Poliça
Shulamith
Con un R'nB alieno (animato da pose immerse dautotune) a stagliarsi contro un synth pop scuro, Give You The Ghost spiccava tra i dischi di qualità del 2012, grazie anche al contributo più o meno indiretto del solito Bon Iver - a fomentare lhype intorno al progetto di Channy Leaneagh e Rayan Olson con queste parole: << They're the best band I've ever heard>>.
Il sophomore dei Poliça, Shulamith, conserva le caratteristiche e le cromature dell'esordio, agite all'interno di strutture pop-darkeggianti (in dinamiche di tastiere '80s, basso rotondo e ritmiche stratificate); strutture le quali, oggi, possiedono invero una maturità estetica, per chi scrive, ancor più compiuta. La sezione ritmica, fregio dei Poliça (doppia, la batteria) di GYTG, anche in Shulamith (Firestone, femminista radicale, morta lo scorso anno, a cui è dedicato il disco) si mantiene incisiva; sicché, ci si stende a contemplare certo fascino di groove come mantra incastrati, tra passaggi un po impeciati e un po Drive, in poliritmie arty e gestalt dark. La voce di Leaneagh, è bene dirlo altamente personale, sfuma in qualche dettaglio dietro alla Chan Marshall di Sun.
Sebbene ortodossa nel considerare necessaria la manipolazione vocale, la leader dei Poliça ha, qui, optato per un uso minore del vocoder, valorizzando la sua voce più su traiettorie naturali (benché sempre molto effettate). Non un male: anche negli episodi più ordinari, si rafforza la sensazione che, la sua, sia una tra le migliori della scena pop a stelle e strisce.
Ad appesantire laria intorno al disco ci pensano, ancor più di altri elementi, i testi, sovente ideologizzati in direzione di un immaginario (tratto comune ai The Knife, ça va sans dire) dai registri intimi- nellaccanimento contro sé ripudiati con tempra masochistica (il video di Tiff; feat. Bon Iver, ad armonizzare).
Ottimo come, in "Shulamith", si prema su di un'attitudine arty tesa sempre a contornare, diffusa, i brani; in questo senso, tra passaggi clubby e sensazioni malinconiche (Chain My Name), oppure in ibridazioni di estremi trip hop-synth pop (Very Cruel), si elevano tastiere dai suoni incredibili (Warrior Lord, "Vegas").
L'ascolto attento consente lo svelarsi di apici (Smug, Tiff, Warrior Lord) non minori rispetto a quelli di "Give You The Ghost" ("Form", "Lay Your Cards Out", "I See My Mother"). E rafforza lopinione che i Poliça, in questo decennio, abbiano creato un sound certamente non rivoluzionario, ma (non è poco) assolutamente peculiare.
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