Chairlift
Something
Quattro anni fa pochi si accorsero del lavoro d'esordio dei Chairlift per la Kanine Records (Does You Inspire You 2008), eppure quell'amalgama di electronica e pop wave, a tratti irresistibile, valse loro l'attenzione del colosso Columbia che l'anno successivo ne acquisì i diritti per una ristampa con aggiunta di bonus track. Definitivamente accasati presso la major i Chairlift tornano in pista come duo formato da Caroline Polachek e Patrick Wimberly. Non c'è più Aaron Pfenning, co-fondatore della band e soprattutto fidanzato della sfiziosa Polachek, la Belen dell'indie pop.
Something, questo il titolo del nuovo lavoro, sfoggia un filo conduttore synthetico solcato da un flusso di corrente eighties e melodismi dogni sorta, capaci di racchiudere umori yankee AM pop, capricci brit e inclinazioni dark wave. Siamo sempre dalle parti dellaccomodante zona dombra del predecessore, un occhio al futuro uno al passato, anche se in questo caso l'assenza di hit "faciline" del calibro di Bruises, è compensata da una stesura dei brani ben più ponderata ed omogenea.
Sebbene il diagramma non presenti pinnacoli di assoluta genialità, Something mantiene alto l'interesse dell'ascoltatore per la sua intera estensione: dall'opener Sidewalk Safari, scelta obbligata per un singolo danceable che si rispetti, fino al gioiello Amanaemonesia, sintesi suprema della bislacca formula pop Chairlift; passando per Wrong Opinion, neanche scalfita dalla potenziale insidia kitsch di alcune percussioni, retaggio del peggior lustro degli ultimi quattro decenni (la seconda metà degli anni '80).
Altra potenziale hit è I Belong In Your Arms. Diciamocelo pure, anche perché ogni rimprovero va condito con qualche incoraggiamento: qui siamo di fronte ad un trionfo predestinato, il synth su cui è edificato il brano è strappato con forza dalla partitura di How Soon Is Now? degli Smiths e la linea di basso del chorus paga pegno alla indimenticata Glittering Prize dei Simple Minds.
Il duo evita di impantanarsi nelle sabbie mobili del citazionismo puro anche quando le assonanze col passato si fanno massicce: vedasi le tentazioni twee di Frigid Spring ma soprattutto Take It Out On Me, che ricalca gli Eurythmics in fase calante riuscendo a fare meglio della coppia Lennox/Stewart.
Decisamente più gradevoli Ghost Tonight, in grado di armonizzare le melodie sfuggenti di Feist con le sfumature noir di Bat For Lashes, le vibrazioni plastic-shoegaze del singolo Met Before, o lesangue volto elettronico della ballata Cool As A Fire.
Abili modellatori della materia pop i Chairlift si muovono, a piccoli passi, in avanti. Ne prendiamo atto e ce ne rallegriamo.
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