Ssaliva
Sextape Hiss
Quanto è importante, soprattutto oggi, dire subito ciò che si vuole dire, lo sappiamo. Lo so, personalmente, con un po di fastidio. Motivo per cui apprezzo ancora di più questa Sextape Hiss, che esce oggi, a quattro anni dalla sua registrazione, in cassetta e in sole 50 copie. Lautore è Ssaliva, ossia François Boulanger, belga, già protagonista di apprezzabili incursioni hypnagogic (Thought Has Wings, 2011: dalle stesse sessioni deriva il materiale contenuto qua), e ultimamente più focalizzato ad approfondire sonorità di elettronica progressiva niente male (Pantani, 2014) o riusciti esperimenti vapor wave (gli ultimi pezzi rilasciati su soundcloud), seguendo la scia di James Ferraro e altri reduci della prima ondata hypna tra 2008 e 2011.
Ecco, quattro anni di ritardo, per un disco in generale, sono tanti; per un disco hypnagogic pop, sono tantissimi. (Sarà vero, poi, che lanno di registrazione è il 2011? Il sospetto della retrodatazione, in questi ambiti, serpeggia sempre, vd. Outer Limits Recordings, che già nel 2010, in pieno hype hypna, dichiarava il suo materiale risalente al 2006. Come a dire: il primo sono stato io). Vero è che, ormai, di roba così non ne esce più. Suona assurdamente datata («oh, è così 2009!»). Lultima uscita notevole, nellambito, è stato Eleventeen Eston, lo scorso anno, con una cassetta in meraviglioso delay. Il ritardo, infatti, in queste ondate, permette una cosa: di avere a disposizione un codice sonoro già affinato, condiviso, solido. Si può, insomma, contrariamente ai pionieri, essere quasi perfetti. Ecco, Sextape Hiss è forse il disco hypnagogic pop più quintessenziale ed esemplare di tutti. Uno, insomma, dei più riusciti. E forse lultimo.
Inutile ripetere cosa ci si trovi dentro: tutto ciò che mille volte si è ribadito, da James Ferraro in giù. Undici brevi jam strumentali costruite su scassate sonorità 80, synth che sembrano presi da video dimostrativi in vhs del 1987 su come sfruttare una roulotte (Off Shore, Crookridge), melodie di tastiere aeree ridotte a elegie di un mondo di plastica e moquette che era comunque migliore di questo perché era quello dellinfanzia (Mental Ray), muzak smangiucchiata che proviene intristita e sbiadita da jingle trasmessi nella radio del supermercato A&O (Trish, Stereo Debts), sopra basi synth pop in fedeltà minima e approssimazione totale (Braveyard), stacchetti fatti apposta per la controra vacanziera in malinconico abbandono nella località balneare delle cartoline (Minor Swing), tremori autunnali da twinpeaks (Spring Tides) e, insomma, una botta di sfatto immaginario eighties, liquefatto e sbrodolato in un cocktail dolceamaro che ha lo stesso colore di qualche vecchia 128.
Bisogna essere qua e ora, dicono. Mentre Sextape Hiss è là, allora, e pure un po in ritardo, quando se ne erano andati quasi tutti. Per me, bellissimo.
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