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R Recensione

6,5/10

Oasis

Definitely Maybe

La severità con cui si analizzano i dischi degli Oasis mette troppo spesso da parte l’humus culturale in cui i fratelli Gallagher piantarono le loro radici. Gli Oasis sono stati un gruppo operaio, nazionalpopolare: non è un caso che dagli anni ’90 compaiano regolarmente nei sondaggi britannici sugli album migliori di quel decennio o addirittura di tutti i tempi.

Andiamo con ordine: è il 1994 quando gli Oasis, gruppo costituito da due litigiosissimi fratelli e da altri musicisti praticamente di contorno, rilasciano due singoli, Supersonic e Live Forever. Riscuotono immediato successo, anche perché sono l’antitesi del rock della prima metà anni ’90: alla cupa semplicità del grunge di maggior successo (che è il termine di paragone) contrappongono un manierismo rock ‘n’ roll ultramelodico; alla tematica della depressione si avvicenda una sincera voglia di vivere. L’incipit del disco, che aveva attirato su di sé una grande attenzione a causa del successo dei primi due singoli, dice proprio questo: è un rock ‘n’ roll senza troppe pretese su cui Liam Gallagher, con quella sua voce acida e un po’ stonata, figlia di certe tradizioni del british rock, canta di voler diventare una star (Rock ‘n’ roll star).  Va da sé che tutto ciò fa del disco l’album ideale in cui si rispecchia un intero popolo, quello britannico, che negli anni ’90 aveva dovuto assistere al dominio incontrastato del rock americano. Ora gli equilibri si spostano, e in questo senso gli Oasis sono la provvidenziale manna per il Britpop tutto: commerciali, sì, ma perché questo si chiedeva loro di essere. E quindi patriottismo su patriottismo. La fonte principale, ovviamente, sono i Beatles; in seconda linea, gli Stone Roses, numi tutelari del genere.

Del resto, agli Oasis di questo periodo va riconosciuta per lo meno una certa freschezza compositiva, con la vena di Noel Gallagher ancora lungi dal prosciugarsi, ma già ben innestata nella tradizione: accanto ai pezzi più melodici (Live Forever, Slide Away ) ci sono pezzi più influenzati dalla ricerca di un sound più massiccio, come Supersonic  e la quasi punk Bring It Down, oltre a tentativi di Beatlesiate (Shakermaker, Columbia, Digsy’s Dinner che però si inerpica su una struttura noise). Il tutto è condito con un certo lo-fi che garantisce il recupero anche della sonorità garage.

Al netto dell’apprezzamento popolare, dunque, Definitely Maybe va preso per quello che è: un buon disco di pop rock inglese, buono per farsi tenere compagnia.

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Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 26 voti.
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Sor90 8,5/10
Dr.Paul 6,5/10
ThirdEye 7,5/10
gramsci 7,5/10
zagor 6,5/10
teocapo 8,5/10
B-B-B 7/10
Senzanome 8,5/10
luca.r 5,5/10
Bedobedin 7,5/10

C Commenti

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doopcircus (ha votato 7 questo disco) alle 7:20 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Concordo appieno col recensore: la sfida coi Blur era persa in partenza, ma per tre quarti d'ora di intrattenimento questo disco ha sempre fatto il suo sporco lavoro.

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 9:35 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Io invece amo questi Oasis...sono i più genuini e sporchi di sempre. Non ci sono perle in quest'album (anche se Supersonic e Sigarettes & Alchol spaccano) cosa che succederà l'anno dopo, ma che esordio...quanti ce ne sono stati di esordi così negli anni '90?

