Grand National
A Drink And A Quick Decision
Dopo lo scontato ma freschissimo Kicking The National Habit, i Grand National ritornano questanno più agguerriti che mai.
Era facile perdersi nelle loro atmosfere venate di quel mood synth-pop anni 80, mascherato come se dovesse far da colonna sonora ad un documentario sugli anni 2000; ispirati da unattitudine alla melodia molto spiccata, dimostravano di saper ben assemblare le strutture che dovevano sorreggere lintegrità dei loro brani.
Con il nuovo lavoro le cose cambiano un po: prolisso sembrerebbe laggettivo più adatto a descrivere un album, che se fosse stato racchiuso in una minore durata avrebbe potuto dire la sua, invece riesce a disperdersi nelle sue stesse ambizioni.Il loro atteggiamento un po snob alla moda stavolta non li salva e la loro ricerca del refrain perfetto non va del tutto a buon fine; comunque sia non si butta ogni cosa.
Di buono ci sono i bassi ultra synth e le drum machine super impostate di Reason to hide in, la melodia sensuale di Animal sounds (che pare però scippata alla ben più famosa hit dei Beloved Sweet harmony), il dub-pop di Going to switch the lights on e il riff di chitarra-jingle e basso-jungle della trascinante News pace to throw.
Il resto purtroppo appare lelenco dei cliché dellattuale alt-pop e niente di più.
Tentare la via del successo è quello che sta frullando per la testa di Rupert Lyddon e Lawrence 'La' Rudd e il proverbio chi ha tempo non aspetti tempo deve sicuramente essere uno dei loro preferiti.
Vedremo cosa ci riserberanno per il futuro.
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