Neon Indian
VEGA INTL. Night School
Vero che Psychic Chasms, nel 2009, inaugurò, o quanto meno portò alla luce del sole (letteralmente), un intero movimento, chillwave o glo-fi (come lo chiamammo qua) che dir si voglia, ma a conti fatti diventerà molto probabilmente questo VEGA INTL Night School il disco più rappresentativo di Alan Palomo, aka Neon Indian. Massimalista, in technicolor spinto, sbrodolato, citazionista, (sala)-giocattoloso, intriso di estetica da videogame 80, pronto a spanciare in ogni pezzo con rigurgiti variopinti di synth rétro e beat che si riverberano cicciosi in dosi massicce di richiami italo e arielpinkismi in libertà: è la quintessenza, ancor più dellesordio, di unintera poetica. Ne esce un disco per molti versi esagerato, di difficile assimilazione, paradossalmente, proprio per eccesso di facilità esibita, tutta concentrata in luci al neon e fosforescenze.
Più che in passato è un substrato di matrice reggae a far rimbalzare le melodie bombastiche di Palomo, sin dal singolone da segreteria telefonica di Annie e attraverso i laser intergalattici di Smut!. I titoli stessi dei pezzi, fumettistici e scenografici (Bozo, The Glitzy Hive, Dear Skorpio Magazine, Techno Clique), stanno a pennello sopra le escrescenze poppettose dei brani, spesso farciti di sample vocali e interpolazioni festaiole (alla fine di Slumlord si campiona la voce effettata di un dj italiano Firenze anni 80, direi) che aumentano il grado di fancazzismo. Apici The Glitzy Hive, con incroci di urla da party e interludi venati di nostalgia, e 61 Cygni Ave, come gli Ace Of Base che rifacevano gli Aswad, ma con laiuto in fase di missaggio di Ariel Pink. Il cui fantasma, in certi pezzi, è persino troppo scoperto vd. Baby Eyes e le sue sinuosità appiccicose, con il groove stiracchiato in malinconie ed echi di new wave più scura, o l'intermezzo dadaista di "C'est La Vie" (dove aleggia pure Prince, altro nume tutelare del disco).
La seconda metà del disco, soprattutto, è unorgia di suoni luminescenti e melodie in caratteri maiuscoli in cui è difficile togliere qualcosa, al punto da far dimenticare il mezzo passo falso del precedente Era Extraña. Pure i momenti strumentali non sono meri divertissement: la versione eurodance di Slumlord (i Pet Shop Boys in acido), anzi, mostra una possibile nuova incarnazione di Palomo che a me piacerebbe moltissimo si realizzasse, con un passaggio dalle ossessioni radiofoniche 80 a quelle 90 che nelle mani di Neon Indian rifulgerebbe di tutti i colori immaginabili (Techno Clique è club circa-94 da morirci).
Divertentissimo, e non solo.
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