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:45 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Ci sono troppo affezionato a quest'album. Tra l'altro nel '94 vinsero i Blur (Parklife è un capolavoro), l'anno seguente la situazione si rovesciò. Comunque quest'album è sempre stato "sottovalutato", non letteralmente, ma nel senso che rappresenta una straordinaria summa di rock britannico; l'innegabile influenza di Beatles e Kinks, l'istrionismo del glam, i rimandi ai Sex Pistols, il santino di Morrissey e Johnny Marr sempre con sè e una dimensione sonora roboante e assolutamente attuale (per l'epoca), come se i Ride suonassero gli Stone Roses. Franz, Live Forever, Cigarettes&Alcohol e Slide Away, se non sono perle... Bella la recensione (forse un po' stringata nella seconda parte? ma è un disco a cui tengo molto) condivido l'introduzione!

Simone Giorgio, autore, (ha votato 7 questo disco) alle 12:45 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Capisco l'affetto che si prova verso gli Oasis, anche se a me non sono mai piaciuti in maniera irrefrenabile, escluso "(What's the story) Morning Glory?" che per me è un signor disco. Questo qui è ancora troppo adolescenziale, come se Noel Gallagher ci avesse fatto vedere la sua collezione di dischi che tiene in cameretta

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 13:00 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

non è questione di "affetto", anche perchè da un punto di vista umano/emotivo, mi sono sempre stati sul cxxxx. è una questione di "effetto". Ragazzi, piaccia o no, a quegli anni risale l'ultima vera scossa alla musica mondiale che personalmente ricordi (In Utero, The Bends, i primi due Oasis, Parklife)...oggi nessuno o quasi fa più dischi brutti, ma altrettanto nessuno ne fa di bellissimi...e Definitely Maybe fa parte di quel momento magico...

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 13:34 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Su questo non si può che essere d'accordo, difatti è un epoca abbastanza mitizzata e celebrata (soprattutto in UK ovviamente) e io ci vado matto. Un'altra scossa però la possiamo collocare a inizio anni 2000. Kid A e Strokes, ad esempio.

Comunque di dischi bellissimi ne escono dai, Alt-J, Local Natives, Wild Beasts, National. E parlo solo degli ultimi 2-3 anni massimo.

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 13:35 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

"ci vado matto"? sto disimparando l'itaGLIano

teocapo (ha votato 8,5 questo disco) alle 21:54 del 11 dicembre 2014 ha scritto:

"are you mad fer it?" cit.

Dr.Paul (ha votato 6,5 questo disco) alle 13:49 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

anche ora escono dischi buoni ma senza nessun impatto sulle masse (è solo roba da circolo super-indie).... io non ho mai gradito molto gli oasis (sono un pò gli ac/dc del pop) li ritengo band da singoli.....ma

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 14:52 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

amo (quasi) tutti i gruppi che hai nominato, ma sarà che non ho più l'età per gridare ai miracoli, non li considero dei dischi sulla strada dell"immortalità", cosa successa invece per i dischi anni '90 citati...poi magari mi sbaglierò, come può essere che non siano immortali i Nirvana, i Blur e quegli Oasis (e per tanti è pure così)...vedremo, ma per me (l'anno scorso lessi un'intervista di Brian Eno che diceva la stessa cosa) assistiamo ad un livellamento medio verso l'alto, dato dalla globalizzazione, digitalizzazione e democratizzazione dell'essere artisti...ma in questo mondo di tante belle cose, quelle bellissime stentano ad arrivare (o forse, ripeto, arrivano ma non sono più in grado di coglierle)...

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 15:23 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Il fatto è che se a livello qualitativo ne avrebbero le possibilità, i dischi odierni godono taluni di meno impatto mediatico, altri di meno "mitizzazione". Perchè se è vero che negli anni 90 c'è stata l'ultima congiuntura astrale "underground/mainstream" (prendeteli con le pinze questi termini), seguita dal non paragonabile interesse mediatico sul "new rock" della scorsa decade, dall'altro lato secondo me siamo anche noi ascoltatori ad esserci, come dire, disillusi grazie a questa sovrabbondanza di mezzi e possibilità d'ascolto. Credo che anche il canale, internet, faccia la sua parte in questa smitizzazione, non si vive più l'entusiasmo palpabile nell'aria che si percepisce leggendo i resoconti, per tornare al punto di partenza, degli anni '90 (io che non li ho vissuti coscientemente). Quindi, si, alla fine la vediamo più o meno allo stesso modo, ma io sono fiducioso, sarà l'età giuovane e incosciente Poi, non per girare il coltello nella piaga anagrafica, () io dico che il disco degli Alt-J io e i miei coetanei (una minoranza ovvio) ce lo ricorderemo a lungo...

