R Recensione

7/10

Air Waves

Parting Glances

Non è un caso che al secondo disco degli Air Waves collabori Jana Hunter dei Lower Dens, il cui “Escape From Evil” è certamente la cosa più vicina a questo “Parting Glances” che si possa immaginare. La band capitanata da Nicole Schneit vira leggermente, rispetto al precedente “Dungeon Dots” (2010), verso campate indie pop torbide e venate di suggestioni kraute, mantenendo intatto il proprio gusto per l’hook immediato, la struttura basica, il gancio melodico purissimo, magari costruito su vocalizzi di oh oh (“Lines”). Il risultato complessivo convince, e molto.

La voce di Schneit è appiattita e mai avventurosa, molto maschilmente deadpan, tra quella di Jana Hunter (con cui si sovrappone perfettamente, vd. “Horse Race”) e cenni beach-housiani (assai Legrand la melodia di “Older”): le linee che inventa, spesso modulate su poche note e su un'intelligente impennata sufficiente a incidere in modo definitivo un verso o un ritornello in cui si ripete il titolo del pezzo (“Fantasy”), hanno il sopravvento su uno sfondo musicale mai sopra le righe, in cui soltanto gli arpeggi di chitarra, simulando le architetture scarne di album come “Devotion”, provano uno scarto.

È un disco, “Parting Glances”, in cui le tinte grigie sono volute, ma garantiscono la germinazione di flash e schizzi di luce brucianti; si descrivono occhiate vivissime a sconosciuti che non rivedremo mai più, storie marginali e ambigue, dichiarazioni scolpite nella loro semplicità («I want to be calm like you / Oh the calm in your life, I want that too / And I want you to be my baby», “Calm”), una sensibilità spesso nevrotica o malata («Someone take this pain away from me / I’m not sure what it’s about / ‘cause the meaning never came», “Fantasy”), narrazioni che si costruiscono sull’imminenza di una disintegrazione («I’m a bad man for coming around but you invited me here», “Frank”). Anche qua, come in "Escape From Evil", striscia una placida disperazione. Collaborano anche membri di Crystal Stilts, Ava Luna e Hospitality.

I picchi del disco sono quelli maggiormente scanditi da un’ossessività kraut-rock che vibra sottotraccia, vedi le pennate ipnotiche di “Milky Way”, riscattate dalla dolcezza inattesa del ritornello (splendido: «hold me / don’t let me go / can anyone settle?»), per uno dei pezzi pop più semplici ma belli dell’anno, o vedi l’oscurità teutonica, 100% Lower Dens, di “Torch of Light”. Apice assoluto “Thunder”, col beat e il basso martellante, sopra l’organo e le chitarre distorte in crescendo, che portano altissima la melodia, verso un finale tra post punk e cupezze synth wave. Splendore («And I'm dancing in the twilight / I got my head up in the sky / Can you feel the vibrations as we start to fly?»).

Cala un po’ l’ultimo terzo del disco, dove “Older” riprende la maggiore coloritura jangle/folk dell’esordio e il tiro di “1000 Degrees” banalizza un po’, ma resta un ascolto più che piacevole, a tratti sorprendente.

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salvatore alle 18:11 del 30 ottobre 2015 ha scritto:

Lo sto ascoltando in questi giorni e mi sta piacendo da pazzi. "Fantasy", nella sua immediatezza, è diventato già un mio personale tormentone. E non è la più bella... Dolcissima sorpresa. questo lo assimilo ben bene

target, autore, alle 20:47 del 30 ottobre 2015 ha scritto:

Grande Salvatore che mi recupera questo dischetto! Le melodie, forse, più dirette dell'anno.

salvatore alle 23:33 del 30 ottobre 2015 ha scritto:

Melodie tra le più dirette dell'anno, verissimo, e "dischetto" che credo proprio finirà in top ten. Mi piace molto questa estetica da "Sundance", questa dolcezza che sposa l'irrequietezza - tanto lirica, quanto sonora -, questo contrasto tenero/ruvido che si scioglie in ogni brano. E mi piace tanto anche la voce poco estesa e un po' annoiata della Schneit. La già citata "Fantasy", "Frank", "Milky Way", "Thunder", "Older" sono piccole gemme melodiche che creano dipendenza... Bravo tu Francesco, a non fartene sfuggire una Davvero sorprendente (per usare le tue parole in conclusione di recensione)!

PS. Prima di dormire mi ero ripromesso di dare un'altra possibilitàalle Cocorosie (che pare siano ritornate alle atmosfere dell'esordio), ma mi sa che mi riascolto "Parting Glances"