Los Campesinos!
Romance Is Boring
I “contadini” gallesi sono uno dei gruppi di punta dell'inferocita mandria indie-pop mondiale.
Dopo il fiacco esordio di due anni fa Hold On Now Youngster, e l’immediata replica We Are Beautiful We Are Doomed che non aggiunge nulla di nuovo (una raccolta di b-side e canzoni escluse dalla playlist di debutto), i Los Campesinos ci provano per la terza volta a scavalcare il recinto dell’anonimato costruitosi attorno a suon di melodie zuccherine, orchestrazioni pompose e digressioni di pop corale.
In principio il titolo la dice lunga: Romance Is Boring.
Partendo da questi presupposti c’è da aspettarsi qualcosa di differente dalla solita minestra pop caramellata, e le aspettative sono allo stesso tempo accontentate e deluse; ma andiamo per gradi.
L’apertura In Medias Res alimenta le attese, gettando benzina sul fuoco fatuo indie-pop con partiture più complesse che si intrecciano in un crescendo quasi post-rock e leggere sfumature pop caratteristiche dei Cure periodo Head On The Door; arricchito da xilofoni e violini carichi di pathos che introducono repentini cambi d’umore, passando dal pop soleggiato ad intermezzi darkeggianti che sfociano nell’esplosione elettrica finale, fra alti muri di feedback e guizzi orchestrali. Assolutamente perfetta!
L’indie-pop dal fiato adolescenziale There Are Listed Buildings cede il passo al singolo Romance Is Boring, ariosa di un ritornello da cori da stadio. Il pop punk in tensione e rilascio di We’ve Got You Back ruota su un riff circolare di tastiere, su cui s’innesta un giro punk sostenuto da chitarre energiche e il cantato che sfiora il lirismo melodrammatico di Robert Smith. Plan A è un altro guizzo di originalità, un post-punk noise farcito di chitarre dissonanti e voci psicotiche.
L’handclapping sbarazzino di Straight In At 101 e la ballata indie Who Fell Asleep lasciano un po’ il tempo che trovano, passando il testimone alla geometria obliqua di I Warned You Do Not MAke An Enemy Of Me, scivolosa come l’asse dell’ipotenusa.
E si va avanti così, fra l’indie-wave ipercinetico di I Just Sighed, la ballata shoegaze The Sea Is A Good Place To Think Of The Future, e il finale Coda intessuto di drum machine, muri sonori spectoriani e il climax corale che si dissolve in un lento fruire di drones leggeri.
Da Romance Is Boring si evince dunque una maggiore cura in fase di produzione e negli arrangiamenti che hanno trascinato il collettivo gallese verso un sound più muscoloso rispetto ai capitoli precedenti, senza però scostarsi troppo dai sicuri e caldi lidi dell’indie-pop di matrice canadese/svedese. Ci vorrebbe un maggiore coraggio nell’esplorare territori più sperimentali e intricati, cosa che hanno mostrato di saper fare magistralmente nella traccia d’apertura In Medias Res, dimostrando che il gruppo, quando vuole, riesce ad osare e a saltare fuori dal recinto.
Tappa obbligatoria per i fan più accaniti del genere.
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