V Video

R Recensione

10/10

Pulp

This is Hardcore

Intontiti dai fasti del successo di “Different Class” e stanchi dell' etichetta britpop che la stampa gli aveva cucito addosso, i Pulp escono dal tunnel della camuffata spensieratezza dei primi anni '90 per presentarsi al pubblico sotto una veste meno scanzonata e più “matura”, non per niente il titolo “This is hardcore” è eloquente dell' intento del gruppo.

Il lavoro in questione è l'ennesima conferma che Cocker e soci possono fare con le note quello che vogliono cadendo sempre in piedi e con questo disco danno lo smacco a quella famosa storia che li aveva incastrati in una corrente musicale che hanno sempre disprezzato.

L'abbandono dal gruppo del chitarrista Russell Senior al quale subentra il virtuosista Richard Hawley, grande amico di Cocker, non lascia i Pulp indifferenti e ormai orfani di un amico che aveva vissuto con loro fin dall'inizio stenti di successi e fama internazionale introducono quel pessimismo che si ripercuote inevitabilmente su uno dei loro capolavori.

Le note che infatti accompagnano la parte portante del disco si possono già percepire visivamente dalla copertina erotic-noir del cd, il più eterogeneo della band. The fear introduce il tutto travolgendo all' istante l' ascoltatore in un limbo nebbioso dove una chitarra elettrica straziata lentamente fa da sfondo a tutta la canzone mentre i cori sul ritornello incombono accanto alla voce minacciosa di Cocker che grida le paure nascoste dell' uomo. Per contrappasso però si snoda subito dopo Dishes, sulla possibilità che qualcosa può cambiare, in cui si fa spazio alle tastiere della Doyle che compongono un'atmosfera da swinging london dai toni delicati e rarefatti che si accendono sul finale grazie alla voce del leader indiscusso.

Ritmi chitarrosi e dancehall battenti sono poi scatenati da Hawley e dal basso di Mackay nella martellante Party Hard, ma l' adrenalina è subito sfumata dalla superba composizione jazzante di Help the aged, singolo raccogli-fondi destinata ad un'associazione per gli anziani. Terminata l' altalena di emozioni, sfregia il disco in due parti la title track, “this is hardcore” canzone drogata da una sensualità disarmante divisa in più tempi. Un basso insistente e poderosi fiati fanno da ciak al noir anni '50 (singolo infatti accompagnato da un altrettanto superbo video) cantato con l'eccelsa teatralità tipica di Cocker in cui il set di un film serve da metafora a quello della vita, dove la disillusione si dichiara fin dall' inizio “you name the drama and I'll play the part” . Il ritornello squarcia il lento incubo con delle chitarre portate allo stremo delle forze a tal punto da lasciar all' improvviso spazio ad un'orchestra che trascina l' ascoltatore in un vortice lento di archi e fiati dove tutto si consuma come il respiro ultimo di chi sta per morire.

Il pathos mantenuto finora si versa in altra forma nell' acustica T.v.movie dove torna una lenta agonia per una storia d'amore dai contorni non più definiti. Della stessa delicata portata è il singolo A little soul e a seguire I'm a man, che aprono la pista alla seconda metà del disco, dai toni più soft e radiosi che si riverseranno totalmente nell' ultimo lavoro “We Love Life”. Le chitarre si fanno più scanzonate, la batteria più fissa e la voce di Cocker rassicurante, fatta eccezione per Seductive barry ” accompagnata dalla voce flebile di Neneh Cherry, dove sussurri echeggianti, una marcia composta dal basso, rullanti jazz e un'orchestra in penombra lasciano spazio ad una sessualità bendata che il Signor Jarvis ci aveva già presentato nell' album precedente con “I spy

L' album si chiude con il trittico Sylvia, Glory Days, e The Day After The Revolution, dove fa capolino egregiamente la maestria del gruppo grazie ad un sound ben calibrato e ormai ripulito dal nobile buio delle tracce precedenti. Tutto lascia spazio ormai alla serenità grazie ad un'immaginaria nemesi.

Da possedere e conservare gelosamente. Scadenza illimitata perché questo This is Hardcore non è solo musica e benché Jarvis Cocker non sia Gesù Cristo nonostante abbia le stesse iniziali (parafrasando una frase di Dishes), i miracoli pare li faccia lo stesso e questo lavoro ne è la prova tangibile.