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 15:29 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

...ah pischello, gli Alt-J li adora pure un giovane-vecchio come me! sono d'accordo con te per il resto!

Dr.Paul (ha votato 6,5 questo disco) alle 16:19 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

ma è soprattutto la mancanza di leader o gregari che sappiano far sognare....non dico voi che siete dei tecnici superdeluxe della materia...ma la massa dio bonino ha bisogno di sognare, di immedesimarsi, di viaggiare...ma come fai a sognare con uno che è più sfigato di te?? prendi le foto di questi reietti indie e ti viene da piangere letteralmente, sembrano quelli che a scuola venivano presi per culo da tutti e mo' te li ritrovi a capo della band figa di turno.....almeno un faccia da culo come gallagher qualche sfigato riusciva a portarselo dietro....anderson attirava un'altra frangia, cocker altra ancora e albarn idem, tutti accompagnati da gregari di lusso concettualmente ed esteticamente (butler, coxon).....la democratizzazione è stata la rovina, tutti possono fare dischi....

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 16:22 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

esatto, questo è quello che penso anch'io

Dr.Paul (ha votato 6,5 questo disco) alle 16:27 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 16:31 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Fosse solo questo, sarebbe semplice! Salvo poi smerdamenti della critica che si lamenta della loro mancanza per essere "tutta apparenza" (vedi Strokes) (e non parlo di voi ovviamente). Ma potrebbe essere un aspetto che fa breccia nella massa (Dio, sembra che mi ritenga "altro" ad essa). Coxon comunque era il prototipo del nerd che si sarebbe sublimato come modello stilistico nel decennio successivo, 'nsomma aveva una faccia da sfigato. E comunque guardate che lo stile "da sfigati indie" ormai lo copiano a destra e a manca gli artisti "mainstream".

Dr.Paul (ha votato 6,5 questo disco) alle 16:44 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

be' la sostanza deve esserci, strokes stroncati da chi...da chi era già antico nel 2001.....coxon...dai non prendiamo l'esempio limite.....coxon ha creato uno stile chitarristico o giù di lì.....e se ne sono accorti parecchi in diretta, ma è solo l'ultimo di una lista infinita di gente con carisma....

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 16:51 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Certo Paul, parlavamo di apparenza no? Figurati se metto in dubbio l'estro chitarristico di Coxon

Dr.Paul (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:19 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

non direi apparenza....piuttosto carisma e copio da dizionario: Ascendente su altre persone dovuto a doti intellettuali, fascino o altro.

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 16:55 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

ad ognuno i propri leader (musicali, chiaro)...contento di aver vissuto sulla mia pelle, nei miei occhi, sulle mie orecchie, nei miei walkman, nelle mie t-shirt, nei miei poster in camera, le uscite di In Utero, Parklife, Def. Maybe e What's the story[...]...probabilmente i nuovi grandi, Alt-J, Wild Beast, James Blake, ecc, regalano a voi le stesse emozioni che loro regalavano a me e che, mutatis mutandis, continuano a regalarmi oggi...se così è, vi invidio, perchè erano emozioni devastanti che davano un senso ad un sacco di cose...

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:23 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Credo di si (tra l'altro ti invidio comunque, perchè la mia adolescenza ha avuto i tuoi stessi miti ma in differita)

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 17:35 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

invidiami, devi . Una caldissima estate (non ricordo se nel 94 o 95) ero intento (come nella gran parte delle mie giornate) a giocare a biliardino (calcio balilla, non so come si dice in italiano) con i miei amici di sempre, nel bar di un lido (nella provincia di Taranto)...ricordo ancora perfettamente quel fruscio che d'improvviso iniziò ad accarezzarmi le orecchie e poi un riffone sporchissimo di chitarra ad introdurre un cassa rullante che, dato anche l'eccessivo volume delle casse, mi travolse letteralmente...una ragazza, che poi in seguito diventò una mia carissima amica (ogni volta che la rivedo gli ricordo questa cosa) mise su nel jukebox Cigarettes & Alcohol dei (mai ascoltati prima) Oasis...in quei pochi minuti davvero ho creduto di avere il mondo ai miei piedi.

