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R Recensione

7/10

Still Corners

Creatures Of An Hour

Più o meno tutti, da piccoli, siamo stati misteriosamente attratti e, in modo altrettanto irrazionale, spaventati dagli angoli più silenziosi e bui del mondo. Fosse uno scantinato zeppo di roba vecchia, di pile di giornali, di mobili e specchi dei tempi della nonna che delineavano forme inquietanti nella penombra o quel tratto di cortile brutto, senza lampioni, che attraversavi di corsa, e con gli occhi semichiusi, per tornare a casa. Di questi piccoli brividi, di questo oscuro grumo di paure infantili sempre sul punto di sciogliersi alla luce del giorno o di un interruttore, si nutrono i suoni e le parole degli Still Corners. Gruppo anglo-americano a tutti gli effetti, di stanza a Londra ma editi dalla sempre più fervida Sub Pop, capitanato dal songwriter Greg Hughes e dalla cantante Tessa Murray che si muove su territori borderline fra dream-pop, indie-pop e dark-wave anni 80 impreziositi da atmosfere gotico-esoteriche che si stemperano in un non so che di solare e fanciullesco.

C’è anche chi li definisce “cinematici” e loro stessi ammettono di avere un’autentica passione per i classici del terrore in bianco e nero e i film europei delle varie nouvelle vague(s), tanto che, aguzzando l’orecchio e ascoltando bene tra le righe del pentagramma, pare persino di cogliere echi rarefatti del Morricone thriller-horror dei primi settanta, quello delle cantilene infantili e delle lallazioni inquietanti come “La Corta Notte Delle Bambole Di Vetro” o “Chi l’ha Vista Morire?”. Per il resto non mancano inferenze che rimandano a gruppi come The XX o gl’inevitabili Beach House, ma rielaborate attraverso una matrice e una poetica, quella accennata poc’anzi, piuttosto obliqua e personale. Il pop onirico degli Still Corners fruscia serico su tappeti di tastiere (le sonorità dell’organo in evidenza) con intermittenti fraseggi chitarristici sottotraccia come nell’iniziale “Cuckoo” , mentre laddove sono questi ultimi a prendere (leggermente) il sopravvento i brani acquistano una certa consistenza  dark-wave come nella bella “Endless Summer” (anche se “Endless Sunset” sarebbe stato forse più azzeccato come titolo) o nell’angolosa “Into The Trees” con il suo ampio ventaglio di effetti di chitarra nella coda strumentale. 

Nonostante l’approccio circolare della scrittura e il minimalismo trasognato delle linee vocali della Murray, il disco rivela diverse frecce al suo arco come la ritmica in ¾ con la cassa che batte scandita e il rullante che frulla in controtempo di “Circulars” e “Velveteen”, seducente minuetto adolescenziale per aspiranti “vergini suicide”, il sopore etereo e la dolcezza del carillon fiabesco di “White Season”, il quasi dream-folk di “The Twilight Hour” che parte come un pezzo alla Marissa Nadler e poi cresce ornando di acuti spettrali la solita melodia bisbigliata, la vampiresca e sonnambulica “Wrote In Blood”, sfarfallii in bianco e nero di donne in veste da notte bianca che si aggirano lungo cunicoli illuminati da torce appese alle pareti di mattoni di cartapesta come in un film con Barbara Steele, della cui infantile reminescenza pure è intriso il delicato climax horror a pastelli (scuri) dell’ottima “Demons”. Chiude (in bellezza) fra bassi subacquei, riverberi metallici come di ancore e scandagli, l’ottima “Submarine” con il suo fluire asintotico dalle sfumature kraute

Un album per tutte le sognanti creature dell’ora più buia, che sa brillare di luce propria e non solo per quella dell’hype. Bravi loro.

