Supergrass
Supergrass
I Supergrass sono il lato scanzonato del brit-pop: il loro è un approccio rock and roll vecchio stile. In generale cè poca sperimentazione nei dischi dei Supergrass: non che questo sia un pregio, anzi, ma questa mancanza viene di solito colmata da una buona dose di carattere e ironia, molto british.
La strafottenza e la melodia, caratteristiche dei gruppi punk e rock dei quali i Supergrass sono i primi fan, Buzzcocks e Rolling Stones in primis, ci sono tutte. Chiaramente non cè disco dei Supergrass nel quale la voce e le chitarre di Gaz Coombes non siano assolute protagoniste, ed anche questalbum, terzo della loro carriera, non fa eccezione.
Un limite, forse si. Però i passi avanti si sentono. Fa un certo effetto rilevare il seppure piccolo salto di maturità compiuto fin qui dalla band, che in quest'episodio osa un po di più e mette in luce lati originali ed in parte nuovi mai mostrati prima, o solamente accennati. Sia chiaro, Supergrass è comunque unalbum pop fatto di canzoni che inseguono la hit radiofonica, e questo è senzaltro un altro suo limite, mi riferisco a pezzi come Pumping On Your Stereo, Jesus Came From Outta Space e Far Away, godibili e ballabili si, ma che decisamente non sembrano aggiungere nulla di nuovo a quanto già sentito.
Diversamente risultano molto più orecchiabili e interessanti pezzi più coraggiosi come il singolo Mary, Shotover Hill, EON e Beautiful People semplici ballate si, ma che aggiungono elementi nuovi al repertorio della band. Spazio dunque a tastiere, echi, synth, cori e chitarre acustiche e largo anche a piccole aperture sempre però nel segno del rock semplice e scanzonato, loro più che collaudato marchio di fabbrica.
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