Gomo
Best Of
Who is Gomo?, si saranno chiesti migliaia di orecchie portoghesi spalancate alla ricerca di nuove oscillazioni musicali, dopo avere ascoltati i due brani You Might Ask e Proud To Be Bald in radio, che il giovane Paulo Gouvela, sotto lo pseudonimo Gomo, aveva mandato a diverse stazioni radiofoniche senza lasciare nessuna traccia del mittente.Gomo è la migliore dimostrazione possibile del fatto che esistono ancora le favole nella scena musicale, per cui un album promettente vende senza grandi spese e piani di marketing delle grande etichette, senza pubblicità e, ancora più straordinario, senza che il cantante metta in scena il suo bel faccino su My Space.
Poco dopo la sua insolita infiltrazione, la sue melodie hanno cominciato a propagarsi per tutti gli stereo del paese, e la sua faccia è stata resa celebre da video irresistibili (in heavy rotation su MTV allepoca, ed ora su You Tube). La loro semplicità e il loro umorismo sicuramente sono in gran parte responsabili del suo successo: Feeling Alive primo pezzo dellesordio - è il divertente esempio di come fare un video low-budget che non manca di sbeffeggiare leterno riciclaggio di pose e gesti da rockstar delle tante stelline new rock disseminate per il vecchio e il nuovo mondo, mentre I Wonder, nella stessa filosofia, è la perfetta e leggera interpretazione low-budget delle due momenti più inquietanti e euforizzanti di Fight Club.
A importare in Italia Gomo ci ha pensato la Homesleep Records (label di gente come Austin Lace, Sodastream o Giardini di Mirò): la sua spontaneità e la sua leggerezza erano troppo seducenti per non varcare gli angusti confini portoghesi. Quasi ogni pezzo dellesordio Best of ha lappeal melodico di un singolo, e il disco è estremamente ballabile, anche se sei da sola a casa. Le melodie di un album felicemente disomogeneo ti catturano attraverso uniride colorata di onde elettroniche, drum loop, synth lo-fi, fin dal primo gioioso pezzo Feeling Alive. Il secondo pezzo, I Wonder, uno degli highlight del disco, lusinga lascoltatore con una romantica brass section, mentre i brani più sperimentali, come il pezzo a-natalizio Santas Depression, o Army Slave lambiscono le orecchie con la magia della musica fai-da-te, che altri chiamerebbero imperfetta e naïf, e che, al contrario, produce una piacevole freschezza che rende impossibile mantenere un atteggiamento critico contro questo cantante dalla faccia tosta (la sua inclinazione per l auto-ironia viene già resa esplicita nel battesimo del titolo dellalbum). Proud To Be Bald ti attrae con il suo testo e ti spinge a passare sopra la relativa banalità della melodia. La splendida You Never Came risalta per contrasto spezzando per un attimo lallegria del disco e bagnandosi nelle acque calde di una downtempo in bassa fedeltà.
Con You Might Ask, ultima traccia del disco, liride di melodie accattivanti si posa nuovamente sulla terra, sempre che si riesca a resistere alla tentazione di schiacciare di nuovo il tasto play dopo pochi secondi. Gomo riporta la filosofia slacker di Pavement e Beck in una musica indie rock in cui ci si prende spesso troppo sul serio. Se questo è solamente pop, è pop dal suo verso migliore, incarnazione di allegria, freschezza e giocoso sperimentalismo. Eureka.
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