Irene

Apple Bay

Con una "Simple Chords" balenante tra il frangersi delle onde del mare la vociona spalancata di un Elvis un po' ebbro che fa il verso a Merritt ha inizio l'opera prima degli Irene.

Trombe suonate a gran fiato e clap-clap spezzano l'incantesimo con "Stardust", ed eccoci proiettati verso le tipiche atmosfere del pop scandinavo indipendente, di cui la premurosa ed avveduta Labrador si fa maggiore portavoce in questi ultimi anni.

Deliziando i suoni di queste canzoncine dai ritmi in levare e dalle fresche sonorità estive, la voce di Bobby Isaksson è sapientemente contrapposta ai vezzi pop&soul sixties di queste dodici tracce, come se un novello Morrisey avesse di punto in bianco deciso una session con i Beach Boys più spensierati. La chitarra e la base ritmica in "To be with you" rispolverano un sound reiterante e velvetundergroundiano, ma si ritorna presto alla leggerezza con "Little Thinghs", "Waterfront" ed "Only you" .

L'estate se n'è andata nel disco e nella realtà dell' inverno alle porte ,"Cold feet" (deliziosamente cantata da una voce femminile) si contrappone al ricordo estivo di "Into the Sun" .

"Baby i love your way, to be with you" (primo singolo estratto) stupisce per la schiettezza e il romanticismo "corale", vicino ai compagni d'etichetta Acid House Kings, ma anche alle sonorità dei conterranei e bravissimi Eggstone.

"The summer is gone" e "The game" congedano questi sessanta minuti in compagnia dell'ottetto di Gothenburg con l'american west coast pop e il surf nel cuore; davvero strano il fenomeno del nuovo pop svedese, così remoti dal sole eppure forse ancora più vicini agli stati d'animo di chi immerso nelle calde estati confessa il proprio amore liberamente tramite la musica ed irradia di luce propria chi ha la fortuna di essere lì ad ascoltare. Come ad un amore lontano, mi sovviene soltanto un : grazie Irene.