Depeche Mode
Sounds Of The Universe
Dopo 4 anni dal buono "Playing The Angel" tornano i Depeche Mode con un disco ambizioso e controverso, sin dal titolo, "Sounds of the Universe": Che però si presenta malamente, con una copertina terrificante ed uno dei singoli più deboli di sempre della band ("Wrong") se non il più brutto in assoluto.
Scorrendo le 13 tracce dell'album quello che rimane non sono le canzoni, ma i suoni: synth e beat dal sapore vintage molto anni '80, ma senza alcun intento nostalgico o revivalistico. Purtroppo i Depeche Mode del 2009 sembrano solo fini interpreti di se stessi, riuscendo solo a proporre nel migliore dei casi brani ed arrangiamenti già sentiti.
Dopo l'ascolto del disco si ha l'impresione di aver ascoltato una raccolta di b-sides piuttosto scialbe ("Little Soul", "Peace", "Come Back", "Perfect", "Miles Away") con giusto un pezzo degno della fama della band, la tormentata "Hole to Feel" firmata oltretutto da Dave Gahan, non certo noto per le sue abilità compositive, e che comunque puzza di già sentito. Martin Gore tenta di risollevarsi con la mediocre ballata "Jezebel" che suona un po' fuori contesto e sembra tratta da uno dei suoi lavori solisti; a tutto questo aggiongiamoci anche il breve strumentale "Spacewalker" che spero sia finito su disco solo per un banale errore.
"Sounds of the Universe" è una bella scatola vuota, un disco dal suono curatissimo ma a cui mancano sostanzialmente le melodie vincenti, con suoni ed arrangiamenti strasentiti e neppure spendibile a livello commerciale, riuscendo nel difficile compito di battere in bruttezza il già poco convincente "Exciter" che almeno conteneva dei buoni singoli, qui nemmeno quello: solo noia e qualche sbadiglio.
Speriamo si tratti solo di un incidente di percorso
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