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R Recensione

8/10

The talking bugs

Viewofanonsense

Chi frequenta i dietro le quinte di Storia della Musica si ricorderà certo di loro. Si presentarono così http://www.storiadellamusica.it/forum/viewtopic.php?t=2754&start=0 , molto discretamente e con garbo a noi, circa un anno e mezzo fa. E fu un generale senso di ammirazione tra i frequentatori del forum, generalmente poco inclini ad esprimersi nei confronti dei tanti che cercano visibilità in questa selva di musicisti a dire il vero non sempre così validi. 

Il garbo, la discrezione, la dolcezza, la calma, l'amore per la musica e per le sue basi tecniche, classiche (tutte cose rarissime in questo mondo),  contraddistinguono il debutto dei Talking Bugs con questo Viewofanonsense. Loro sono in quattro, Alessandro di Furio alla chitarra classica e voce, Fausto Ghini sempre chitarra classica e voce, Paolo Andrini  al contrabbasso e Youssef Ait Bouazza alla batteria e alle percussioni (a dire il vero spesso in veste elettronica) e sono tutti bravissimi.

No, non dirò che sono gli Iron and Wine italiani. Non lo dirò perché non so realmente a chi lo farei, il torto. Chi mi conosce sa quanto sia restio a considerare a tutto tondo una proposta italiana. Generalmente trovo infatti gli italiani o troppo provinciali nel loro approccio o, peggio, degli "scimmiottanti" dei grandi d'oltralpe o d'oltre oceano. Bene, in questo caso (come pure altri ce ne sono, intediamoci) non ho minimamente percepito alcun limite nella proposta. Tutto gira bene, fluido, morbido, sul velluto, tra grazia nel metodo e ispirazione nella vena artistica.

Consequence of your sound, I don't know why, Like a ship in the sea, ma poi alla fine veramente tutte le tracce sono di assoluto valore, un continuo cullarsi tra le loro melodie delicate, sussurrate, arrangiate in modo (apparentemente) semplice, chiaro, con una freschezza che nasconde tanta precisione e cura dei particolari.

No, non dirò che sono gli Iron and Wine italiani, ma se serve a farvi capire di cosa stiamo parlando e magari a farveli ascoltare, allora lo sono decisamente. Dimenticavo, non ho mai dato un voto così alto ad un disco italiano. Perchè lo faccio ora? Perché questo non è un disco italiano. Appartiene a chiunque voglia farlo suo. Ovunque voi siate. Ultimo avvertimento prima che corriate ad ascoltarlo: attenti, potreste rimanerne incantati.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 6 voti.
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diegodios 9,5/10
ciccio 8/10
REBBY 6/10
andy capp 4,5/10

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