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R Recensione

7/10

The Clientele

Minotaur

Arriva puntuale l’Ep di transizione dei Clientele tra un disco e l’altro, e cade tempestivo a inizio settembre. Ed è un’ennesima delizia, da assaporare con i frutti e i sapori che ricoprono le visioni folkish di Alasdair MacLean come un quadro di Arcimboldo. Che, non a caso, era l’artista scelto per la cover art dell’ultimo “Bonfires On The Heath”, da cui molte tracce di questo “Minotaur” sono out-takes. Si respira ancora, dunque, l’aria primo-autunnale un poco snervata di quel disco, anche se sfioriscono le trame oppiacee e psichedeliche che ne caratterizzavano gli episodi migliori.

A tratti, anzi, torna qui la limpidezza tersa di un “God Save The Clientele”, come in “Nothing Here Is What It Seems”, che dalle sessions di quell’album proviene. “Minotaur”, in sostanza, fa il piccolo miracolo di amalgamare le due anime dei Clientele, quella di un solare indie-pop rurale e quella di un brumoso spirito decadente da crepuscolo eterno (“Suburban Light” e “The Violet Hour” come apici). Pulitissima, ad esempio, è la title-track, tra violini e chitarre acustiche, su una voce meno sfocata e lattiginosa del solito. Ed è adorabile il quadretto folk di “Strange Town”, dove abbondano quelle immagini di un geloso intimismo che fin dagli anni ’90 sono la cifra più tipica della scrittura di MacLeanMagnolias blooming, in a strange town [...] nobody’s walking in the streets»).

Ma l’abisso, per i Clientele, fatto di brughiere nebbiose e viali ricoperti di foglie, è sempre dietro l’angolo. Spettacolare l’omaggio a Paul Verlaine nel brano che porta il suo nome, in un ritmo brioso che impregna di gelsomino altre figurazioni di declino imminente («And I see the sunlight dying on the lawn»; «sometimes in a lonely alleyway everything cracks like porcelaine»), tra glockenspiel, cori, e fiati à la Okkervil River. “Jerry”, ancora, unisce elettriche scure ai consueti toni pastello, pennate incrudelite a quello stillicidio puntinato di piano che è altra peculiarità clienteliana, toccando uno degli apici di una band che somiglia sempre più solo a se stessa.

Mentre “No. 33”, breve e torvo interludio di piano, e “The Green Man”, spoken word noisy e malato, aprono visioni sperimentali sui baratri più morbosi, “As The World Rises And Falls”, cover dei The West Coast Pop Art Experimental Band (psichedelia anni ’60: un amore che la band continua a coltivare dai margini dove più si ritrova a suo agio), riconduce in superficie. E chissà se sarà in basso o in alto, nelle primavere gentili o nei tramonti foschi, che ci porterà il nuovo lavoro. Intanto, una cosa è certa: i Clientele sono più in forma che mai.

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

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salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 12:48 del 6 settembre 2010 ha scritto:

Premetto che i Clientele sono uno di quei gruppi di cui non potrei più fare a meno... "Suburban light" è da 5/6 anni fisso sul mio I Pod! Detto questo (sottolineando che non ho nulla contro la limpidezza tersa in generale, anzi...), Fra', non è che mi sono diventati troppo limpidi? Perchè, pur trovandolo piacevole, non ho salutato "God save the clientele" con il solito entusiasmo. Jerry comunque è uno di quei gioielli che, veramente, oggi come oggi, è lecito aspettarsi solo da loro. Ed è anche verissima la tua frase: "una band che somiglia sempre più solo a se stessa": bastano una ventina di secondi di una qualsiasi delle lore canzoni e già li riconosci. Spero solo che tra bruma e sole continuino a prediligere - di un pizzico eh... non li voglio mica troppo cupi, che poi non sarebbero nemmeno loro - la bruma.

target, autore, alle 13:42 del 6 settembre 2010 ha scritto:

In realtà, daniè, anche a me "God Save" non piacque molto, mentre ho ascoltato spesso e con piacere "Bonfires". Ecco, mentre "God Save" sfoggia una limpidezza svolazzante a tratti un po' di maniera, "Bonfires" droga molto, se non attraverso le vecchie sfocature lo-fi, attenuando la luce, dandole un aspetto più smorzato e meno folcloristico (vd. la costante tematica autunnale, certe lungaggini un po' psych tipo la title-track). E secondo me "Minotaur", tranne un paio di episodi, prosegue su questa strada (anche se la copertina, in effetti, lasciava presagire brume più fitte...). Certo, gli esordi rimangono inarrivabili.

bill_carson (ha votato 5 questo disco) alle 0:57 del 9 settembre 2010 ha scritto:

Bonfires grande disco

Bel gruppo.