V Voti

Voto degli utenti: 9,3/10 in media su 27 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
target 9/10
denis 8/10
Sor90 10/10
REBBY 9/10
FeR 10/10
motek 8/10
loson 9/10
hiperwlt 8,5/10
Lepo 10/10
maxcoro 10/10
gramsci 10/10
Cas 10/10

C Commenti

Ci sono 13 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

tramblogy alle 8:44 del 2 febbraio 2009 ha scritto:

troppe stelle

in questo senso vorrebbe dire che tutte le canzoni di questo album sono belle.

no. alcune non si salvano....

denis (ha votato 8 questo disco) alle 19:28 del 6 giugno 2009 ha scritto:

altro gruppo da me riscoperto di recente, pieno di buone canzoni e con un capolavoro che, secondo me, andrebbe inserita nelle 200 canzoni più belle di tutti i tempi: signori, "this is hardcore", da sola, vale il prezzo del biglietto.

Sor90 (ha votato 10 questo disco) alle 19:42 del 29 marzo 2010 ha scritto:

Il massimo capolavoro dei Pulp, che atmosfera, che arrangiamenti, che melodie! Dalle nebbie di The Fear alla spy-story di This Is Hardcore, passando per il basso martellante di Party Hard, ma anche Dishes, A Little Soul... ripassando le canzoni non me ne viene in mente una mediocre. Piccolo neo: forse la durata eccessiva di Seductive Barry? ma glielo posso perdonare! 9,8

FrancescoB (ha votato 8 questo disco) alle 10:35 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Il disco è una piccola gemma di pop oscuro deviato, ma nel complesso preferisco "Different Class" e la sua sfrontatezza.

loson (ha votato 9 questo disco) alle 14:01 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Per me il loro vertice, posto che da "His' n 'Hers" in poi non hanno mai sbagliato un disco.

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 16:13 del 9 aprile 2013 ha scritto:

di testa dico This Is Hardcore, di pancia e cuore dico Different Class!

loson (ha votato 9 questo disco) alle 16:26 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Beh, Different Class definisce un'era, il disco con cui li ho scoperti "in diretta". Ancora ricordo l'emozione che provai quando piazzai il ciddì nel lettore e partì questo pezzo:

target (ha votato 9 questo disco) alle 18:08 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Eh già. "Different class" a 15 anni era l'esaltazione, la foia, il dandysmo bulletto. "This is hardcore" a 17 anni riusciva già a essere la disillusione. Quanto amore. Nel '97 avevo messo su una band da magazzino, nemmeno da garage. Ricordo le sessioni il sabato pomeriggio. "TV Movie" cercai di 'riscriverla' almeno dieci volte. Mi sembrava così semplice. E invece...

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 18:10 del 9 aprile 2013 ha scritto:

TV Movie che strana scelta!! )

target (ha votato 9 questo disco) alle 18:18 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Beh, Paul, "This is hardcore" (la canzone) come potevi pensare di rifarla? Al di là della sua 'semplicità', "TV Movie" è subito stata tra le mie preferite qua dentro, in effetti. Faceva strano tanto era un pezzo di denudamento, di dolore schiaffato in faccia in modo quasi imbarazzante. Da Jarvis non te lo aspettavi. E in tutto questo riusciva comunque ad ammiccare... i versi iniziali sono uno spettacolo, dai: "Without you my life has become a hangover without end. A movie made for TV: bad dialogue, bad acting, no interest. Too long with no story & no sex."

loson (ha votato 9 questo disco) alle 21:51 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Eheh, il Targ chitarrista doveva essere uno spettacolo. TV Movie apriti cielo, ancora oggi le ballate di questo album hanno conservato un alone viscido, putrescente, disperato, che ti appanna i sensi anche nei momenti più delicati... Dishes era la mia preferita da suonare in solitudine, col chitarrino acustico. Seductive Barry era il trip di fine giornata scolastica, mentre la corriera mi riportava a casa. Sylvia il singalong quando tornavo a casa in scooter. Vita banale, mediamente vissuta, graziata da qualche sprazzo di colore. Nero, in questo caso.

Lepo (ha votato 10 questo disco) alle 17:04 del 10 gennaio 2014 ha scritto:

Questo è semplicemente imprescindibile

ThirdEye (ha votato 9 questo disco) alle 14:22 del 25 maggio 2014 ha scritto:

Uno dei dischi che più ho ascoltato in quegli anni. Di belli ne hanno fatti ("His n' Hers" e "Different Class" su tutti...) ma questo per me è due gradini sopra. Oscuro, drammatico...tra i capolavori di fine anni 90.