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R Recensione

8/10

Alvvays

Alvvays

Ci mancava solo che i canadesi si dessero all’indie pop. Fatto. Ed è un disco praticamente perfetto.

Uscito in cassetta già nel 2013, il disco eponimo degli Alvvays, da Toronto, vede una pubblicazione ufficiale solo quest’anno, e meritatamente: i nove pezzi che lo formano, prodotti da quel genietto di Chad VanGaalen, sono la cosa più fresca che in ambito twee si sentisse da tempo. La voce di Molly Rankin infila una serie di melodie killer sopra una base strumentale grandiosamente dosata, per cui i tocchi aggiuntivi di synth, le leggere distorsioni, le sfocature e gli effetti vocali sono calibrati senza eccessi di epigonismo ma al contempo con un mirabile rispetto della “grammatica” indie pop.

Ci sono, certo, le ascendenze tipiche, dai Camera Obscura di “The Agency Group” al C86 più sfacciato di “Next of Kin”, passando per la linea che dalle Vivian Girls più pop risale a Shop Assistants e Talulah Gosh (“Archie, Marry Me”), e ci sono i doverosi saliscendi emotivi, dalla nostalgia granulosa a pioggia di “Party Police” – che si costruisce su un giro di chitarra che, come le cose indie pop migliori, pare un semplicissimo miracolo – alle vibrazioni positive di “Atop a Cake” (classico subito).

Ma poi, come non sempre nella pletora di band simili agli Alvvays, c’è una grande intelligenza nei testi (molto più ossessivi e disturbati di quanto il genere possa suggerire), una “Adult Diversion” da battimani eterno, un ricorso occasionale alla drum machine che sorprende (“Dives”), una sgranatura e scabrezza nel suono delle chitarre che certo VanGaalen ha già applicato ai propri dischi (“Diaper Island” in testa) e a quelli di band ben più muscolose (Women in testa) ma che qua mostra come possa benissimo calzare anche in ambiti (apparentemente) più scanzonati. E così la luminosità indie pop viene sporcata e arricchita, tanto più che la voce stessa, sovente mixata al punto da renderla inintelligibile, affonda e sembra perdersi tra i meandri degli amori impossibili che esplora.

Apice, nel genere, dell’anno, e qualcosa di più.

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Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 9 voti.
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hiperwlt 7,5/10
JetBlack 6,5/10
REBBY 7/10
Bedobedin 7,5/10

C Commenti

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forever007 (ha votato 8 questo disco) alle 14:39 del 30 luglio 2014 ha scritto:

Piace anche a mo molto quest'album, soprattutto considerando il livello medio di quest'anno..peccato per la brevità e soprattutto peccato per l'eccessiva somiglianza ai Cranberries.

forever007 (ha votato 8 questo disco) alle 14:39 del 30 luglio 2014 ha scritto:

*me

benoitbrisefer (ha votato 7,5 questo disco) alle 23:21 del 5 agosto 2014 ha scritto:

Disco davvero convincente, una successione di delizie indie pop di impatto immediato. Su tutte Adult diversion, Next of kin e Atop a cake, ma anche il resto piace

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 20:03 del 23 agosto 2014 ha scritto:

Album incantevole. Indiepop irrobustito a metà strada tra il twee dei camera Obscura e le ruvidezze di La Sera, Vivian Girls et similia. Tutti potenziali singoli che ti si appiccicano al cervello. "Next of Kin" è una perla un pizzico più perla delle altre. Francesco sempre avanti

Jacopo Santoro (ha votato 7 questo disco) alle 2:41 del 28 agosto 2014 ha scritto:

Bel disco, non c'è dubbio, ma forse noto troppo entusiasmo attorno. L'ho trovato, a tratti, "piacione"; molto preciso, quadrato, aritmetico, inappuntabile. Però questo, probabilmente, ne limita la portata emozionale. O almeno è così per me. (Sarà un "limite" del genere di riferimento, l'indie-POP? Chissà)

Azzeccata la somiglianza coi Cranberries, che qualcuno ha citato. E, paradossalmente, il pezzo per me migliore del lotto è "Ones Who Love You", che Fra non ha nominato nella recensione. Che splendore.

Sor90 alle 16:15 del 5 ottobre 2014 ha scritto:

"Adult Diversion", "Archie, Marry Me", "Atop a Cake" deliziose. Il disco che mancava quest'anno. Non so se sarà 8, ma potrebbe finire in top 10.

Sor90 alle 16:25 del 5 ottobre 2014 ha scritto:

E ditemi se il riff di "Party Police" non è un piccolo miracolo. Magia dell'indie-pop.

AndreaKant (ha votato 8 questo disco) alle 12:53 del 16 ottobre 2014 ha scritto:

Disco stupendo nella sua semplicità. Il 13 febbraio a quanto pare suonano a Milano...

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 11:50 del 19 maggio 2015 ha scritto:

Mi pare di ricordare che abbiano fatto da gruppo spalla ad alcuni concerti dei The pains of being pure at heart. Beh, paragonando l'ultimo album degli americani a questo (buon esordio) al prossimo tour forse meglio invertire i ruoli eheh

AndreaKant (ha votato 8 questo disco) alle 19:36 del 20 settembre 2017 ha scritto:

Molto bello anche il nuovo disco...mi delizia da giorni, una gran conferma

target, autore, alle 20:45 del 20 settembre 2017 ha scritto:

La prima metà è gloriosa: non c'è un pezzo che non sia magnifico. Poi ha qualche cedimento, ma nel complesso si confermano la miglior band indie pop di questo decennio.

LucaJoker19_ alle 15:46 del 21 settembre 2017 ha scritto:

il cd nuovo è fantastico , lo sto consumando! a quando una recensione ???????

benoitbrisefer (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:32 del 21 settembre 2017 ha scritto:

Confermo. Il livello della band continua ad essere eccellente anche nel nuovo album