V Video

R Recensione

8/10

Gene

Olympian

AAA nuovi Smiths cercasi”: se a questo ipotetico annuncio (un S.O.S. lanciato dai fan disperati per lo scioglimento) avessero risposto i Gene, sarebbero stati presi all’istante. Altro che “le faremo sapere”, sarebbe stata un’occasione da cogliere al volo. Si, perché nel 1995 questo quartetto formatosi a Londra due anni prima, sforna un lavoro eccezionale ed indissolubilmente legato alla band di Manchester, ma che dimostra una capacità di scrittura e un’inventiva melodica di tutto rispetto.

La voce calda di Martin Rossiter, sebbene più graffiante e a tratti incerta, non può che ricordare quella di Morrissey, così come la romantica vena poetica dei testi. E così l’opening trackHaunted by You”, fornita di un ritornello indimenticabile e che ironicamente parla di un amore non più corrisposto, ha l’incedere jingle-jangle di una “Panic”, però trasposta nei rampanti anni del britpop. Lo si avverte dalla chitarra di Steve Mason che, più che di dipanarsi in arpeggi tintinnanti e toni delicati (come avviene in “Still Can’t Find the Phone”) si concede a riff e assoli decisamente nineties, spesso intervallati da sezioni più placide e acustiche. Questa alternanza distingue il marchio di fabbrica Gene, caratterizzando una buona parte dei brani; un esempio è “Your Love It Lies”, che parte con un morbido fraseggio di chitarra su cui si poggia la voce di Rossiter per poi esplodere nel ritornello rifinito dall’organo. “Truth, Rest Your Head” segue lo stesso schema e offre la miglior prova di Mason nel disco, grazie a un assolo dal gusto molto Suede.

A Car That Sped” introduce il pianoforte, strumento che insieme all’organo rifinisce perfettamente le canzoni dell’album e che nella title track riveste un ruolo fondamentale nel renderla una degli high-lights dei ’90 inglesi. “Olympian” è infatti un’emozionante ballata con una melodia da classico istantaneo, ed è il pezzo più curato dell’album in termini di arrangiamento, arricchito oltre che dall’organo e dal pianoforte poetico, anche da violini tremolanti che contrastano con la durezza degli accordi stoppati della chitarra sul climax emotivo della canzone. Buona parte della fama dei Gene è dovuta a questo piccolo capolavoro, oltre che a “London, Can You Wait?” disperata ballata elettrica sulla perdita di una persona che si ama. Canzoni come “Left Handed” e “To The City” nelle parti più tirate possono, invece, richiamare alla mente dei The Jam smussati, ampliando i riferimenti.

Da menzionare la sezione ritmica: il basso melodico di Kevin Miles e soprattutto il drumming vario e raffinato del batterista Matt James forniscono alle canzoni un tocco di classe in più. I Gene, d’altronde, la classe ce l’hanno e lo dimostrano infilando un pezzo perfetto dietro l’altro, in particolare la prima metà del disco mantiene un livello fra i più alti nel genere e nel periodo; un susseguirsi di atmosfere malinconiche, di notti insonni a causa di pene d’amore, di ricordi felici che riaffiorano alla mente. Una malinconia agrodolce che pervade anche i ritornelli all’apparenza più solari. Non fatevi ingannare dai titoli o dalla copertina molto Smithsiani, i Gene non sono dei meri imitatori (o per lo meno sono degli ottimi imitatori) e nell’anno dell’apogeo del Britpop hanno tirato fuori un lavoro che magari si discosta dal mood in voga all’epoca, ma che merita una chance.

Per gli amanti del genere, per gli amanti degli Smiths, ma non solo.

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Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 9 voti.
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sarah 7/10
Teo 8/10
Memory717 8,5/10

C Commenti

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hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 0:13 del 9 novembre 2010 ha scritto:

bravissimo Vito!!! sono molto affezionato a quest'album: ultimamente lo ascolto e riascolto con notevole piacere! "haunted by you" e "olympian" i pezzi da novanta, ma tutto il resto è di alto livello. la malinconia, qui, regna sovrana.

target (ha votato 7 questo disco) alle 10:15 del 9 novembre 2010 ha scritto:

Anche se è altro il brit-pop di cui a suo tempo mi innamorai (i Gene non mi convinsero mai a comprarne un disco), questo rimane un disco gradevole, al di là dello smithsismo esasperato, che poi un po' attenuarono. Tutto sommato preferisco il secondo disco (con la malinconia da pensione - bellissimo il video - di "Where are they now"), mentre "Revelations" era già fuori tempo massimo. Bravo Vito!