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Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 11 voti.
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C Commenti

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Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 8:51 del 10 ottobre 2011 ha scritto:

Un angolo buio ce l'avevo eccome: la dispensa-lavanderia di casa vecchia: sarà stata la posizione all'estremità della casa, la luce a basso consumo, il colore bianco spento della lavatrice o i loghi e le scritte tristissime degli ammorbidenti, non saprei dirlo, ma cazzo se la evitavo! Recensione bella bella, Simo', hai reso in pienissimo le sensazioni dell'album: a suo modo incantevole, qualcosa delle Warpaint e pop-darkume sparso che tiene incollati all'ascolto. Proprio bravi.

target (ha votato 7 questo disco) alle 21:52 del 11 ottobre 2011 ha scritto:

Finalmente, dopo due anni abbondanti di silenzio post-"Remember pepper?", è arrivato il disco, e sono contento che sia un buon disco. Dream pop venato dark come ce n'è stato molto nell'underground recente (Sleep Over e Trailer Trash Tracys i più vicini), qui con qualche vena psichedelica ("Circulars") e col surplus di svenevolezza dato dalla voce della Murray (giusto il riferimento, almeno in quanto ad atmosfera, alle vergini suicide! E ai primi Beach House: i pomeriggi ovattati e claustrofobici sono quelli). "I wrote in blood" mio apice. La Sub Pop ultimamente se li piglia tutti. Evocativo Simò!

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 13:26 del 29 ottobre 2011 ha scritto:

Questa è stata une delle più belle scoperte di quest'anno. Con la componente dark ( o thriller-horror, come dice giustamente Simon) appena limata, lo avrei apprezzato ancora di più. Ma non importa: Cuckoo, Endless summer, I wrote in blood, The white season (ovviamente ), The twilight hour, sono tra i brani più belli ascoltati quest'anno. Gran bella recensione che rende perfettamente l'atmosfera dell'album!

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 11:59 del 31 ottobre 2011 ha scritto:

Dimenticavo il voto: 7,5

REBBY (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:36 del 5 dicembre 2011 ha scritto:

Si bravi loro e bravo Simone a spiegare così bene questo delizioso album d'esordio.

4AS (ha votato 5 questo disco) alle 12:41 del 9 dicembre 2011 ha scritto:

Bella recensione, però il disco lo trovo prescindibile. Arrangiamenti soffici e vocina soffusa non bastano per risollevare la pochezza compositiva. Troppo fumo nelle orecchie, a parte qualche eccezione. Endless summer acchiappa subito, ma stufa dopo un giorno, buona I wrote In Blood, nata da un riuscito incrocio tra beach house e wild beasts. Cmq non c'è un pezzo che possa competere con una "Lover of Mine".

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 21:20 del 16 marzo 2012 ha scritto:

Il video che ti aspetti:

target (ha votato 7 questo disco) alle 11:37 del 17 marzo 2012 ha scritto:

Caricato! Post a fagiuolo, Salvo: sentiti ieri in concerto. E che bel concerto, con il solo difetto di essere stato troppo breve, anche perché hanno suonato almeno 3-4 pezzi nuovi (di cui due strumentali, eccellenti), quindi di materiale ne avevano ancora per reggere una buona mezz'ora (non hanno fatto nulla, ad esempio, dall'ep "Remember pepper", che per me rimane migliore del disco). Lei ammaliante, di nero vestita, come gli altri tre: con un occhio quasi sempre coperto dal biondo capellume, dall'altro lanciava sguardi che stregavano, in uno sfondo sonoro reso davvero benissimo, psichedelico morriconiano dark e dreamy assieme, alternando basi dal motorik battente ad altre più sfatte (nulla però con acustica: le varie "Wish" e "Demons" non le hanno fatte). Hanno una loro cifra, questi ragazzi. "Cuckoo", "Endless summer" e "I wrote in blood" apici (quest'ultima in particolare, con le immagini noir proiettate sullo sfondo e un quadro di Laura Palmer appeso alla parete del locale, ha fatto un figurone).

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 11:46 del 17 marzo 2012 ha scritto:

Che bello! Beato te...

Jacopo Santoro (ha votato 7,5 questo disco) alle 12:27 del 22 gennaio 2014 ha scritto:

Lavoro di spessore, preludio della completa maturazione odierna.

Ottima l'apertura ("Cuckoo", "Circulars"), notevoli il requiem "The White Season" e l'onirica "The Twilight Hour", prodigioso l'assolo di "Into the Trees". A quanto pare, tuttavia, pare che dal vivo rendano molto meno, ed è un peccato.