V Video

R Recensione

7,5/10

Clock Opera

Ways To Forget

Nel panorama della musica inglese del 2012 è impossibile non notare due album d’esordio, ossia An Awesome Wave degli Alt-J e Ways to Forget dei Clock Opera. I due album in questione sono di genere totalmente differente: indie-pop-folk per gli Alt-J, indie-rock-elettronica per i Clock Opera, ma entrambi si caratterizzano per l’originalità della composizione e per la ricerca della perfezione negli arrangiamenti.

La band utilizza campionamenti di rumori della vita quotidiana per ottenere i suoni desiderati, ma è errato pensare che l’album viva su questo artificio, anche se probabilmente il sound così ottenuto è ciò che poi rende così unico ogni loro brano. Del resto il leader Guy Connelly è uno che di arrangiamenti se ne intende, in quanto oltre ad aver suonato in due gruppi musicali (Fallout Trust e Corrections) ha anche curato numerosi remix.

A differenza di prodotti ben confezionati che però non sono in grado di creare emozioni Ways To Forget è un album che prende anche dal punto di vista emotivo, proprio perché la forza dell’album si trova anche e soprattutto nella linea melodica dei suoi brani.

L’album parte con Once and for all, brano che, se non fosse per il ritmo dapprima pacato e poi sempre più incalzante, potrebbe ricordare la dance degli anni ’80. Il successivo brano, Lesson n.7, scelto come primo singolo dell’album, riesce a creare un’atmosfera cupa nonostante il forte sostegno di batteria e basso specialmente nella parte finale.

E’ forse proprio una caratteristica della band quella di iniziare molti brani in maniera molto pacata per poi crescere e farsi trascinanti nella parte finale, come i Foals di Spanish Sahara o i Deus di Ghost. Anche il successivo 11th Hour non sfugge a questo tipo di trama, con il canto ripetitivo di Connelly su un tappeto di tastiera mentre la batteria tiene un ritmo indiavolato, ed è proprio la dicotomia di molti brani, melodici e nel contempo rock, che rende molto piacevole l’ascolto.

La successiva Man Made è un brano dance elettronico molto orecchiabile e ballabile, mentre il quinto brano dell’album, Belongings, secondo singolo, è il capolavoro. Belongings inizia con un giro di piano ripetitivo, che è poi la trama su cui è costruito l’intero brano, sul quale Connelly intona un motivo particolarmente melodico. Piano piano entrano nuovi strumenti in una escalation sempre più suggestiva che porta sempre più in alto grazie a un coro che continua ad aggiungere tensione; tutto esplode poi in un finale di rock elettronico che è un peccato ascoltare a basso volume. Il video ufficiale accompagna il singolo con immagini scelte proprio per rappresentare la musica , ma il video alternativo (documentario sui pinguini con sorpresa finale) è altrettanto emozionante.

E’ difficile riuscire a mantenere lo stesso livello con il brano seguente, e infatti White Noise vive più sui campionamenti che sulla melodia, mentre si torna ad alti livelli con A Piece Of String, un esempio di math-rock particolarmente riuscito. In Lost Buoys sono evidenti i riferimenti, specialmente nel ritornello, alla dance degli anni ’80. Move to the Mountains è una ballata pop che nella melodia, ma non nell’arrangiamento, ricorda alcuni brani degli Arcade Fire di Suburbs. L’album si conclude con Fail Better, brano che, come in Belongings, mira a creare tensione grazie alla ripetitività del coro sostenuto da una base musicale ossessiva e in crescendo.

In definitiva un lavoro di alto livello, composto da brani validi e ben confezionati, orecchiabili ma non banali; Ways To Forget è un album che non stanca neanche dopo molti ascolti.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 1 voto.
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REBBY 7,5/10

C Commenti

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REBBY (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:08 del 27 agosto 2013 ha scritto:

Ai primi ascolti talvolta, specie per il cantato, avevo come l'impressione di ascoltare i Maccabees. Mi vengono in mente, per altri aspetti, anche Coldplay e Wild beasts.

Per quanto riguarda gli anni '80 invece soprattutto Associates, Peter Gabriel e Mastro Bowie (sivabbè ne ha ispirati a pacchi, di musicisti), non così tanto invece la pluricitata, in rece, dance anni 80 (esssi che all'epoca ballavo anch'io ghgh).

Buon disco di synth-pop contemporaneo, comunque.

Progetto da seguire, tutte le opzioni sono aperte (svaccherà o crescerà?)