Ultravox
Vienna
Dominatori incontrastati per tutti gli anni '80, gli Ultravox vantano una serie di dischi che hanno scandito lo scorrere del tempo e l'evolversi della new wave. Con Vienna, inaugurano ufficialmente gli eighties, delineando i canoni che si sarebbero imposti per almeno un decennio.
Il disco è il capostipite del nuovo corso del gruppo, che a 5 anni dalla nascita si separa dal proprio leader e fondatore, John Foxx. Il suo posto verrà preso da Midge Ure, e con lui gli Ultravox convergono verso sonorità molto più melodiche, più vicine al grande pubblico. Più commerciali: questa è l'accusa che la critica del tempo muove ai nuovi Ultravox post-Foxx, ponendoli un gradino sotto ai tempi passati. Ma la storia ha dimostrato che essi consacrarono il synth-rock alle tendenze moderne, e furono i precursori del new romantic, genere che successivamente si impose anche grazie a gruppi come Japan e Tears For Fears.
Sono loro i "New Europeans", a tutti gli effetti. E' il nome del singolo di maggiore impatto, un vero e proprio manifesto intellettuale del disco. Come dice la stessa canzone, è la definizione di "un'eredità per l'Europa, la cultura di oggi": chitarre potenti accompagnate da bassi trascinanti, sui quali si staglia la melodia vocale di Midge Ure. E non a caso è lì all'inizio del disco, subito dopo Astradyne, la traccia di apertura, un crescendo strumentale ricco e intenso, una colonna sonora che accompagna l'ingresso in una nuova esperienza acustica. Le tastiere si esprimono senza nascondersi, sperimentando nuove atmosfere artificiali.
L'ossatura del disco si può trovare nella sequenza di perle synth-rock: New Europeans, Private Lives e Passing Strangers, altro fortunato singolo. Il sound è chiaro, le sonorità rock delle chitarre elettriche vengono accostate a un utilizzo massiccio di sintetizzatori, fino ad arrivare a veri e propri riff. E' il riadattamento in chiave elettronica di uno schema collaudato, ma non per questo obsoleto o inefficace.
Con Sleepwalk abbiamo l'apice: travolgente ritmo serrato e lunghissimo assolo di chitarra. Poi quasi un passo indietro, Mr. X, il brano più sintetico del disco, che sembra quasi esser uscito dalla mente di John Foxx. Forse un grato riconoscimento.
Sul finire, ecco la title track. Vienna è un lento pezzo malinconico e decadente, in cui Midge Ure dà il meglio di sè, intonando un lamento triste che, esaltato dal suono del piano, grida "il sentimento è passato. Solo tu e io. Non significa niente per me."
L'intero disco è un concentrato di pura energia elettronica, con una potenza sonora difficilmente eguagliabile. L'effetto globale si riassume nelle parole di All Stood Still, che chiude il disco mentre "le luci si spengono, gli orologi si fermano, gli ascensori cadono, gli edifici crollano. Cosa possiamo fare?" Rimanere immobili? Impossibile.
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