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R Recensione

7,5/10

Perfume Genius

Too Bright

Si può amare una seconda volta, ancora, malgrado oggi sia tanto diverso da ieri?

Tale è la domanda che tra le lenzuola alberga, da qualche notte. Bisognerebbe prima capire se fu sincero la prima volta, il sentimento, e qui la risposta parrebbe affermativa. Poi sarebbe necessario esaminare il trasporto emotivo dell’oggi, con onestà, per comprendere se il miracolo sia ancora possibile; se, in altre parole, sia pensabile rialzarsi e camminare, obliando la paralisi.

Così penso a Mike Hadreas, che è Perfume Genius, e al suo ultimo disco che quasi acceca, per l’oro che promana la sua veste, corazza di barbagli: c’è del resto il titolo, Too Bright, “troppo luminoso”, a ricordarne la brillantezza. Penso a Mike Hadreas, al suo album, e alla duplice natura, di questo disco; penso a come si possano amare le due nature, profondamente diverse, di questo disco: quella più sentimentale, introversa, calma nei ritmi e dolce nelle parole, pianoforte e voce tremula (l’ouverture di I Decline, il trascinìo emotivo di No good, il valzer al ralenti di Don’t Let Them In, il finale mielato di Too Bright e All along); e la natura più poderosa e irruenta (Queen e Grid), più aggressiva e trasgressiva (My Body, che pare pasta del Manson macabro e funereo), più schiettamente elettronica (Longpig), più lugubre e quasi vaneggiante (il requiem I’m a Mother, dove pare che si esprima un’altra bocca, percossa e imbavagliata).

Si alterna, dunque, un'indole prettamente classica a una più moderna, sperimentale; una in cui si osa, laddove prima non si sarebbe osato; una che spezza i toni precedenti (da accapponare la pelle, ma un po’ cantilenanti), così da evitare la noia, la reiterazione stanca, anzi così da consentire la (notevole) sorpresa, il cambio di registro anche improvviso, che aliena e che sballotta, che spesse volte seduce. Un lavoro così eclettico e sfaccettato sarebbe diventato pastrocchio se Perfume Genius non avesse dosato con acume ogni elemento: ma la sua natura – per certi versi così diversa da ieri, e soprattutto così doppia all’interno dei trentatré minuti (nessun brano supera i 236 secondi) – è così chiara e lucente che non va a comporre due volti differenti della stessa medaglia. Una sola, è la medaglia. Che sia dritto o rovescio, non ha importanza. Di sicuro, brilla, e di sicuro emoziona. 

Si può amare due volte, probabilmente. E due cose diverse, anche, ed è come amare una volta sola. Forse è questa, la risposta, e Mike Hadreas vi conduce.

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andy capp 8,5/10
REBBY 8/10

C Commenti

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Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 12:50 del 23 dicembre 2014 ha scritto:

Tra gli album più belli di quest'anno. Bravo Jacopo. Ma si può amare due volte, contemporaneamente?

Jacopo Santoro, autore, alle 0:52 del 6 gennaio 2015 ha scritto:

Ahinoi, Franz, sembrerebbe di sì

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 17:44 del 23 dicembre 2014 ha scritto:

Tra i più belli dell'anno anche per me. Perfume Genius si conferma una delle proposte più interessanti della scena americana contemporanea. Osa sfacciatamente, Hadreas, ma non sfocia mai nel macchiettismo in questo ulteriore passo di avvicinamento verso Jamie Stewart. Un gradino sopra il precedente e uno sotto il debutto, ma il capolavoro deve ancora arrivare e credo proprio che arriverà. Non so bene perché (l'utilizzo della voce in certi frangenti, certo, ma non solo), però lui continua a farmi pensare alla Galàs. Molto affascinante anche questa doppia anima dell'album (ben descritta da Jacopo) che non risulta mai fuori luogo grazie al mood morboso che caratterizza tutti gli episodi, anche quelli più delicati. D'altronde credo sia proprio la morbosità a caratterizzare la proposta musicale di Perfume Genius. Una menzione la merita forse anche "Fool" (brano tra i più belli dell'album e dell'anno, per quanto mi riguarda) con quella meravigliosa fusione, smaccatamente pop, di synth e pianoforte. Strano non l'abbia scelta come singolo... Album, comunque, non troppo immediato che cresce ascolto dopo ascolto. Da recuperare, per chi non lo avesse già ascoltato.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 17:50 del 23 dicembre 2014 ha scritto:

E invece l'ha scelta come singolo, qualche giorno fa. Sorry Quando dicevo che osa sfacciatamente... Il modo in cui si allontana dalla macchina e inizia a pattinare sarebbe calzato a pannello nel videoclip di una Britney Spears sedicenne

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 14:12 del 6 marzo 2015 ha scritto:

Speriamo sia come dice Salvatore, suo sommo estimatore, che il suo capolavoro debba ancora arrivare. Intanto questo, a mio giudizio, è il suo miglior album. Rispetto al brillante monocromatico esordio questa è un'opera più varia (oserei dire non solo due anime) e matura, sia come songwriting, che come resa vocale e musicale. Da riascoltare eheh, per chi lo conoscesse già.

tramblogy alle 0:19 del 20 giugno 2015 ha scritto:

bravoooooo!!!