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R Recensione

7/10

Porcelain Raft

Permanent signal

Tra i tanti, troppi, cervelli in fuga da questa bizzarra terra c'e' sicuramente quello di Mauro Remiddi, quarantenne romano che negli States o comunque all'estero ha trovato modo e possibilità di vestire la sua arte di sfumature globali facendolo diventare, dopo il meraviglioso esordio di Strange Weekend, uno dei piu' apprezzati esponenti mondiali di quel sottogenere musicale comunemente catalogato come dream pop.

Ho letto in giro pareri discordanti su questo secondo lavoro nella lunga distanza di Porcelain Raft. C’è chi è deluso, c’è chi è entusiasta, c’è chi rimane indifferente. In generale però l’andazzo sembra essere quello di considerarlo un lavoro minore rispetto all’esordio. Ed in parte è così, anche se il disco è uno di quelli che va fatto decantare appena un po’ di piu per coglierne appieno il sapore.

I riferimenti musicali sono quelli, non fatemeli ripetere, li conoscete meglio di me. Non ci sono pezzi dalla forza immediata e fortemente ispirati come in effetti succedeva nel precedente LP. In generale l’atmosfera è più soffusa ed il suono maggiormente impalpabile (che poi, per gli amanti del genere, si sa, è un pregio) e poco propenso all’aggressione emotiva. Ci sono momenti poco esaltanti (It ain't over, I lost connection, pur avendo quest'ultima velleita' da brano stupendo, quando alla fine e' solo noisa, e banale) come timidi slanci verso la canzone bella perche' bella (Think of the ocean, Echo, Minor pleasure).

La palma d’oro come miglior brano la vince pero' The Way Out, con il suo ritmo sostenuto e slabbrato su tappeto sonoro in crescendo che trasporta l’evanescente voce, a tratti disperata, di Remiddi verso orizzonti indefiniti e perciò giusti. Sarebbe piaciuta agli MGMT, non avrebbe sfigurato nel loro ultimo album. Vince di misura su Night Birds e Think of the ocean, gli altri momenti di assoluto valore e rilievo. Non male i momenti esclusivamente strumentali (Warehouse, Five minutes from now).

Come dicevo all'inizio, il disco va fatto decantare appena un po' di piu del precedente, dopo di che magicamente vi accorgerete che molti pezzi che ai primi ascolti erano scivolati via come acqua tiepida, poi tanto male non erano. Anche se si, in effetti, il primo album era, alla fine, semplicemente più bello. Ma meno di quello che all'inizio vi potrà sembrare.

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Voto degli utenti: 5,8/10 in media su 2 voti.
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