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R Recensione

9/10

Tubeway Army

Replicas

Si scrive Tubeway Army. Si legge Gary Numan. Porta il nome della band, ma Replicas va considerato il primo lavoro del Gary Numan protagonista dell'innovazione musicale per diversi anni. Con questo disco, ha inizio la sfavillante carriera di uno dei personaggi più influenti della scena new wave di tutti i tempi.

 

In Replicas, Numan libera finalmente la carica elettronica sulla propria musica, prendendo le distanze dal punk che aveva caratterizzato il percorso della band. Una spaccatura non rimarginabile, che sarà all'origine della carriera solista dell'artista britannico.

 

Replicas è un vero e proprio manifesto intellettuale della synth-wave. E' il perfetto anello di congiunzione tra il rock che lo precede, e l'elettro-pop che lo seguirà negli anni '80. Marchio peculiare del disco sono le sferzate elettroniche che si abbattono violente sul sound rock ancora presente, combinazione che rende l'album uno degli esempi più rappresentativi in assoluto di synth-rock.

 

E' un album riuscitissimo anche per un altro motivo: i testi. Numan delinea uno scenario fantascientifico di completa alienazione, che rispecchia perfettamente l'atmosfera del disco. E' l'uomo sottomesso dalla macchina, proprio come il sintetizzatore sovrasta le chitarre. L'umano chiuso in casa, mentre giù nel parco la stranezza imperversa: "I'd go outside if it looks the other way / You wouldn't believe / The things they do" canta la voce gelida in Down In The Park. Un originale palcoscenico di fervida immaginazione e ispirazione kafkiana, in cui Numan diventa il nuovo Josef K. all'interno di un mondo ostile che lo spaventa, ma dal quale alla fine si lascia contagiare ("The driver wants to touch me / He mentions all the old cop bullshit / I try to back away / But he's so strong I just can't move / Maybe I don't want to anyway", da It Must Have Been Years).

 

Il fascino delle macchine si esprime nella forza del suono elettronico dell'album. La partenza è emblematica: Me, I Disconnect From You squarcia il silenzio con una ripetitiva melodia sintetica, che viene prontamente accompagnata da potenti chitarre elettriche. Un contesto a cui la voce fredda e quasi metallica di Gary Numan dà un contributo decisivo, in questa come nelle altre tracce del disco.

 

L'album ha due anime sonore dalle caratteristiche ben definite: la prima è un synth-rock sprezzante e ossessionato, una distorsione elettronica dell'energia punk che finisce a tratti per sfiorare l'industrial. Pezzi come It Must Have Been Years, in cui bassi e chitarre vengono estratti dal post-punk e ripuliti dal sound elettronico della new wave, o We Are So Fragile, dove il riff delle chitarre viaggia sul letto di un veloce beat elettronico.

 

L'altra faccia mostra invece il sopraggiungere di quell'onda elettro-pop di cui Gary Numan è pioniere. Un abile utilizzo del suono sintetizzato, strategicamente orchestrato verso la pop music. Una tendenza che produce hits di indubbia efficacia: Are Friends Electric? è il primo grande successo di Numan, in cui le tastiere diventano grandi protagoniste, in un sempreverde sottofondo electro-groove alternativo capace di sopravvivere anche nel nuovo millennio (le Sugababes lo rivisiteranno nel 2002 in "Freak Like Me").

 

Le sfumature di quest'intreccio mostrano una grande varietà. C'è spazio per una ballata elettronica dai sapori aspri come Down In The Park, primo singolo dell'album, altro abile giro ipnotico di tastiere. C'è il rock raffinato e delizioso di You Are In My Vision, ma anche il synth-pop psichedelico di When The Machines Rock. Lo stile liquido di The Machman. L'inventiva movimentata e trascinante di We Have A Technical. La languidità strumentale di I Nearly Married A Human. Gli spasmi metallici di Do You Need The Service? Il camaleontico Numan sfoggia il vasto ventaglio sonoro che gli appartiene, dando vita a una affascinante giostra musicale.

 

Un disco ricco e completo, che racchiude in sè lo spirito della rivoluzione elettronica che investe il mondo della musica in quegli anni. Un esemplare simbolo della scossa che la new wave ha dato al panorama sonoro. Il capolavoro di un artista poliedrico e immortale. Un pezzo di storia, insomma.

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Voto degli utenti: 8/10 in media su 14 voti.
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sarah 8/10
Teo 9/10
REBBY 6,5/10
loson 8/10

C Commenti

Ci sono 3 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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TheManMachine (ha votato 9 questo disco) alle 0:45 del 24 febbraio 2010 ha scritto:

Bum. Colpito. Affondato. Uno dei dischi della mia vita. Un sacco di grandissima musica qui, Are Friends Electric è di una bellezza eccessiva, abbagliante. Grazie Carlo che hai finalmente parlato di questo discone enorme.

sarah (ha votato 8 questo disco) alle 14:46 del 24 febbraio 2010 ha scritto:

"we are so fragile", che pezzone!

Utente non più registrato alle 10:58 del 2 marzo 2010 ha scritto:

l'apice del grande Numan.