Suede
Night Thoughts
Dog Man Star took a suck on a pill , quanti di voi a 1.35 di When You Are Young avranno intonato i versi di apertura di Introducing the Band, il primo pezzo del leggendario Dog Man Star del 1994? Che bello però, non si tratta di autocitazione attenzione, bello perché i propositi degli Suede si intuiscono sempre dal pezzo di apertura, e unapertura con evoluzioni di archi, solenni spiragli melodici e pioggerellina psichedelica, non può che far pensare ad un innalzamento delle ambizioni e degli obiettivi perseguiti.
Night Thoughts, lo ricordiamo, guida le immagini del lungometraggio di Roger Sargent (dvd allegato alle copie deluxe del disco) e giunge a distanza di tre anni dal trionfale ritorno sulle scene di Bloodsports.
Il già citato brano di apertura alimenta il desiderio di conoscere la nuova direzione intrapresa dai nostri, le primissime note del singolo Outsiders ci riportano ad alcune cose dei (migliori, fortunatamente) Placebo, non proprio quel che un appassionato si aspetta di ascoltare in un disco Suede, il gancio però funziona grazie anche a linee vocali sempre ottimamente modulate e liriche sibilline di buon impatto emotivo. Un po quel che accade in No Tomorrow, altro potenziale singolo in grado di mostrare il lato più teatrale del post punk della band londinese.
La prima parte del disco scorre solida ma senza eccessivi picchi verso lalto, oltre ai pezzi già indicati è il caso della riflessiva Pale Snow come della allegrotta What Im Trying to Tell You, anche se uneccezione per I Dont Know How to Reach You e il grande chitarrismo di Richard Oakes ivi contenuto, ci sentiamo di farla.
La seconda parte del disco potrebbe essere quella che più ci aggrada, a partire dalla evocativa Tightrope, ancora una volta sugli scudi i ricami chitarristici di Oakes, il basso in evidenza di Mat Osman, il cantato cristallino di Brett Anderson. I dubbi tormentosi di Learning To Be sono il prologo per la disinvolta Like Kids e le sue liriche giovanilistiche (in verità un tantino fuori tempo massimo), un uptempo insolito nel mare nero di afflizione che conduce alla cadenza rapsodica della conclusiva, bellissima, The Fur and The Feathers.
Se anche lannunciata reunion degli Stone Roses dovesse mantenere lalta levatura degli ultimi due dischi del quintetto capitanato da Brett Anderson, un pellegrinaggio pedestre di gratitudine eterna Londra-Manchester, si renderebbe necessario. Nel frattempo questa estate i Suede saranno nel nostro paese per due date live, chi ha orecchie per intendere, intenda.
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