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R Recensione

8/10

Japan

Quiet Life

I Japan sono solitamente adulati per i loro anni con la Virgin durante i quali licenziarono due eccellenti album in studio ed uno dal vivo: per converso, sono sempre stati catalogati frettolosamente e con alterigia i loro primi tre lavori per la Hansa/Ariola, lavori che meritano certamente più attenzione di quanta ne abbiano avuta in passato.

In particolar modo Quiet Life, anello di congiunzione tra le spigolose composizioni degli esordi e l’eleganza formale dagli arrangiamenti sempre più ambiziosi che caratterizzerà gli ultimi due lavori in studio.

La formazione che darà vita a Quiet Life è la stessa dei due predecessori: guidati dal carismatico David Sylvian, languido vocalist/compositore dalle movenze sofisticate, i Japan si avvalgono di un prezioso bassista/sassofonista di origini cipriote: Mick Karn; synth & keyboards sono affidati ad un vecchio compagno di scuola, capitano della locale squadra di calcio: Richard Barbieri (da più di dieci anni a questa parte pedina inamovibile nei Porcupine Tree); nonché Rob Dean, chitarra, e Steve Jansen, fratello di Sylvian (vero nome Batt) alla batteria.

I Japan sono una band ossessionata dal gusto estetico, dall’eleganza formale e da decadentismi vari: neanche sfiorati dall’uragano punk, i cinque guardano dritto in direzione del Bowie 76/77, respirano a pieni polmoni le sghembe armonie dei Can (Sylvian collaborerà con Holger Czukay anni dopo), nutrono infinita stima per il sacrale art rock dei Roxy Music, e non è un caso se per produrre questo album scelgono, anche se solo in seconda battuta, John Punter, l’uomo nella stanza dei bottoni degli album storici della band di Bryan Ferry.

Se Fall In Love With Me e Halloween precorrono umori new romantic che saranno popolarizzati da Visage, Associates, Duran Duran e compagnia, altrove il suono diviene più introspettivo, il croonering di Sylvian si appoggia perfettamente sui misurati tocchi di piano di The Other Side Of Life, mentre in Alien il lavoro al basso fretless di Karn è seducentemente oscuro e va a contrappuntare break di fiati per un riuscitissimo crossover di oriente blackizzato. Come nella stessa In Vogue: ipnotici loop di synth, il solito basso gommoso a rendere obliqua la melodia, voce armoniosa quanto passionale. Trova spazio anche una cover dei Velvet Underground che diverrà singolo di successo qualche anno più tardi, All Tomorrow's Parties.

A gettare un ponte ideale verso i lavori successivi è la splendida Despair: i Japan indossano il kimono, sei minuti meditativi in cui convivono il minimalismo spirituale di Ryuichi Sakamoto e le fascinazioni ambient di Brian Eno, un desolato sax si poggia su malinconici tocchi di piano, lontani echi di coro quasi esoterico sullo sfondo. Grande risalto per la titletrack, primo timido successo per la band in patria, sorretta da maliziosi ghirigori di synth e dalle tastiere sibilanti di Barbieri, e capace ancora oggi di riempire il dancefloor dei club wave revival.

I capolavori dei Japan saranno anche altri, vero, ma questo Quiet Life resta certamente disco da rivalutare, per chi non l'avesse già fatto.

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 20 voti.
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loson 7/10
dharma 8/10
ROX 8/10
REBBY 8,5/10
fgodzilla 8,5/10
Lepo 8,5/10
B-B-B 8/10
ManuWR 8/10

C Commenti

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Bodhisattva (ha votato 8 questo disco) alle 21:24 del 14 aprile 2007 ha scritto:

Adoro David Sylvian, sopratutto nei suoi dischi solisti, per l'intensità poetica con cui ha riformulato l'ombroso crronerismo e lo struggimento cantautorale alla luce estetizzante e glamour degli Anni 80: un connubio davvero vertiginoso.

Fabmiky (ha votato 8 questo disco) alle 22:58 del 25 aprile 2007 ha scritto:

credo che il motivo per cui sia stata snobata la produzione prima di GENTLEMEN TAKE POLAROIDS sia dovuto in parte al fatto che non era molto facile trovarla; se la difficoltà era relativa per QUIET LIFE, era assoluta sia per ADOLESCENT SEX sia per OBSCURE ALTERNATIVES. ora le recenti ristampe hanno colmato il vuoto.

detto questo, trovo personalmente QUIET LIFE per certi versi superiore di TIN DRUM il quale è troppo algido nella perfezione degli arrangiamenti. THE OTHER SIDE OF LIFE vale l'acquisto di questo disco.

loson (ha votato 7 questo disco) alle 13:28 del 14 settembre 2007 ha scritto:

Disco dicreto...Come hai specificato, i capolavori dei Japan sono altri ("Gentlemen" è irraggiungibile, a mio parere) ma questo è già un lavoro interessante e contiene molti spunti che il gruppo approfondirà a dovere nei lavori successivi. Come al solito, una recensione perfetta

Totalblamblam (ha votato 8 questo disco) alle 18:42 del 17 dicembre 2007 ha scritto:

è il mio preferito il che non vuol dire di certo il migliore della band

ma lo ascolto più volentieri dei due successivi capolavori riconosciuti della band

i primi due dei japan invece li trovo francamente né carne nè pesce il gruppo ancora non ha un suo sound quello che proprio questo album invece finalmente metterà a fuoco

dharma (ha votato 8 questo disco) alle 17:29 del 19 maggio 2008 ha scritto:

Il significato della presenza di una cover dei Velvet Uderground non è da sottovalutare. Quiet life è senza dubbio un album di transizione. Si oltrepassa il confine che divide l'età della sfacciataggine adolescenziale dalla maturità artistica dei Japan. Non a caso il disco si chiude con una traccia come "The other side of life", icona decadente del nuovo romanticismo e ponte immaginario fra due modi differenti di affrontare l'arte. Ci si lascia alle spalle l'accattivante ingenuità di "adolescent sex" per cambiare rotta e dare seguito a ciò che precedentemente era stato teorizzato dai Velvet Underground, appunto, e successivamente elaborato dal David Bowie della trilogia berlinese. Ottima recensione

ROX (ha votato 8 questo disco) alle 14:00 del 21 gennaio 2011 ha scritto:

ho scoperto solo recentemente questo disco, o meglio non lo conoscevo nella sua interezza... mi trovo d'accordo che è un disco di transizione, ma allo stesso tempo non lo trovo inferiore a Tin Drum

scottwalker (ha votato 9 questo disco) alle 13:07 del 15 maggio 2012 ha scritto:

UN CAPOLAVORO! DA ACQUISTARE SENZA INDUGI.

scottwalker (ha votato 9 questo disco) alle 9:12 del 10 gennaio 2013 ha scritto:

stupendo!!!!!

scottwalker (ha votato 9 questo disco) alle 9:14 del 10 gennaio 2013 ha scritto:

Un disco che fa pensare ai roxy music, grazie anche al sax del compianto mick karn.

fgodzilla (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:02 del 6 dicembre 2013 ha scritto:

uno dei piu' sottovatutati ..............

scottwalker (ha votato 9 questo disco) alle 14:12 del 6 dicembre 2013 ha scritto:

Si d'accordo lo tovro migliore di Gentleman, meno pretenzioso e piu diretto: ALL TOMORROW, cover dei VELVET e' semplicemente stupenda ma anche la title track e' uno splendore etereo che sa di catarsi esistenziale.