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:44 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Figata A me toccavano tamarrate o tutt'al più residui di nu-metal e saranno passati manco dieci anni, stessi luoghi... Poi al liceo l'affinità elettiva coi pochi cristi con i quali avevo gusti in comune

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 18:06 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

*le ricordo (sembro Giacomo di AG&G)

Simone Giorgio, autore, (ha votato 7 questo disco) alle 14:10 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Concordo sugli anni '90 come grande decennio musicale, e va da sé che anche la roba meno carina di quegli anni oggi sarebbe oro colato. Concordo anche sulla mitizzazione del britpop in Inghilterra, che come ho cercato di illustrare nella recensione è un vero e proprio processo culturale e patriottico della Gran Bretagna. Agli Oasis va riconosciuta una grande abilità nel legare indissolubilmente la propria immagine a quella del rock britannico, ecco. E' una questione di atteggiamento, di modi di porsi. Modi di porsi che, quasi sempre, si basano comunque su un fondo di verità, e la verità qui è che gli Oasis sono, hegelianamente, la sintesi delle tendenze rock inglesi fra loro anche contrapposte

nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 14:04 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Per me è un ottimo disco, di cui fu innegabile l'impatto social-musicale: i mancuniani Oasis rappresentavano l'ala più popolare, schietta e proletaria del britpop, contrapposti ai borghesi londinesi Blur e ai dandy e sofisticati Suede. "Supersonic", "Live forever" e l'omaggio a Bolan di "Cigarettes& ALcohol" restano tre classici. Il disco successivo sarà anche meglio, poi subiranno un calo qualitativo imbarazzante.

ThirdEye (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:57 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Per quanto io sono arrivato a detestarli, questo era indubbiamente un gran bel disco.

Simone Giorgio, autore, (ha votato 7 questo disco) alle 18:52 del 14 gennaio 2014 ha scritto:

Caspita che amarcord che è partito con questo disco!

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 15:01 del 19 gennaio 2014 ha scritto:

i'm feeling supersonic, gimme gin and tonic!

Dr.Paul (ha votato 6,5 questo disco) alle 18:26 del 19 gennaio 2014 ha scritto:

give me no gimme! come si sente che sei americanocentrico ghghgh

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 23:23 del 19 gennaio 2014 ha scritto:

non è detto! ad esempio i Queen, la quintessenza dell'inglesità, cantavano "Gimme the Prize" lol

bill_carson (ha votato 7 questo disco) alle 3:56 del 20 gennaio 2014 ha scritto:

li ho amati molto. ma i miei gusti sono cambiati nel tempo. DM rimane un buon disco. anni '90 sopravvalutati, infinitamente inferiori ai 3 precedenti. ma è stato l'ultimo decennio capace di ravvivare e parzialmente rinnovare la mitologia rock. internet rende praticamente impossibile la creazione di nuovi miti al pari di quelli storici.

FrancescoB (ha votato 7 questo disco) alle 9:43 del primo febbraio 2014 ha scritto:

Un disco pop-rock a suo modo impeccabile e piacevolissimo, nonostante la tendenza Oasisiana di creare ambienti sonori "saturi" per poi decantarci sopra i propri enfatici ritornelli (a volte la cosa stufa). Il successivo a mio modo di vedere è ancora meglio, gli altri quasi tutti trascurabili, e a volte semplicemente brutti.

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 13:45 del 20 maggio 2014 ha scritto:

Da oggi (o da ieri, non me lo ricordo) il mega ristampone disponibile...io me l' accatto subito!