce di amarlo incondizionatamente. Per il voto, sarei orientato verso un 7,5, ma sono secoli che non lo ascolto per intero e mi manca un po' un'idea globale... Dai, rimedio al più presto!

Totalblamblam (ha votato 6 questo disco) alle 20:04 del 20 aprile 2013 ha scritto:

non ti pare esagerato l'otto-volante per questo disco senza infamia e senza lode? mo' dimmi tu che asticelle alza questo lavoro in ambito pop? ghghhg disco da sei dai lui gigioneggia con le sue solite nenie alcune anche soporifere

target (ha votato 7 questo disco) alle 20:00 del 19 aprile 2013 ha scritto:

Alla fine sono d'accordo con Ettore, il compianto recensore. E' un bel disco, di classe, che regge a distanza, ma che inevitabilmente subisce il confronto con quanto erano i Pulp. Con quanto era Jarvis nei Pulp: qua, in parola povere, la sua verve manca, e la cosa si sente. Belle ballate, elegantissimi quadretti pop, cantautorato di stile. Adult songwriting. Ma sai che io sono un adolescente dentro. Sette e mezzo.

opinionidiuncane (ha votato 8 questo disco) alle 13:03 del 27 gennaio 2016 ha scritto:

"I will kill again" è la canzone che ogni indie-rocker vorrebbe saper scrivere e

Baby's coming back to me, anche grazie a Moretti, è stata sdoganata come classione senza tempo ormai.

Disco super curato per una produzione super pop.

A Jarvis non so dire di no.