Ho sentito solo 3 brani dell'Ep, mi son piaciuti e ho ordinato tutto l'Ep. La copertina mi ispirava troppo .

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 17:16 del 9 settembre 2010 ha scritto:

Ascoltato... Beh è proprio piacevole. Jerry e Verlaine le mie preferite, non sfigurerebbero affatto in un best of. No.33 e Green man, aihmè, inutili. Non calcolando la cover, i brani alla fine sono 5, un po' pochini, ma tutti decisamente deliziosi... Alla fine si tratta di un Ep, quindi lo prendo per quello che è... Le aspettative per il prossimo album però sono alte...

target, autore, alle 17:33 del 9 settembre 2010 ha scritto:

Perché non calcolare la cover, Daniè?? Tra l'altro sembra tale e quale una canzone loro, a parte che forse i Clientele sarebbero capaci di far assomigliare loro qualsiasi cosa. Comunque, per la precisione (ho scritto Ep anch'io), loro parlano di 'mini-album'!

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 19:03 del 9 settembre 2010 ha scritto:

Verissimo che anche la cover sembra loro. Anzi ti dirò che se uno mi avesse detto:"Trovala tu la cover all'interno di questi brani", forse non ci sarei riuscito. Però per me le cover in generale sono un po' un riempitivo. Nel senso che non riesco a capire dalla cover lo stato di forma (per rubare le tue parole) del gruppo. Non so se mi sono spiegato bene...Che poi "As the world rises..." sia piacevolissima, non ci piove! Per dirti, quelle sull'ultimo Ep di Antony non le ho ancora sentite...

bill_carson (ha votato 5 questo disco) alle 9:29 del 19 settembre 2010 ha scritto:

sempre bravi, però...

Lo sto ascoltando da un paio di giorni. E' un bel dischetto, però la maggior parte dei brani suonano come delle b-sides di Bonfires. Ovviamente non è in discussione la bravura dei Clientele che son sicuro ci regaleranno altri grandi album, però mi pare che anche loro si accodino a questa tendenza di pubblicare ep su ep tanto per svuotare i cassetti. Nell'era in cui non si pubblicano più i singoli le band han cominciato a pubblicare sempre più spesso questi ep interlocutori che pero' non valgono mai i brani degli lp. Allora forse non sarebbe meglio aspettare quealche anno, scegliere bene e pubblicare una bella raccolta di b-sides?

Il disco è comunque godibile e son contento di averlo comprato, ma dai Clientele mi aspetto di più e sarebbe auspicabile che si concentrassero solo sugli lp. L'aspetto positivo della faccenda è che alcuni di questi brani se sviluppati a dovere sarebbero potuti diventare grandi canzoni: evidentemente vivono un buon periodo di creatività e non han paura di rimanere a secco.

5/6

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 21:53 del 12 novembre 2010 ha scritto:

Bah... tornando indietro forse sarei più carino nel voto. Un 4 stelle glielo darei. Lo sto ascoltando ancora spesso (stasera per esempio) e con immenso piacere. Speriamo l'album (ma si sa niente quando esce, Fra'?) sia all'altezza. A questo punto forse era meglio non rilasciare questo Minotaur e mettere sull'album i brani migliori. Gerry, Verlaine, Strange town sono assolutamente fantastiche. Ma questo potrebbe essere il segnale che hanno già per le mani canzoni comme il faut!

target, autore, alle 22:02 del 12 novembre 2010 ha scritto:

Non ho sentito news sull'album nuovo. In effetti anch'io continuo ad ascoltarlo molto spesso, canticchiando, magari in macchina per le campagne di qua e gli alberi che perdono le foglie: "magnolias blooming, in a strange town". Che cosa bella, i Clientele...