R Recensione

8/10

Pale Sunday

Summertime ?

“Who's that girl playing a white tambourine?” E' la prima canzone e domanda posta da un giovane dal cuore altrove e l'anima del romantico disincantato, Luis Gustavo (voce, chitarra e basso) e il suo gruppo, i Pale Sunday: Fabricio Cantoni (chitarra, tastiere, batteria) e Sineval Almeida (chitarra) , vengono dalla “terra del fuoco” e del colore, dove a farla da padrone vi è una colonna sonora che parla altri ritmi ed altri suoni da quelli proposti dalla “cameretta” Matinèe di questo trio di Jardinopolis, San Paolo.

Chi sarà la giovane twee-girl che intona allegramente il "la-la-la"? Molte le ipotesi, come troppi sarebbero da elencare i riferimenti contenuti in queste dieci perle pop o Pop-fofo, (termine molto amato dalla stampa brasiliana del settore indie contemporaneo) dalla sopracitata “White Tambourine” che subito ci devìa in ben altre atmosfere e luoghi, eccoci di colpo trasportati in quel vortice dal sapore tipicamente anglosassone che mescola sixties ed eighties, si sente la dettagliata lezione guitarpop appresa dai vegliardi della famosa tape dell' 86, la chitarrina pulita trilla e brilla in memoria dei primissimi Primal Scream dell'ancora acerbo ma non per questo meno geniale Bobby Gillespie, arpeggi di rara pulizia e di accurata mimesi prendono per mano l' onnipresente cembalo anche nella seconda travolgente “Mary” che scandisce i pochi secondi che mancano alla successiva canzone, non senza aver prima ribadito quale sia la giusta spilletta da indossare per l'incontro con l'amata adolescenza:“but tonight I promise it will be perfect/ look, I'm wearing a Pastels badge

Sunday Morning” ha un titolo che non può essere più esplicito di riferimenti, la voce melodica e naif quanto basta rende questa track ancora più vicina a suoni spensierati di Pastels, Sea Urchins e dei gruppi della bristolliana Sarah Records (assieme alla Creation vera e propria bandiera della rivoluzione indie pop fine anni Ottanta primi Novanta).

Ancora una donzella , viene raccontata in “Twiggy Superstar”, ma dagli occhi scuri e dagli stivaletti che scintillano, ed ancora una volta uno strumento, un pò Twiggy (Lawson) e un po' Sixties (la tastierina stile hammond che scandisce le strofe del cantato è deliziosamente opportuna) , ragazza ingenua e magrolina che abbraccia una chitarra rossa suonando canzoni da tre accordi pare infondo non essere la sola a farlo...

Quasi si intrufola celatamente la canzone più breve dell'album, “My punk-rock girl” che apre in un sorridente stile punk, privo dell' irriverenza che da questo suono solitamente ne deriva, è un punk dolce e melodico, quasi sussurrato, strizza l'occhio ad un altro trio, ma stavolta di Osaka e al femminile, le geniali “Shonen knife”, ed ammicca al twee-pop oxfordiano dei “Talulah Gosh” (poi Heavenly); semplicemente perfetta.

Non si fa in tempo a canticchiare la strofa che già si è arrivati alla coppia di canzoni che viene (a mio avviso) da associare (insieme con l'ultima “Strangeways”) poichè un po' si staccano dalle precedenti e lasciano spazio ad una maggiore cura negli arrangiamenti e nella struttura (anche se è sempre di sano guitar pop che stiamo parlando): “Never fall apart” è una dichiarazione d'amore “seria” in cui la voce assume un tono più emozionale e definito; “Shel'll never be mine” parla di un amore impossibile ed ha un crescendo emotivo fino ad esplodere, con l'arrivo provvidenziale della tromba, (a coronare l'attitudine indie pop) in un pianto liberatorio: “..and when she has gone/ I could not hold my tears/ but now I know what she was trying to say/ she has gone away and there's nothing I can do”.

Come non adorare una canzone che invece di un titolo cede questa responsabilità ad una data? “1978” è l'unica in brasiliano, ma non per questo meno emozionante, ballata talmente universale che per capire di cosa parli non occorre di certo conoscere il portoghese, in aggiunta al fatto che è stata dedicata ad una (ed ennesima, direi, ma stavolta non più misteriosa) ragazza, Fabiana Bonella, com'è possibile apprendere dalla dedica contenuta nella sfavillante confezione (sicuramente una delle più belle copertine twee che abbia mai visto) rigorosamente in digipack.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 15:44 del 4 maggio 2010 ha scritto:

Certo che la matinée su Storia della Musica è un bel traguardo

lovemetwee, autore, alle 16:14 del 4 maggio 2010 ha scritto:

^__^

grazie! complimenti per i tuoi gusti, e per conoscere la matinée!! ciaoo!!

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 16:26 del 4 maggio 2010 ha scritto:

Io non conosco la matinée, la AMO incondizionatamente (pipas, math and physics club, fairways, young tradition, cats on fire, edson, gli stessi pale sunday e i da poco scoperti electric pop group, solo per citare i primi nomi che mi vengono a mente). Lunga vita alla matinée che ha colmato il vuoto lasciato dalla sarah

Ad ogni modo, grazie per le tue recensioni (Asaurus, Labrador...) e per i tuoi gusti. Tra simili ci si capisce