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R Recensione

6/10

Tamaryn

The Waves

Non mantiene del tutto le promesse dell'Ep dell’anno scorso (“Led Astray, Washed Ashore”) il debutto sulla lunga distanza dei Tamaryn. I rimandi a un’austera dark-wave al femminile filtrata dai My Bloody Valentine rimangono, ma snervati da sonorità più vaporose: meno muscoli e più svenamenti. La voce fonda ma incorporea di Tamaryn Brown è sempre più sommersa, mentre le chitarre di Rex John Shelverton acquistano volume, avvolgendo e granulando. Più che di sfocato, l'impressione, però, è di incompiuto, e di un lavoro riuscito a metà.

Si nuota nei mari torbidi tra Cocteau Twins e Lush, Slowdive e A Sunny Day In Glasgow, ma per buona parte del disco si fa il morto galleggiando in superficie. I ritmi volutamente au ralenti, a tratti ipnotici, sostenuti qua e là solo da cimbali derelitti (“Haze Interior”), fanno perdere materialità in modo efficace, ma ricreano bonacce fin troppo placide. Da cui un po’ di noia, soprattutto nella parte centrale del disco: “Coral Flower”, per dire, sembra una sorta di versione shoegaze dei Mazzy Star, tenendone lo scheletro, ma perdendone la magia intimistica, mentre "Sandstone" è un mantra noisy che si morde la coda. Certi quadretti da guarda-scarpe gotici prossimi al dissanguamento, poi, non fanno semplicemente presa (“Cascades”).

Il fatto è che le carte vincenti, i Tamaryn, in mano, ce le avrebbero eccome. Dove l’evanescenza scura della voce si incontra con suoni meno stereotipati e più al suo servizio, di fascino ce n’è a iosa, anche in assenza di melodie memorabili. “Choirs Of Winter”, per dire, è un gioiello, infagottata dalle chitarre e sospinta da un riff romantico-decadente che sembra gettare la Brown tra le nevi di foreste nordiche viste prima solo da Frazer & Co. E ad alti livelli stanno anche la liquida “Mild Confusion” e il dondolio in trance di “The Waves”, così come la cascatella dark acciaiosa di “Love Fade”.

Essere band da singoli nel paradigma di questi generi non funziona. Bisogna trovare il disco buono, ma non è questo.

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Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 5 voti.
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C Commenti

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synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 9:50 del 8 settembre 2010 ha scritto:

bella analisi. L'ho ascoltato qualche tempo fa, e ho avuto la stessa sensazione: hanno dei buoni numeri, ma il disco non conquista. Target, comunque hai un ritmo pazzesco quante saranno, 10 recensioni al mese? Una mitragliatrice!

target, autore, alle 10:46 del 8 settembre 2010 ha scritto:

Eh, ragazzo, la grafomania è una brutta storia, sì. Quando poi si è disocc, ehm, in vacanza...

jackforjack (ha votato 7 questo disco) alle 21:29 del 8 settembre 2010 ha scritto:

dovrei essere di parte

mah, sentito in totale quasi una decina di volte, e anche a me non ha convinto molto, sembra un po' in stallo, giocare un po' le stesse carte, nessuna sferzata. l'incipit però è ottimo e anche alcuni episodi. mi aspettavo meno candeggina, ecco quanto.

hiperwlt (ha votato 6 questo disco) alle 22:10 del 8 settembre 2010 ha scritto:

dice bene Francesco, è band da "singoli"(ma che singoli!): l'album arriverà. 6,5