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Eponymous
“Eponymous” è l’esordio discografico di Marco Brosolo. Si apprende che l’autore è nato a Pordenone e da alcuni anni si è trasferito a Berlino. “Eponymous”, datato 2009, vede l’artista italiano firmarsi con lo pseudonimo “9”, e, come label, la Sopa Records, casa discografica danese.
Nove tracce, prevalentemente in inglese. Trattasi di electro-pop marcatamente teutonico, con tendenze tra dream e shoegaze.
Nel momento del trionfo della globalizzazione, con i suoi vantaggi e svantaggi, non è dato sapersi se sia stata solo ed esclusivamente la trasferta di Marco Brosolo in quel di Berlino a connotare in senso più germanico il sound di “Eponymous”. Certamente l’aria che si respira lì è ben diversa da quella nostrana. Sta di fatto che “Eponymous” ha un sapore molto più internazionale delle tante prove electro-pop offerte in questi ultimi tre o quattro anni da sempre più numerose band italiane.
Si prendano, ad esempio, brani come “Shout”, “Sun Leftovers” e “Day By Day”, che sono quelli del disco che osano di più in termini di sperimentazione e offrono uno spaccato delle possibili evoluzioni del genere musicale in questione.
Quello che più colpisce è il fatto che nel corso del disco, è possibile attraversare le essenze più svariate del pop contemporaneo, dall’electro-pop dall’impatto melodico piuttosto accattivante di “Delay” (che è il primo singolo estratto dall’album) e “As Snow In Harvest” alle melodie circolari vagamente shoegaze di “Pier Rivier”, “Shout” e del crescendo finale di “Sogni”, dallo slow-core/dream-pop di “Sogni” al trip-hop di “Sun Leftovers”, dal reading di “Fuori” alle tematiche più ambient di “Lullaby”.
Il tutto con intelligenza nell’arrangiamento, cercando di dosare attentamente tutti gli ingredienti, per un risultato che è nel complesso abbastanza discreto.
In conclusione, un esordio brillante, quello di Marco Brosolo, che propone un lavoro abbastanza variegato e originale e discretamente curato.
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