Radiohead
My Iron Lung
Pubblicato un anno dopo dall'album d'esordio Pablo Honey, questo EP rappresenta un pò il ponte tra il primo lavoro dei ragazzi di Oxford e lo stile più maturo ed evoluto del secondo The Bends. Il premo pezzo è quello che dà il titolo all'album, My Iron Lung, un ottimo pezzo che sarà poi inserito in The Bends. Il brano è stato scritto in reazione al celebre singolo Creep, che aveva ghettizzato una band in grado di incarnare, come dimostrerà più avanti, una capacità innovativa unica grazie ad un talento impressionante, che qualitativamente supera e di molto un pezzo di facile assimilazione come Creep.
"This is our new song / just like the last one / a total waste of time / my iron lung", dichiara il cantante, come se stesse per arrendersi al destino da band one-hit wonder, etichetta che i cinque dimostreranno di non meritare, grazie ad una successiva fase discografica che partorirà capolavori a non finire. E' pur vero che i Radiohead non volevano del tutto sbarazzarsi del fantasma di Creep, dato che decidono di chiudere questo EP con una struggente e bellissima versione acustica del brano, in cui Yorke sembra quasi commuoversi nel concitato verso "She's run run run running out... "
La vera gemma di questo EP è indubbiamente You never wash up after yourself, una struggente ballad di meno di due minuti costruita su un semplice arpeggio di chitarra e cantata sommessamente con il tipico lamento nasale del frontman dei Radiohead. The trickster e Lewis (mistreated) sono ancora milto legate a Pablo honey. La prima è costituita da tipici intrecci di chitarre Greenwood-O'brien, mentre la seconda è una chicca che sembra non voler smentire la passione della band di Oxford per i Nirvana, almeno nella tecnica di composizione.
La parte centrale si fa molto interessante, con Punchdrunk lovesick singalong, un brano che non avrebbe sfigurato in Ok computer. Qui la scrittura dei testi comincia a svilupparsi in maniera molto più convincente e il livello di stesura delle parole diviene gradualmente sempre più complesso. Permanent daylight, pur non essendo una cattiva canzone, è forse il pezzo meno valido dell'EP, uno di quei brani che non facevano ancora presagire i capolavori composti negli anni a venire. Lozenge of love è invece una piacevolissima e bizarra sorpresa: una canzone di due minuti e sedici dalle atmosfere un pò hippy costruita con un arpeggio acustico e una chitarra elelttrica che sembra ripetere la parte vocale, un pezzo che richiama un pò I Gratetful dead di Aoxomoxoa.
Da molti considerato un semplice trampolino di lancio tra i Radiohead un pò "adolescenziali" della prima fase e quelli dell'introspettività e della sperimentazione, My iron lung è in realtà un lavoro che può trovare una certa autonomia se viene analizzato meticolosamente nelle otto parti di cui è composto.
Un lavoro gradevole, a tratti eccezionale ed unico in puro stile Radiohead, che riesce a far presagire quel futuro irripetibile che la band ci ha regalato.
Tweet