Martin Courtney
Many Moons
Mancava solamente Martin Courtney alla prova dellalbum solista. Se Bleeker e Mondanile hanno già alle spalle carriere più o meno convincenti ma di certo affermate, Courtney, fino a questo Many Moons, era rimasto ancorato allesperienza Real Estate. La pubblicazione dellesordio in solitaria è importante, quindi, perché ci permette finalmente di analizzare lultimo dei tre tasselli in isolamento, scoprendo -come se ce ne fosse stato bisogno- che proprio a Courtney spetta il ruolo di mente della band. Non è tutto: se i Real Estate non potrebbero esistere senza Martin Courtney, forse lui -al contrario dei due soci- sarebbe in grado di farcela da solo.
In Many Moons, infatti, ritroviamo lo stesso senso rilassato della scrittura (sognante, aperta), le stesse briose cadenze jangly, le fragranze guitar pop che si respiravano in Days o in Atlas; eppure tutto è come semplificato, sgravato dalle contaminazioni contemporanee tanto care a Bleeker e Mondanile.
Courtney fa vivere i suoi pezzi nelle gentili progressioni chitarristiche che si colorano di lievi ma eleganti arrangiamenti cameristici (in organico troviamo un flauto -nello strumentale stacchetto sixties Many Moons- un violino e un violoncello, oltre alle pelli di Michael Stasiak -membro degli EZTV- e alle tastiere del compagno di band Matt Kallman) o di briose partiture sunshine pop. Il giochino funziona, e in scaletta troviamo pezzi come Vestiges, fiorire di coretti e violini, il tutto cadenzato da un basso tondo, giocoso, e dai ricami scintillanti della chitarra solista, o la delicata Before We Begin, profumatissimo midtempo dallandamento sottilmente psichedelico, sognante, o ancora la stupenda Northern Highways, tra i brani migliori del lotto, capace di vantare unoutro incantevole, apice di spensieratezza e buon gusto che dimostra tutta labilità compositiva e lintuito melodico di Courtney.
Prodotto da Jarvis Taveniere (qui anche al basso), Many Moons suona pulito e classico (come altro definire un brano come Little Blue?), una sorta di versione essenziale delle composizioni a firma Real Estate, capace però di rivendicare uno spazio autonomo: un buon viatico per una carriera solista che -vista lestemporaneità di un capolavoro quale Days- potrebbe rivelarsi non solo promettente, ma forse necessaria.
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