Gioacchino Turù e Vanessa V.
Il crollo della stufa centrale
“Il Crollo Della Stufa Centrale” è l’esordio su From Scratch Records di Gioacchino Turù e Vanessa V. Il disco ripropone alcune dei brani già apparsi qualche anno fa in “C’è Chi È Morto Sul Tagadà” più altri inediti, per un totale di 17 tracce.
Il cantato si sviluppa tra la voce volutamente sguaiata e corrotta di Gioacchino Turù e quella più aggraziata ed ingenua di Vanessa V. I brani sono generalmente molto brevi, alcuni dei quali appena abbozzati o volutamente incompiuti, quasi tagliati proprio nel momento in cui il ritmo cresce. La strumentazione è altrettanto approssimativa e frammentaria, con batteria e tastiere giocattolo. Lo stesso dicasi delle melodie, con pezzi più interessanti alternati a momenti di puro divertimento. I testi sono tanto giocosi e grotteschi quanto sboccati e irriverenti, più spesso caratterizzati da puro nonsense.
Le sonorità hanno il pregio di essere allo stesso tempo sghembe e armoniose, con un incrocio tra electro-pop, una sorta di cantautorato rock all’italiana alla Rino Gaetano, rock sperimentale ed elettronica. Più precisamente, “Lego Lagher”, “Urnini” e “Venditori” propongono un electro-pop a due voci sulla falsariga di quello proposto da Il Genio. “Spongebob Legge Megret”, “Merenda” e “Grecia” sono intermezzi caratterizzati da un storto electro-rock. “In bocca” e “Manovale” offrono una fusione tra electro-pop e cantautorato rock sghembo. “Marco Prandi” procede a ritmo di marcia, mentre “Estetista” si sviluppa attorno ad un percussionismo tribale. “Mutande” sta al disco-pop come “60 Anni” sta alla folktronica.
Un electro-pop eclettico che, più che emulare Beck, o il nostrano Bugo, sembra piuttosto irridere alla seriosità e leziosità di alcuni autori che hanno approcciato il genere musicale in questione con un piglio decisamente troppo pretenzioso. In definitiva, un piacevole ascolto per trascorrere una mezz’oretta di (sano) divertimento.
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