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 15:26 del 9 novembre 2010 ha scritto:

gran bel disco, derivativo quanto si vuole ma qui di idee buone ce ne sono a iosa! bravo Vito! i Gene avevano anche un ottimo chitarrista ritmico...grande rifinitore! la mia preferita è decisamente A Car That Sped con la metafora della macchina a tutta velocità....assolutamente irresistibile sia musicalmente che concettualmente, qui gli allievi si avvicinano pericolosamente ai livelli dei maestri, forse li eguagliano! ottime anche your love it lies, truth rest your head e London can you wait. chi ama il pop inglese non può rinunciare a questo disco!

Sor90, autore, alle 15:46 del 9 novembre 2010 ha scritto:

Grazie a tutti per i complimenti, innanzitutto. Devo dire che a me questo disco è piaciuto sempre più da quando l'ho scoperto, e da utente non avrei esitato a dare un 9! Le prime 4 da applausi senza distinzioni... Dr.Paul non ho trovato traccia del chitarrista ritmico, probabilmente non era un membro ufficiale...

salvatore alle 16:25 del 9 novembre 2010 ha scritto:

Caspita Sor90 non sapevo fossi Vito, o meglio, Vito non sapevo fossi Sor90, anche se il genere musicale del cd avrebbe dovuto mettermi una pulce nell'orecchio Ad ogni modo, bel debutto! Il cd non lo conosco, ma da come ne parlate tu e gli altri credo meriti assolutamente un ascolto... Se il punto di partenza sono gli smiths siamo già a cavallo!!! Tornerò per le mie impressioni...

Sor90, autore, alle 18:01 del 9 novembre 2010 ha scritto:

RE:

era scontato eh eh... ti ringrazio, e ascoltalo si, ne vale la pena!

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 21:18 del 9 novembre 2010 ha scritto:

sì vito, il chitarrista è sempre lui...come si chiama steve mason? intendevo dire che come chitarrista ritmico sfoggia una buona tecnica di arpeggi e rifiniture varie....mutuata chiaramente da johnny marr....ma buona!

Totalblamblam alle 21:22 del 9 novembre 2010 ha scritto:

quindi fatemi capire si sono riuniti anche gli smiths sulla scia di suede e pulp? gene che fa il morrissey a che pro? a che serve? che ci dà di nuovo?

Sor90, autore, alle 21:32 del 9 novembre 2010 ha scritto:

RE:

mica si sono riuniti gli Smiths... (era una battuta?) Bè di nuovo non ci danno una mazza se è questo che vuoi sapere "solo" un disco di belle canzoni, e ciò non è poco...

ozzy(d) alle 21:37 del 9 novembre 2010 ha scritto:

stoke le tue battute non le capiscono, mi sa che neanche quest'anno ti prendono al bagaglino per affiancare pippo franco ghghgh

sarah (ha votato 7 questo disco) alle 21:57 del 9 novembre 2010 ha scritto:

In effetti ricordo che all'epoca si parlava non senza troppi torti dei Gene come di cloni degli Smiths ( e la copertina, meravigliosa, del resto sembra proprio degli Smiths....), il problema è che in ambito britpop c'era un po' di meglio all'epoca.

benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 1:07 del 10 novembre 2010 ha scritto:

Buon disco con alcuni pezzi veramente belli. Ok, derivativo, ma fossero tutti così!! Recupero doveroso e ottima recensione.

Utente non più registrato alle 23:50 del 11 novembre 2010 ha scritto:

Saranno stati anche Smiths Addicted, ma chi se ne frega. La struggente "Car That Sped", la leggiadra "London, Can You Wait?" e l' ossessione di "Your Love, It Lies" le mie preferite.