Japan
Gentlemen Take Polaroids
Con "Gentlemen Take Polaroids", i Japan, ensemble londinese formato da David Sylvian (vero nome David Batt), dotato di un cantato carico di fatalismo degno del miglior Brian Ferry, dal fratello batterista Steve Jansen e dal suo drumming ossessivo, dal basso fretless di Mick Karn (vero nome Anthony Michaelides), cipriota di nascita, autore di un suono "Funk" unico e ricercato, dalle struggenti tastiere di Richard Barbieri (ora membro stabile dei Porcupine Tree) ed infine dal chitarrista Rob Dean, sanciscono l'approdo al synth-pop più atmosferico e decadente di sempre.
Partiamo con ordine : "G.T.P." è il quarto album della band e, a modo di vedere di chi scrive, il loro disco più riuscito, il loro "Masterpiece". L'album è fortemente caratterizzato dalla cultura giapponese frutto dei continui viaggi in sol levante e dai rapporti che la band strinse con i maggiori New Waver locali. Artisti come il chitarrista leader degli Ippu-Do, Masami Tsuchiya, da Akiko Yano, Dai Sandii & The Sunsetz, ma soprattutto dalla band di colui che di li a poco sarebbe diventato uno dei guru della musica ambient, o meglio della Yellow Magic Orchestra del grande Ryuichi Sakamoto che collabora con Sylvian alla stesura della suggestiva "Taking Islands In Africa" e cura gli arrangiamenti della Title-Track.
L'album è un perfetto insieme delle caratteristiche precedentemente elencate dei componenti che da vita a un suono esotico e misterioso a tratti spettrale "Burning Bridges" o come nel secondo dei tre pezzi strumentali, dove il tappeto sonoro creato da Barbieri risulta all'orecchio così "Liquido" da rendere una perfetta spiegazione del titolo assegnato al pezzo in questione "Experience Of Swimming", splendida lo è anche la decadenza della Title-Track, e quella di "Methods Of Dance" caratterizzata da un suono irresistebile frutto dell'insieme delle atmosferiche tastiere di Barbieri e dal Sax di Mick Karn (si non ho sbagliato strumento perchè quest'ultimo è anche un funambolico polistrumentalista), connubbio che si ripresenta nella gradevole "My New Career", ma senza dubbio il capolavoro dell'album resta la struggente "Nightporter" che si innalza su una melodia per pianoforte e orchestra d'archi dove gli idilliaci gorgheggi di Sylvian raggiungono picchi da sogno e fanno di questo pezzo assieme a "By This River" di Brian Eno le miglior canzoni da pioggia scritte di sempre. Completano la scaletta la cover di "Ain't That Peculiar" di Marvin Gaye e l'ultimo dei tre strumental "Width Of Room".
Gentlemen Take Polaroids è la perfetta commistione di sperimentazione elettronica e fruibilità pop dove la raffinata ricercatezza delle liriche ma soprattutto delle intelaiature sonore, risultato di una classe cristallina dei membri al Top della loro ispirazione nonchè di una attenzione e di una cura pressochè certosina, per non dire maniacale, dei particolari , fanno sì che questo album entri di diritto nell'olimpo dei capolavori senza tempo della musica mondiale.
Grazie Mille Japan!
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