Perfume Genius
Too Bright
Si può amare una seconda volta, ancora, malgrado oggi sia tanto diverso da ieri?
Tale è la domanda che tra le lenzuola alberga, da qualche notte. Bisognerebbe prima capire se fu sincero la prima volta, il sentimento, e qui la risposta parrebbe affermativa. Poi sarebbe necessario esaminare il trasporto emotivo delloggi, con onestà, per comprendere se il miracolo sia ancora possibile; se, in altre parole, sia pensabile rialzarsi e camminare, obliando la paralisi.
Così penso a Mike Hadreas, che è Perfume Genius, e al suo ultimo disco che quasi acceca, per loro che promana la sua veste, corazza di barbagli: cè del resto il titolo, Too Bright, troppo luminoso, a ricordarne la brillantezza. Penso a Mike Hadreas, al suo album, e alla duplice natura, di questo disco; penso a come si possano amare le due nature, profondamente diverse, di questo disco: quella più sentimentale, introversa, calma nei ritmi e dolce nelle parole, pianoforte e voce tremula (louverture di I Decline, il trascinìo emotivo di No good, il valzer al ralenti di Dont Let Them In, il finale mielato di Too Bright e All along); e la natura più poderosa e irruenta (Queen e Grid), più aggressiva e trasgressiva (My Body, che pare pasta del Manson macabro e funereo), più schiettamente elettronica (Longpig), più lugubre e quasi vaneggiante (il requiem Im a Mother, dove pare che si esprima unaltra bocca, percossa e imbavagliata).
Si alterna, dunque, un'indole prettamente classica a una più moderna, sperimentale; una in cui si osa, laddove prima non si sarebbe osato; una che spezza i toni precedenti (da accapponare la pelle, ma un po cantilenanti), così da evitare la noia, la reiterazione stanca, anzi così da consentire la (notevole) sorpresa, il cambio di registro anche improvviso, che aliena e che sballotta, che spesse volte seduce. Un lavoro così eclettico e sfaccettato sarebbe diventato pastrocchio se Perfume Genius non avesse dosato con acume ogni elemento: ma la sua natura per certi versi così diversa da ieri, e soprattutto così doppia allinterno dei trentatré minuti (nessun brano supera i 236 secondi) è così chiara e lucente che non va a comporre due volti differenti della stessa medaglia. Una sola, è la medaglia. Che sia dritto o rovescio, non ha importanza. Di sicuro, brilla, e di sicuro emoziona.
Si può amare due volte, probabilmente. E due cose diverse, anche, ed è come amare una volta sola. Forse è questa, la risposta, e Mike Hadreas vi conduce.
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